INTERVISTE

Ambrosini: “Il mio Milan, i giovani di oggi e quel consiglio per non mollare mai”

Alessia Scataglini
Alessia Scataglini
Massimo Ambrosini, con la sua storia di sacrifici e trionfi culminata sul tetto d'Europa con il Milan, ha rilasciato delle dichiarazioni

Massimo Ambrosini, con la sua storia di sacrifici e trionfi culminata sul tetto d'Europa con il Milan, si fa portavoce dei valori di perseveranza e dedizione per le nuove generazioni. L'ex capitano rossonero, ora ambassador del brand Under Armour, incarna perfettamente lo spirito di "Like a Pro", il progetto di One of Us dedicato a chi sogna il professionismo partendo dalle fondamenta. In questa veste, Ambrosini offre, alla Gazzetta, una panoramica a 360 gradi sul calcio attuale: dai giovani e le nuove tecnologie, fino alle dinamiche di Milan e Inter, passando per l'analisi di allenatori, progetti e la sempre avvincente corsa Champions. Ecco, di seguito le sue parole:

Ambrosini: "Il mio Milan dal basso all'Europa, ai giovani dico: non temete le debolezze"

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Sulla tecnologia per scoprire nuovi talenti: “Viviamo nell’epoca di video, numeri e algoritmi. La tecnologia ti permette di scremare, ma continuo a pensare che l’occhio umano vinca sempre su qualunque tipo di macchina. A grandi livelli il calciatore va visto e conosciuto, come si allena, attitudini, carattere. Se fossi un dirigente, vorrei sapere come un potenziale acquisto vive il calcio, che tipo di famiglia ha intorno. Insomma, avere una visione a 360 gradi”.

Sul suo 'punto forte': “Io ero molto bravo a intuire dove andava a finire il pallone. Anche se questo aspetto nei video era impossibile da riprendere (ride, ndr). Tecnicamente io ero un disastro, se mi fa palleggiare ancora oggi faccio delle brutte figure. Cercherei di mettere in risalto una qualità forte, quello sì”.

Lei è partito da Cesena ed è arrivato a vincere due Champions League. La sua storia insegna che tutto è possibile: che consiglio darebbe?  “Il consiglio che darei è non aver paura di affrontare le proprie debolezze. Va avanti chi combatte, chi non si rassegna davanti ai propri limiti, che siano tecnici, fisici o mentali. L’obiettivo è arrivare a fine carriera senza avere rimpianti. Questo non vuol dire che, se applichi queste cose, allora arrivi in Serie A. Devi arrivare alla fine senza rammarichi”.


A 18 anni fu acquistato dal Milan: oggi sembra più difficile per un giovane emergere:  “Non so se sia più difficile emergere. Il mio era un calcio diverso, c’erano meno partite, quindi meno necessità di avere rose allargate. Il mio caso è stato molto strano: negli anni ’90 i giovani lanciati dalle grandi squadre non erano tantissimi. Ma se sei forte vai, la strada la trovi. Le società devono creare le condizioni per poter far sbagliare un ragazzo, senza mettergli troppa pressione addosso. Prendendomi come esempio, l’anno che ho fatto a Vicenza in prestito è stato determinante per rimanere più di quindici anni al Milan. I ragazzi di oggi, a differenza dei miei tempi, sono più insicuri, devono crearsi delle certezze. E il percorso non è uguale per tutti, ma passa sicuramente attraverso gli errori e il gioco”.

Riconferma di Conceicao: “Non penso che lui abbia avuto la percezione che il suo destino fosse segnato già da un po’. In questo momento la direzione tecnica sta dando delle certezze che prima non c’erano. Ma per avere una valutazione oggettiva bisognerebbe vivere l’ambiente, capire come ha legato coi giocatori”.

