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ESCLUSIVA PM – Galia: “Che ricordi il ’90. Milan inferiore, ma…”

Il gol di Galia al Milan nel 1990, foto juvenews.net

A un giorno dalla finale di Roma, la redazione di Pianetamilan.it ha intervistato in esclusiva Roberto Galia, che decise la finale di Coppa Italia del 1990 in maglia Juventus, proprio contro il Milan

Luca Fazzini

Manca ormai un giorno alla finale di Coppa Italia. Una giornata, una partita che potrebbe rappresentare la svolta della stagione o il decadimento definitivo di una squadra - e una società - ormai allo sbaraglio. La sfida contro la Juventus rappresenta un bivio importante per Cristian Brocchi - che vincendo potrebbe essere confermato - e per la squadra, che con un successo si assicurerebbe un posto nella prossima Europa League. Per parlare di tutto ciò, la redazione di Pianetamilan.it ha contattato in esclusiva Roberto Galia - attuale tecnico del Como Primavera - che nel 1990 decise la finale di Coppa Italia proprio contro il Milan, quando vestiva la maglia della Juventus.

Buongiorno sign. Galia: che cosa si ricorda di quel giorno?

"Indipendente dal gol, mi ricordo la gioia di tanti tifosi. Sapevamo bene che all'andata avevamo meritato di vincere, ma non facemmo gol. Mi ricordo l'esultanza della squadra e l'ultimo periodo dove arrivammo a fare due finali e a vincerle entrambe (bianconeri campioni in Coppa Italia e in Coppa Uefa, ndr)".

Come vede invece la partita di domani all'Olimpico?

"Sicuramente in maniera diversa rispetto alla partita del '90. Lì il Milan era un po' più avvantaggiato di noi, adesso invece la situazione si è ribaltata. E' chiaro che in questo momento la Juve è strafavorita sul Milan, ma in una partita secca possono succedere molte cose. Non sarà semplice: i bianconeri si troveranno davanti un Milan agguerrito, che vorrà cercare di vincere anche per salvare una stagione. Da parte sua, però, la Juve deve sfruttare i suoi giocatori, per poter concludere una grande annata vincendo anche la Coppa Italia".

L'ha detto anche lei, la superiorità della Juve è netta. Dove il Milan potrebbe però sorprendere la squadra di Allegri?

"Il Milan deve giocare da provinciale, cercando di non far giocare la Juventus, perchè se in questo momento si mette in campo alla pari, diventa veramente dura. Occorre quindi calarsi in quest'aspetto, cercando di far giocare il meno possibile la Juve, sfruttando anche le qualità dei suoi giocatori - che comunque ci sono - per far gol. Penso che il Milan debba fare così, anche se il calcio è imprevedibile. Di certo, i rossoneri potrebbero avere ben poche chances se si mettessero a giocare alla pari. Sarà una partita caratteriale".

Come sono cambiati il Milan e la sua immagine rispetto a quando lei lo affrontava da avversario?

"Chiaramente sono tempi diversi. Ai miei tempi l'immagine del Milan era quella di una squadra che stava vincendo tutto, mostrava grandi cose in ambito nazionale ed internazionale. aveva molti campioni e una fama mondiale incredibile. La Juventus, invece, ne aveva un po' meno perchè vinceva meno e si stava ristrutturando. Adesso il Milan secondo me ha comunque un'immagine importante e positiva nel mondo. E' chiaro che i risultati degli ultimi anni l'hanno limitata, come giusto che sia. Se riesce a vincere la Coppa Italia, può comunque salvare la stagione".

Come vede invece la scelta di Berlusconi di esonerare Mihajlovic e puntare su Brocchi, contro cui lei ha giocato - da collega - in questa stagione a livello Primavera?

"E' sempre difficile valutare quando si cambia allenatore, soprattutto quando non si può entrare nel centro di una società e una squadra. Visti i risultati successivi all'esonero, probabilmente non è cambiato molto. Sappiamo comunque benissimo che sono i giocatori che vanno in campo. Gli allenatori possono aggiustare qualcosa, possono cambiare modulo, ma non è mai facile. E' importante vedere ora cosa decideranno al Milan da sabato in poi, per vedere cosa faranno nelle prossime stagioni".

Chiudiamo con la "sua" Juventus: cosa è mancato ai bianconeri per fare quel definitivo salto di qualità anche in Europa?

"E' mancato quel minuto, quei secondi del 2-2. Se avesse vinto in casa del Bayern sarebbe potuta arrivare anche in finale. In quel momento l'importante è rialzarsi mentalmente, la differenza non è stata qualitativa o di gioco, ma quel minuto. La rabbia accumulata ha permesso di vincere lo Scudetto e di arrivare alla finale di Coppa Italia. La squadra c'è, ma si può ancora migliorare".

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