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BERLUSCONI, il mangia-allenatori: per Mihajlovic gara decisiva

Silvio Berlusconi, Presidente del Milan (credits: GETTY Images)

Silvio Berlusconi si era sempre contraddistinto per la fiducia concessa ai suoi tecnici: negli ultimi tempi una pericolosa inversione di tendenza

Redazione

"I modesti risultati ottenuti finora in campionato sono conseguenza di cambi e scelte tecniche sbagliate (Mihajlovic si preoccupi di questo e non perda tempo a parlare di errori arbitrali contro il Milan): ciò è dovuto sia al continuo cambiamento della rosa (tra acquisti, prestiti e cessioni) sia al continuo cambiamento dell'allenatore.

"Nelle ultime tre stagioni (dopo il 3° posto del 2013) sono stati cambiati ben quattro tecnici – Allegri, Seedorf, Inzaghi e ora Miha – un record negativo che non si verificava dal triennio 1996-99 (Tabarez, Sacchi-bis, Capello-tris e Zaccheroni) e che ha «zamparinizzato» anche Berlusconi il quale, fino al 2012, si era contraddistinto per l'enorme fiducia concessa ai suoi tecnici, pur con qualche eccezione (le brevi esperienze di Tabarez e Fatih Terim).

"Un esempio lampante è stato quello di Sacchi durante i primi due anni. Nell'ottobre 1987, dopo le prime cinque giornate di campionato, la squadra era quinta in classifica a quattro punti dal Napoli, aveva un piede e mezzo fuori dalla Coppa UEFA (0-2 contro l'Espanyol nella gara d'andata) e la dirigenza diede al mister romagnolo un'ultima possibilità: battere il Verona al Bentegodi. Il successivo 25 ottobre arrivò la vittoria in trasferta (1-0, gol di Virdis) e la fiducia verso il mister diventò totale fino al termine del campionato (poi vinto).

"La stessa situazione si è ripetuta nel novembre 1988: il Milan (secondo in campionato a un punto dall'Inter) rischiava di uscire dalla Coppa dei Campioni contro la Stella Rossa e la società fece capire che, in caso di eliminazione dall'Europa, avrebbe esonerato l'allenatore. La qualificazione arrivò con molta fortuna (e fatica) e Sacchi rimase al suo posto. Dopo il ciclo sacchiano hanno allenato altri tecnici emergenti (Capello, proveniente dalle giovanili, e Leonardo, ex dirigente) o comunque da pochi anni in A (Ancelotti): questo avveniva grazie soprattutto a dirigenti preparati (Galliani, Braida e Ramaccioni) che sapevano prendere le difese del mister nei momenti critici e riuscivano ad allestire un organico competitivo coi soldi messi a disposizione dal Presidente.

"Oggi la situazione è completamente diversa; di soldi ne girano pochi, non c'è stato un ricambio dirigenziale (Braida non è stato degnamente sostituito, Galliani pensa solo a ingaggiare dei parametri zero) e anche la pazienza di Berlusconi dura sempre meno. Ed infatti, oggi, Mihajlovic rischia l'esonero in caso il Milan non battesse la Sampdoria in Coppa Italia. Un brutto segno per una squadra che vuole tornare a ricoprire un ruolo di primo piano sia in Italia che in Europa.

"Stefano Sette

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