PIANETAMILAN la storia amarcord La triste parabola di Robinho: 12 anni fa rinnovava con il Milan, ora è in carcere
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La triste parabola di Robinho: 12 anni fa rinnovava con il Milan, ora è in carcere

Redazione
La triste parabola di Robinho da fenomeno del calcio al carcere in Brasile per violenza sessuale (avvenuta a Milano nel 2013, quando ancora giocava nel Milan). Ecco la sua storia. )

Il 18 luglio 2013 Robinho rinnovava il suo contratto con il Milan. Sono passati 12 anni da allora e per il giocatore brasiliano sembra che il Mondo si sia capovolto. Dalle luci della ribalta al carcere di Tremembé, il passo è stato lungo e traumatico. L'ex rossonero è infatti detenuto in Brasile, a San Paolo, da marzo 2024. Questa è la sua storia e la triste parabola. Riavvolgiamo per un attimo il nastro e vi spieghiamo cosa è successo.

Robinho rinnova con il Milan

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Siamo al termine della stagione 2012-13. Dopo aver vinto lo scudetto nel 2010-2011 con Max Allegri in panchina, arrivano anni difficili per la squadra 7 volte campione d’Europa. Quell'anno il Milan arrivò terzo in campionato alle spalle del Napoli di Mazzarri e la Juventus di Antonio Conte, mentre in Coppa Italia si fermò ai quarti di finale. In Europa la squadra rossonera uscì invece per mano del Barcellona negli ottavi di Champions League: dopo il 2-0 dell'andata, arrivò un sonoro 4-0 al Camp Nou, con due gol di Messi. E' la fine di un ciclo e al termine del campionato salutano in serie: Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta, Gennaro Gattuso, Clarence Seedorf e Mark Van Bommel (tutti svincolati). Filippo Inzaghi si ritira, mentre Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic vengono ceduti al PSG.

Robinho: il tradimento e le parole di Pelé

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Tra i pochi a restare c'è Robinho, che il 18 luglio 2013 annuncia il suo rinnovo fino al 30 luglio 2016 al termine di una lunghissima telenovela. Prima del rinnovo, infatti, si vociferava di un suo possibile ritorno al Santos (squadra brasiliana nella quale aveva giocato i primi anni della sua carriera professionistica), ma il possibile trasferimento non andò mai in porto per la volontà del Milan di monetizzare la sua cessione.  Robinho era all'ultimo anno di contratto e Adriano Galliani non aveva intenzione di regalarlo.

Si decise dunque per un rinnovo di contratto fino al 2016 e di mandarlo poi al Santos in prestito, con la promessa di una futura acquisizione. Cosa che, però, non avvenne mai e costrinse il Milan ad accettare la rescissione consensuale. La risoluzione del contratto avvenne il 12 maggio 2015, dopo 144 presenze totali, 32 gol e 30 assist. Oltre allo scudetto vinto nel 2011, alzò anche la Supercoppa Italiana in occasione della finale contro l’Inter giocatasi a Pechino vinta per 2-1 dagli uomini di Massimiliano Allegri.


Non male insomma, anche se non rispettò mai pienamente le iniziali aspettative. Di lui Pelè (suo primo scopritore) disse: “La prima volta che ha toccato palla sotto i miei occhi mi è venuta la pelle d’oca. E quasi da piangere. Il suo dribbling è devastante, pari solo alla sua semplicità. Mi sono rivisto in lui”.

Robinho, dal calcio alla prigione

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Dietro la decisione di Robinho di tornare in Patria c'erano anche vicende giudiziarie. Proprio nel 2013, il brasiliano viene infatti accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza albanese. Queste - avvenute a Milano quando ancora era al Milan - lo porteranno poi ad una condanna di 9 anni di carcere, pena confermata nel 2024 dal Tribunale Supremo di Giustizia brasiliano, senza sconti di pena. Il Brasile infatti consente che un brasiliano condannato in un'altra nazione possa scontare la pena nella terra in cui è nato, come è avvenuto con lui. Il penitenziario in cui è rinchiuso Robinho si chiama "P2 Dr. José Augusto César Salgado", più noto come carcere di Tremembé, ovvero la località nello Stato di San Paolo in cui sorge. È chiamato anche il "carcere dei famosi" e ospita condannati i cui crimini - spesso efferati - hanno destato particolare scalpore nell'opinione pubblica.

Vito Pio Romagno