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Boateng: “Felicissimo per il Milan. Ibra non mi stupisce. Sul razzismo …”

Kevin-Prince Boateng (ex centrocampista AC Milan), oggi punto di forza del Monza di Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani | Serie B News (Getty Images)

ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Kevin-Prince Boateng, classe 1987, ex centrocampista rossonero, oggi è un punto di forza del Monza di Silvio Berlusconi

Daniele Triolo

Milan, le dichiarazioni di Boateng al 'Corriere della Sera'

"ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Kevin-Prince Boateng, classe 1987, ex centrocampista del Milan, è oggi punto di forza del Monza di Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani, in Serie B. Questa le dichiarazioni rilasciate, in esclusiva, da Boateng ai microfoni del 'Corriere della Sera' oggi in edicola.

"Boateng sul approdo al Monza: «A Galliani e Berlusconi era difficile dire di no. Mi avevano aiutato a diventare uomo, avevo l’obbligo morale di ripagare la loro fiducia».

"Sui fatti di razzismo del 3 gennaio 2013, in occasione dell'amichevole Pro Patria-Milan di Busto Arsizio: «Quei fatti mi provocarono una ferita dolorosa. Avevo fatto tanti sacrifici per giocare in una delle squadre più forti del mondo. Pensavo di essermi messo alle spalle le giornate buie vissute da bambino. Basta, non potevo più accettare comportamenti del genere».

"Razzismo, di recente la sfida tra PSG e Istanbul Başakşehir è stata sospesa ... Boateng sul perché il clima non cambia: «Forse è anche peggiorato. Guardiamo a cosa succede nel mondo, all’uccisione di George Floyd. Ammazzano la gente davanti alle telecamere, anche per futili motivi. Certo, è nato il movimento ‘Black lives matter’ ma troppo poco è stato realizzato per contrastare il fenomeno».

"Ancora Boateng sul razzismo nel mondo del calcio: «Nessun bianco mi ha mai detto di volermi sostenere in questa battaglia. Qualcuno si astiene per paura, altri perché ritengono sia più vantaggioso non esporsi in una vicenda che non li riguarda. Comandano i bianchi: se alzassero la voce loro, saremmo più ascoltati».

"Boateng sul suo Milan primo in classifica: «Sono felicissimo, era ora che tornasse l’entusiasmo fra i tifosi. Da troppo si parlava dell’altra squadra di Milano».

"Boateng su Zlatan Ibrahimović che stupisce tutti a 39 anni: «Non mi stupisce, da lui ho imparato la voglia di vincere anche in allenamento. Non è mai contento, quando a Milanello sbagliava un passaggio, come a rimproverare se stesso urlava ‘Zlataaaann’. Si immagini cosa gridava agli altri».

"Boateng sul perché ha scelto il Monza: «La mia carriera è costellata di decisioni scioccanti. Fino a un anno e mezzo fa ero al Barcellona e ora sono in B. Potevo andare in America, ma preferisco essere felice. C’è più pressione qui che in molte squadre di Serie A».

"Boateng su come l'ha convinto Berlusconi: «Mi ha chiamato e mi ha detto ‘figlio mio, torna a casa’. Non c’era bisogno di molte altre parole».

"Boateng su quanto gli manca l'atmosfera delle grandi partite: «Se uno viene a Monza e pensa al Santiago Bernabéu ha sbagliato tutto. Senza tifosi poi è più facile, ci sono il verde e due porte. Come ovunque».

"Boateng sulla Serie A con i brianzoli: sogno o promessa? «Un sogno, promesse non si possono fare. Ogni weekend è una battaglia e 13 giocatori non si assemblano dall’oggi al domani».

"Boateng su Mario Balotelli: «Per me è come un fratello. Ha bisogno ancora di un po’ di tempo ma ha grandi motivazioni. Lo aspettiamo per farci vedere che grande giocatore è».

"Boateng sui suoi rimproveri ai giovani: «In pochi amano il calcio. Ormai è solo business: disputi una buona stagione e guadagni 5 milioni. È diventato triste, quando io ho iniziato mica pensavo ai soldi. Capisco che possa essere destabilizzante: da bambino non avevo nulla nel frigo e a 18 anni giocavo davanti a 60 mila persone. A un certo punto avevo perso l’amore per il calcio, l’ho ritrovato con Roberto De Zerbi al Sassuolo».

"Boateng sul calcio moderno: «Quando ero al Tottenham dovevo pulire le scarpe ai vecchi dello spogliatoio. Oggi i giovani mica lo fanno, pensano alle Mercedes e alla playstation. La prima volta in cui ho mangiato il sushi avevo 23 anni ed ero arrivato al Milan, ero uno di strada abituato al kebab. Il giorno in cui non proverò più passione per questo mestiere smetterò, non voglio rubare il posto a chi ancora lo sogna». LEGGI QUI L'INTERVISTA DI IVAN GAZIDIS ALLA GAZZETTA DELLO SPORT >>>

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