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Abbiati: “Donnarumma? A Sinisa gli dissi che era un fenomeno”

Cristian Abbiati, ex portiere del Milan, Getty Images

In esclusiva ai microfoni di DerbyDerbyDerby.it, l'ex portiere del Milan Christian Abbiati ha rilasciato una lunga ed interessante intervista

Alessio Roccio

NEWS MILAN - In esclusiva ai microfoni di DerbyDerbyDerby.it, l'ex portiere del Milan Christian Abbiati ha rilasciato una lunga ed interessante intervista.

L'ex estremo difensore del Milan ripercorre i suoi primi anni in rossonero, rivelando alcuni aneddoti e snocciolando ricordi: "Ricevetti dei complimenti dopo un Milan-Galatasaray 2-1, il presidente Berlusconi disse grande Abbiati e piccolo Milan, ero sempre felice quando Berlusconi, Galliani e Braida mi facevano i complimenti, il Milan mi ha dato tanto e spero di aver ripagato, ma un attimo dopo mi dicevo: tieni i piedi per terra…”.

Con Cesare Maldini, a fine campionato, ha giocato Seba Rossi: “Sì e oggi una spiegazione me la sono data. Mi era accaduto anche al Monza con Giuseppe Gatta, quando una squadra non va bene può accadere che l’allenatore inserisca un portiere più esperto. Ci sta.”

Quando Dida diventò titolare con Ancelotti e Vecchi: "No, non ho sofferto, era l’estate del 2002 e mi ero stirato l’addome in una amichevole, sono rimasto fermo per un mese e mezzo. Io stavo andando bene, poi sono il primo a dire che il Dida di quegli anni ha giocato ad altissimi livelli”.

Eri alla Juve e in un Milan-Juve 3-1 a San Siro sarebbe stata la tua prima da avversario ma non hai giocato, scese in campo Chimenti con la maglia bianconera, tante dicerie, non se l’è sentita…: “Molto semplice. Avevo avuto il febbrone tutta la settimana per colpa delle tonsille e a fine stagione mi sono operato, quelle tonsille quando si infiammavano mi mettevano a letto”.

Poi arriva l’estate del 2008: ”Me la ricordo bene. Avevo fatto una grandissima stagione all’Atletico Madrid, ero carico ed ero convinto di potermi riprendere il Milan. Avevo iniziato a parlare con il presidente Zamparini per andare al Palermo, se fossi andato il Milan avrebbe preso Lloris dal Nizza, ma mi sentivo troppo sicuro quella volta, ringraziai Zamparini e rimasi al Milan. Ancelotti disse che io, Dida e Kalac saremmo partiti alla pari. Dida era all’ultimo anno, Kalac prese 5 gol dal Chelsea in amichevole, io vinsi il trofeo TIM a Torino contro Juventus e Inter e tornai titolare. Poi nel marzo 2009 mi ruppi il crociato a Siena e rosicai tantissimo perché stavo andando bene. Sono tornato 1 anno dopo, prima con Leonardo parando un rigore a Bari in una gara dura e poi con Allegri. Nell’anno dello Scudetto, la parata che ho fatto sul colpo di testa di Thiago Motta sull’1-0 nel derby di ritorno, è stato come aver segnato un gol. La parata su Diamanti a Brescia del sabato di Pasqua, vale come quella su Kallon nel derby di Champions League e ancor prima su Bucchi nel pomeriggio dello Scudetto di Perugia. Ebbene sì, i derby mi hanno più dato che tolto, più gioie che dolori”.

Infine, un ricordo su Donnarumma che lui ha visto lanciare nel grande calcio: "Sinisa Mihajlovic, che è un grande uomo e un grande allenatore, la scelta ce l’aveva già in testa, ma quando mi chiamò e mi chiese cosa ne pensassi, gli ho detto solo due parole: buttalo dentro. Poi silenzio…aggiunsi solo è forte ed è così giovane che anche se sbaglia glielo perdonano, infatti da Berardi con il Sassuolo prese gol sul suo palo ma poi ha continuato a giocare e ha conquistato tutti”. Intanto, ecco le ultime sul futuro di Maldini: rimarrà o mollerà?

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