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AIA, Nicchi: “Parola agli arbitri dopo le gare? Ancora no”

Marcello Nicchi AIA
Il Presidente dell'AIA, Marcello Nicchi, a 'Radio Anch'Io Sport': “Non c'è serenità: verrebbe ripresa mezza frase e distorta la verità”

Daniele Triolo

Marcello Nicchi, Presidente dell'A.I.A. (Associazione Italiana Arbitri), da tempo, si batte affinché, un giorno, i direttori di gara possano parlare pubblicamente al termine delle partite di calcio ma quanto successo nelle ultime settimane, per l'ex fischietto toscano, “è stato un grande passo indietro. Avevamo chiesto serenità nel giudicare, nel dire, nello scrivere, nel diffondere e purtroppo non è accaduto. Ognuno ha pensato ai propri interessi e non al bene del calcio e alla tranquillità degli arbitri, alla violenza che si può generare con dichiarazioni sbagliate”.

Così Nicchi si è sfogato, oggi, ai microfoni di 'Radio Anch'Io Sport'. “Dietro a fisiologici e pochi errori, qualche società ne ha approfittato per giustificare i mancati obiettivi raggiunti, qualche allenatore ha pensato più al rinnovo di contratto e qualche editore ne ha approfittato per vendere qualche copia in più dimenticando che così abbiamo fatto del male all'immagine del calcio italiano. Ci sono state partite bellissime, intense, ricondotte a un episodio, a un fallo laterale, a un rigore, cose che accadranno sempre anche quando ci sarà la tecnologia. Con la Var non ci sarebbero state ? Lo vedremo, forse daranno la colpa ai registi”.

Per Nicchi, dunque, al momento, non sussistono le condizioni per far rispondere gli arbitri dopo le gare alle domande dei cronisti: “Verrebbe ripresa mezza frase e verrebbe ricondotta a qualcosa che non è la verità. Semmai gli allenatori dovrebbero parlare un po' di meno e magari un giorno si potrebbe arrivare a far parlare allenatore e arbitro insieme. Chi non ha parlato in questo periodo di partite belle da vedere non conosce il calcio, non conosce il regolamento – ha spiegato Nicchi -. Abbiamo fatto degli errori come li fanno i calciatori e gli allenatori ma credo che abbiamo anche la sensazione che il calcio al suo interno non sia così compatto come dovrebbe essere, si vedono cose che non si dovrebbero vedere, come le proteste. Ieri, per esempio, i giocatori hanno protestato di meno e gli arbitri hanno arbitrato meglio. Più si mettono gli arbitri nelle condizioni di serenità per operare, più crescono e operano meglio. Mi è dispiaciuto sentire dire che un arbitro serio e intelligente fischiava la fine dieci secondi prima - aggiunge Nicchi riferendosi a Juve-Milan -. Vogliamo forse tornare ai tempi in cui si fischiava il fallo di confusione?”.

Nicchi ha spiegato comunque come gli arbitri italiani non siano al momento allarmati, anche se vengono attaccati “in alcuni casi in modo ingiustificato”. “Bisogna smettere di circondare gli arbitri, non è nemmeno bastato il fatto di aver avvertito che in questi casi in due, un giocatore per squadra, ci rimettono il giallo. Proporrò di ammonire anche il capitano perché il capitano si deve riappropriare del suo ruolo e della sua squadra”.

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