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Bierhoff: “Scudetto al Milan? Sarebbe della squadra più che dei campioni”

Intervista Bierhoff AC Milan

Oliver Bierhoff, centravanti del Milan che vinse lo Scudetto nel 1999, ha parlato della possibilità che il Diavolo vinca oggi il titolo

Daniele Triolo

Oliver Bierhoff, centravanti tedesco del Milan che vinse lo Scudetto nel 1999, ha parlato della possibilità che il Diavolo vinca oggi il titolo in occasione della partita in casa del Sassuolo. Queste, dunque, le dichiarazioni integrali rilasciate da Bierhoff in un'intervista esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport'.

Bierhoff sulle analogie tra il Milan del 1999 e questo: "Come successe a noi, anche la squadra attuale era poco considerata in estate, quindi pure questo sarebbe un grandissimo successo. I giocatori non devono avere paura di perdere questa occasione".

Su come si prepara una partita Scudetto all'ultima giornata: "In questa settimana saranno stati giorni sicuramente pieni di tensione. Cerchi di essere rilassato, non troppo teso, ma già dai giorni prima hai la testa sulla partita della domenica. Noi nel ’99 avevamo il vantaggio di avere tanti giocatori in rosa che avevano già vinto tanto, anche tre quattro campionati o la Champions League. Questi tipi di compagni erano più rilassati al mio confronto, per me era il primo. Anche nel Milan di adesso ci sono tanti giocatori di fronte al primo grande traguardo e poi alcuni sanno che è un'occasione che non ti ricapita per altre dieci volte. Però è anche decisivo il fatto di sapere che il titolo è nelle tue mani e non vuoi fartelo sfuggire".

Sui consigli che darebbe ai giocatori rossoneri di Stefano Pioli: "Sicuramente tra professionisti sanno come comportarsi, però cerchi di eliminare anche le distrazioni esterne che hai anche dalla vita privata".

Oliver Bierhoff AC Milan

Su fidanzate, moglie e famiglie da lasciare in disparte in settimana: "No, questo no. Però è utile tenere una vita semplice, magari se hai troppe visite o altri programmi che prima avevi pianificato, lasci stare e badi solo al tuo corpo, alla forma fisica e mentale".

Su quanto conta l'entusiasmo in una vittoria all'ultimo punto e all'ultima giornata: "In questi momenti vivi sull'entusiasmo e sul convincimento di non farti sfuggire il traguardo ma anche sulla convinzione di poter diventare campione perché hai fatto delle buone partite. Per noi è stato un rally finale, ricordo le sette vittorie consecutive. Anche Zaccheroni prima ci parlava, chiedeva se dovessimo cambiare qualcosa. Poi siamo partiti modificando un po’ davanti con Boban, Weah, Leonardo e me, così abbiamo infilato quella serie positiva chi ci ha portato al titolo a Perugia".

Su che rischi ci sono giocandosi tutto all'ultimo sprint: "Ricordo ancora la penultima partita, a San Siro in casa con l'Empoli. C'era un ambiente eccezionale, e quando lo stadio sentì che la Fiorentina aveva segnato con Batistuta contro la Lazio, ci spinse ancora di più al sorpasso. Fu una delle partite più belle perché si percepiva che tutto era possibile. Ecco, spero che ai ragazzi non pesi il fatto di avere percorso tutta questa strada, di essere arrivati davanti per poi magari non raccogliere. Non devono avere paura di perdere questa occasione. Attenzione al timore del ripetersi nella mente 'dopo tutto quello che abbiamo fatto adesso non dobbiamo perdere'. Siccome non devi dire cosa non vuoi avere, spero che questo non avvenga nella loro testa".

Bierhoff su Perugia-Milan del 1999, dove il Diavolo doveva vincere per forza: "C'era tensione come ci sarà adesso. Allora faceva caldo, stadio piccolo, loro si giocavano la salvezza. Pressione altissima fino alla fine. La parata di Abbiati ci salvò la vittoria. Adesso sembra più facile, ma il Milan deve far capire fin dall'inizio chi comanda la partita. Se non segni subito non devi avere fretta perché anche un pareggio può bastare".

Su cosa vede, da fuori, in questo Milan: "Per quello che so io, si vedono ragazzi che vogliono fare ancora strada, che hanno avuto mentalità e atmosfera giusta nel gruppo, con un allenatore molto preparato. Se arriva, è più lo scudetto della squadra che quello dei campioni".

Sui dirigenti: "Sono molto felice per Paolo Maldini, se riesce prende lo scudetto anche come direttore dell’area tecnica. Gli dà sicurezza e fiducia per i prossimi lavori e soprattutto gli dà possibilità in più per portare giocatori interessanti a Milano".

Sulle analogie con 23 anni fa per aver superato un periodo buio: "Da noi non si aspettavano lo scudetto dopo due annate finite al decimo e undicesimo posto. E c'era una concorrenza fortissima. Ma avevamo molti campioni di grande qualità. Avevano già vinto tanto ma non erano alla frutta. Adesso in partenza questo Milan era meno considerato, anche per questo sarebbe un grandissimo successo".

Su cosa fece in campo nel giorno dei festeggiamenti: "C’è stato un periodo, nel ’95, in cui avevo pensato di prendere la vostra cittadinanza perché mia nonna era italiana, per giocare nell’Italia. Lo scudetto è stata una bella soddisfazione, un amore consolidato. Se penso a come ero arrivato nel ‘91 all’Ascoli, e poi dopo tanti anni riuscire a vincere il campionato con 19 gol e tutte le 34 partite giocate… Insomma, è stato bello, ho fatto la mia parte". Milan, il nuovo bomber arriva dal Chelsea? Le ultime news di mercato >>>

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