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Il MILAN di oggi e l’INTER di Moratti

Galliani e Berlusconi in tribuna (credits: GETTY images)

Le difficoltà del Milan da un punto di vista tecnico e ambientale, per certi versi, ricordano quelle dell'Inter pre calciopoli: le similitudini

Redazione

Tutti contro tutti: il Milan esce con le ossa rotte dal Braglia di Modena, sia per il deludente risultato sul campo, ma soprattutto per gli strascichi che l’ennesimo risultato negativo di questa stagione porta e porterà con se. A dir la verità il sospetto, più che fondato, aleggiava già da qualche stagione ma il dopo partita di Carpi Milan ha ormai certificato inequivocabilmente come il Milan e l’A.C. Milan, quelli veri, non esistano più.

Squadra e società sembrano essere in balia degli eventi, navigano a vista senza un progetto e una programmazione e finiscono per buttare al vento soldi su soldi e stagioni su stagioni. Le colpe nascono sempre e comunque dall’alto: il Presidente Berlusconi sembra essere ormai demotivato e disinteressato del suo giocattolo; l’entusiasmo di un tempo è svanito mentre la confusione ed i silenzi che ruotano intorno alla possibile cessione del 48% non fanno altro che aumentare perplessità e caos. Lo storico A.D, Galliani, è ormai un uomo solo e viene contestato a tutti i livelli: iniziò quasi 3 stagioni fa Barbara Berlusconi che scatenò una lotta intestina ancora in atto che si sta rivelando solamente auto distruttiva e deleteria per Società e squadra.

Galliani è, da tempo, anche nel mirino della Curva e, dallo scorso weekend, ha dovuto subire gli attacchi di Paolo Maldini e diversi opinionisti (alcuni dei quali ex bandiere rossonere come Billy Costacurta e Zorro Boban): tutti sono concordi nel riconoscere i meriti di Galliani come dirigenti ma sottolineano fermamente come l’AD non sia ferratissimo dal punto di vista tecnico e che abbia bisogno di un vero Direttore Sportivo (come lo era Ariedo Bradia) che sappia valutare e scegliere i giocatori. Dopo la figuraccia per la questione stadio, anche Barbara Berlusconi sembra essersi chiusa nel silenzio e le sue divergenze con lo stesso Galliani, nonostante lo sdoppiamento dei ruoli voluto dal padre, sembrano essere tutt’altro che appianate. Tutta questa confusione non fa che incidere negativamente su ambiente e squadra con Mihajlovic a fare da parafulmine ed a difendere i suoi dal fuoco incrociato di stampa ed addetto ai lavori.

Il paragone più calzante per descrivere la situazione attuale, anche se forse è quello che ferisce di più i tifosi rossoneri, è quello lanciato da Beppe Bergomi che, domenica sera, ha accostato il Milan di oggi all’Inter di Moratti pre-calciopoli. Avete capito bene, stiamo parlando proprio di quell’Inter disastrosa, l’Inter dei vari “Luglio, Agosto…”, del “5 Maggio”, del “Non vincete mai”. Ecco, il Milan, una volta modello di Società e di comunicazione, sta ricalcando pian piano le orme del passato dei cugini tanto, ironicamente, derisi dai suoi tifosi. Come sottolinea l’ex capitano neroazzurro, ormai all’interno del Milan tutto sembra essere autodistruttivo e tutto l’ambiente è entrato in un vortice di negatività proprio come avveniva nella Società di Moratti prima dell’arrivo di Mancini prima e Mourinho poi. Anche il pubblico sembra essersi adeguato al canovaccio degli ex colleghi di tifo: giocare a San Siro ormai non è più un fattore, i tifosi sono freddi e fischiano e contestano ai primi errori, un po’ come i cugini che negli anni, con i loro fischi, bruciarono anche giocatori del calibro di R. Carlos.

Al Milan manca un pò tutto: organizzazione, definizione dei ruoli ed unità di intenti; di conseguenza manca un progetto chiaro e condiviso e gli allenatori vengono bruciati di anno in anno o, addirittura, di mese in mese: Mihajlovic stesso, quando parla di “aria strana” oppure che “il peggio potrebbe ancora arrivare”, molto probabilmente, si riferisce proprio a questo caos ed alle lotte interne che stanno pian piano distruggendo ambiente e squadra. Mihajlovic, non essendo un profilo troppo aziendalista, preferisce metterci la faccia pur sapendo che molto probabilmente finirà per pagare in prima persona ma almeno ha avuto il merito di mettere in piazza quanto di autodistruttivo sta succedendo tra Arcore e via Aldo Rossi.

Gaetano De Pippo

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