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INTERVISTE

Abate: “Lazetic è un esempio. Chaka Traoré ha qualità oltre la media”

intervista Abate AC Milan Primavera: dichiarazioni su Lazetic, Traorè e altri talenti
Ignazio Abate, allenatore del Milan Primavera, ha rilasciato un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco le sue dichiarazioni su Lazetic, Traorè, Coubis e gli altri talenti

Daniele Triolo

Ignazio Abate, tecnico del Milan Primavera, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni dell'ex calciatore rossonero, promosso in questa stagione dall'Under 16.

Milan Primavera, le dichiarazioni di Abate 

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Sul come è diventato allenatore: «Io pensavo sarei diventato un dirigente, infatti ho completato il corso da direttore sportivo. L’unica a non crederci era mia moglie. Mi diceva “Farai l’allenatore”, e io: “No, impossibile”. Mi sono iscritto al corso solo per completare la formazione ed è stato un colpo di fulmine. Farfalle nello stomaco, vocazione che ti prende la testa. Mi capita che qualcuno mi parli e io guardo nel vuoto: sto pensando alla partita o alla squadra».

Sulla soddisfazione per la stagione fin qui condotta dal Milan Primavera: «Sì, io sono convinto che stiamo gettando le basi per il futuro della Primavera. Io amo costruire da dietro e avere la palla perché è con la palla che si migliora. E faccio giocare i giovanissimi, senza paura di mandarli in campo con i più grandi».

Abate su Lazetic, Traoré e i talenti del Milan Primavera

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Su Andrei Coubis capitano: «Sì, l’ho voluto responsabilizzare. Parla poco ma penso possa trainare il gruppo».

Su Marko Lazetic, che, di recente, ha segnato tre gol all’Atalanta in campionato: «Sono contento. È umile, ha atteggiamento positivo: è un esempio per tutti i compagni».

Su Chaka Traoré che può arrivare in Serie A: «Ha qualità oltre la media e grandi doti fisiche. Può fare 20 gol all’anno ma deve trovare continuità».

Sul ruolo nel gruppo di Youns El Hilali: «Ora ha responsabilità: è il vice capitano. Mi aspetto tanto dal punto di vista mentale, per far crescere i compagni».

Su quanto possono diventare forti Hugo Cuenca e Filippo Scotti: «Cuenca è stato sfortunato, è arrivato senza preparazione e si è fatto male, ma ora ha quasi recuperato. Scotti, beh ... è un 2006, l’ho portato in Primavera a 15 anni. Devi avere una personalità non indifferente per reggere».

Abate sul ruolo di allenatore

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Su Raffaele Palladino (Monza) e Salvatore Bocchetti (Verona) che dimostrano come un tecnico possa passare dalla Primavera alla Serie A: «Grazie ad allenatori come loro, il livello della Primavera si è alzato molto».

Sul suo allenatore preferito tra i suoi coetanei: «Roberto De Zerbi mi sembra un top. Io però sono fortunatissimo a lavorare vicino a Stefano Pioli, che umanamente è fuori dal normale e tatticamente all’avanguardia. Quando posso, mi fermo a vedere i suoi allenamenti o mi faccio spiegare come preparerà una partita. Mi apre la testa».

Su come sono i ragazzi del 2022: «Molto diversi da noi, forse più svegli, di sicuro con meno rapporti personali: sono sempre molto sui social, ma nel calcio valgono le regole di sempre. Devi fare gruppo, avere educazione e rispetto, sapere che se non soffri ora non potrai gioire domani. Alcuni mi guardano storto, poi capiscono che lo faccio per il loro bene. In generale li sento vicini, loro si confidano».

Su come sarà il calcio del futuro: «Sarà fondamentale leggere le situazioni tattiche individuali, che cambiano in un secondo. E il portiere sarà ancora più determinante». Gli scatti di Gattuso e il tradimento di Giampaolo: auguri Suso, ma che fine ha fatto? >>>

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