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Abate: “Maldini è il DNA del Milan. Sono cresciuti tutti dopo l’arrivo di Ibra”

Ignazio Abate, difensore del Milan (credits: GETTY Images)

Ignazio Abate, ex terzino destro del Milan, ha rilasciato un'intervista attraverso il canale Twitch del club rossonero. Le dichiarazioni

Renato Panno

Ignazio Abate, ex terzino destro del Milan, ha rilasciato un'intervista attraverso il canale Twitch del club rossonero. Le dichiarazioni.

Sulla partita contro l'Atalanta: "E' stata una sofferenza l'altra sera, ma è finita come doveva finire. Credo che la squadra e la società abbiano fatto qualcosa di straordinario. C'è da spendere due parole per Paolo, usa sempre uno stile e una terminologia da grande uomo. Sono state bellissime parole quelle di ieri. La svolta è stata la sua riconferma e quella del mister. Maldini rappresenta il DNA di questa società. Soprattutto le dichiarazioni del dopo gara sono state emblematiche, giusto festeggiare ma la Champions è l'habitat del Milan. Ci auguriamo che sia l'inizio di anni di successi".

Sull'età della squadra: "L'altro giorno vedevo l'età media della squadra, è impressionante. Ci sono tanti margini di crescita. Quando si arriva a 25-26 anni chiunque è migliore a livello tecnico e mentale. Ci auguriamo che i prossimi anni saranno pieni di soddisfazioni per tutti".

Su Ibrahimovic: "Non è più il giocatore di 10 anni fa, ma quello che è riuscito a dare lui a livello di convinzioni non ha precedenti. Lui è entrato in punta di piedi, ma quando va in campo si trasforma. E' sempre davanti al gruppo a trascinare i compagni, deve stare sempre davanti a tutti per dimostrare agli altri come si fa. Non si può mollare una virgola e se uno ha vinto tutti quei trofei l'unico segreto è quello di andare a 2000 all'ora tutti i giorni. Quando è mancato lui la squadra si è trascinata dietro la sua mentalità, ma quando ha avuto stop più lunghi l'assenza si è sentita".

Ancora su Ibra: "E' intelligentissimo. Ai miei tempi, averlo e non averlo cambiava. Quello era un gruppo diverso perché c'erano tante personalità, ma lui sposta gli equilibri. Nello spogliatoio era molto sereno e concentrato. La partita si prepara in settimana. In campo si trasformava, non ci sta a perdere. Questa è la mentalità dei grandi campioni".

Sulla differenza tra la gioventù e l'esperienza: "A 20 anni ero più istintivo. A livello fisico non dosavo le energie, arrivavo al 70esimo con i crampi perché andavo sempre avanti e dietro. Col tempo poi impari a dosare le forze e capisci anche altre cose, ad esempio quando è il momento di incitare e alzare la voce. Non sono come molti dicono che con l'esperienza arrivi già sereno all'evento. Avevo il mal di pancia il sabato sera e voleva dire che avevo la tensione. Sentire l'atmosfera di San Siro dava brividi che quando smetti ti mancano".

Sul Milan: "E' stato un anno e mezzo incredibile. Nell'ultimo anno e mezzo è la squadra che ha emozionato di più. A livello di unità di intenti e per la qualità del gioco".

Su Calabria: "Lui ha fatto il cambio di marcia a livello mentale. Era un giocatore pronto, non dimentichiamoci che è giovanissimo e ha tantissime presenze del Milan. Lo vedi molto più deciso, in partita si assenta meno. Nei 90 minuti è un martello. Dopo l'arrivo di Ibra c'è stato un cambio di marcia imbarazzante".

Su Gattuso: "Ho girato subito canale e ho visto l'occasione in cui il Napoli ha sfiorato la traversa. Anche Rino meritava Champions, ha avuto assenze pesanti e hanno fatto rincorsa incredibile. Nelle difficoltà riesce a compattarsi e la squadra lo ha fatto intorno a lui. Dispiace ma non si può avere tutto, ci accontentiamo del nostro (ride ndr)".

Su Theo Hernandez: "E' stato una grande sorpresa. Lo avevo visto giocare, ma visto dal vivo mi ha impressionato. Troppe volte è troppo sicuro di sé sulle letture fisiche perché è molto più forte degli altri. Se fa quello step mentale sulla cattiveria diventa il più forte a mondo".

Su Kessie: "Franck giocherebbe titolare in tutti i top club d'Europa. E' una forza della natura, lui è sempre stato continui negli anni. Non solo lui, ma anche Rebic, Bennacer, Calhanoglu, Saelemaekers. Il belga è entrato nei meccanismi ed è stato l'ago della bilancia, interpretando benissimo la doppia fase".

Sul valore del Milan: "Non ti saprei spiegare benissimo così il Milan. Quando ci nasci è una cosa che hai dentro. Una famiglia a cui vuoi bene e dai anima e coprsp. Mi hanno sempre insegnato che è più importante lo stemma davanti e non il nome sulla maglietta". Intanto il Milan ha ufficializzato Mike Maignan: il comunicato

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