Ambrosini: "Leao e Theo, se vogliono restare, il Milan non li ceda"

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Il Milan farebbe bene ad andare oltre Theo e Leao? “Se i giocatori forti sono motivati, non li darei via. Rafa mi sembra che abbia dimostrato il suo valore, nonostante panchine e difficoltà. Almeno in termini di presenza e volontà, la faccia ce l’ha sempre messa. La stagione attuale dovrebbe aver insegnato a entrambi qualcosa sul piano caratteriale. Tutto dipende da cosa loro hanno in testa: se fossero motivati e decisi a rimanere, perché dovrei andare a cercare fuori qualcosa che ho già dentro? Le motivazioni muovono il calcio, soprattutto se sei all’interno di una società da cinque-sei anni”.

DS Milan: “Non ho la minima idea di che strada prenderà il Milan. Non capisco tanto la direzione in cui la società voglia andare”.

Inter, nessun trofeo a fine stagione: è fallimento? "Assolutamente no. Comunque vada, l’Inter ha fatto un percorso straordinario in Europa. Ha battuto l’Arsenal semifinalista nel girone, ha pareggiato col City e nelle prime nove partite ha preso un gol. Il rammarico, in caso di trionfo del Napoli, sarebbe il campionato, dove ha lasciato decisamente troppo per strada. È lì che l’Inter ha commesso tanti errori. In generale penso che il tifoso interista sia contento: vedere giocare la squadra così non capitava da parecchio tempo”.

Sui fratelli Inzaghi: "Pippo allenatore è la fotocopia di com’era da calciatore. È uno che si aggrappa a tutto, non lascia niente al caso. Cura i dettagli, sa capire cosa serve in quel preciso momento, e in Serie B si esalta. Ma questo non significa che non possa farlo anche in Serie A. Sarebbe interessante capire da lui se si sente più “confident” in cadetteria o se si considera pronto per affrontare ancora il massimo campionato. A questo punto, sarebbe utile coinvolgere anche il presidente del Pisa”.

Lotta al quarto posto, chi la spunterà?: "Lazio-Juve determinerà tanto. La Roma ha un brutto calendario, ma onore e merito a Ranieri per ciò che sta facendo. Onestamente non pensavo potesse fare questo percorso, così come la squadra in sé. I giallorossi sono la vera sorpresa”.

Sul successore di Ranieri: "Roma storicamente ha bisogno di un allenatore in grado di gestire un po’ tutto. Pioli potrebbe essere un nome valido. In generale serve qualcuno in grado di farsi carico di tante cose”.

Sulle Juventus di Tudor: "A me la squadra sembra convinta di quello che fa, ha sposato le idee di Igor. A me piace lui come persona, anche per come si rapporta con la realtà. Se dovesse arrivare in Champions e fare un buon Mondiale per Club, secondo me la Juve farebbe qualche pensiero in più nel decidere se tenerlo o no”.

Su Gasperini-Atalanta: “Secondo me vanno ancora avanti insieme. Bisogna vedere anche lì che idee hanno. È stupido continuare a chiedergli di fare qualcosa in più. Salvo cataclismi finali, sarebbe il quinto anno che va in Champions”.

Sul Napoli : “Il Napoli non è mai stato scarso. Se sarà scudetto, avrà fatto una cosa enorme perché comunque l’anno scorso sono arrivati decimi. Antonio ha ottimizzato tutto quello che c’era da ottimizzare. Gli uomini ce li ha sempre avuti, dovendo pensare a una sola competizione. Massimo rispetto e onore per una persona che in termini di ambizioni e limiti non è seconda a nessuno”.

Se Italiano non conquista la Champions né la Coppa Italia, farebbe peggio di Motta?: Assolutamente no. Il Bologna di oggi è una squadra più evoluta, europea. Il merito di Vincenzo è evidente. È una squadra riconoscibile che gioca senza paura contro tutti. A prescindere da posto in Champions e Coppa Italia, per me Italiano avrà fatto un grande lavoro. Non era scontato ripartire dopo le cessioni in estate”.