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Silvio Berlusconi: 31 anni al Milan che hanno riscritto la storia del calcio

Silvio Berlusconi: 31 anni al Milan che hanno riscritto la storia del calcio
Due anni fa esatti ci lasciava Silvio Berlusconi. Abbiamo scelto di ripercorrere alcune tappe col suo Milan in 31 anni di presidenza.
Redazione PM

Esattamente due anni fa ci lasciava Silvio Berlusconi. Era esattamente il 12 giugno del 2023, quando la leucemia mielomonocitica cronica non gli ha lasciato scampo. Oggi ci è sembrato giusto ricordare il Cavaliere vedendo brevemente il suo percorso al Milan, dall'acquisto del club nel 1986, passando ai 29 trofei che ha vinto nella sua lunga carriera da presidente rossonero. Durata per ben 31 anni della sua vita, a testimonianza della passione per il club rossonero, a cui sarà per sempre legato in maniera indelebile.

Ecco un bilancio dei suoi 31 anni di presidenza al Milan:

  • 8 Scudetti
  • 1 Coppa Italia
  • 7 Supercoppe italiane
  • 5 Champions League
  • 2 Coppe Intercontinentali
  • Supercoppe Uefa
  • 1 Mondiale per club
  • Per motivi di spazio, vedremo solo alcune delle incredibili imprese del Cavaliere. Oltre ad alcuni giocatori che ha acquistato per il club e che gli hanno permesso di riscrivere la storia del calcio.


    IL PRIMO SCUDETTO E LA PRIMA CHAMPIONS

    —  

    Il 20 febbraio 1986 il Milan passa a Silvio Berlusconi che, dalla stagione seguente, si affida in panchina ad Arrigo Sacchi. Si tratta della sua prima scommessa vinta, fiducia all’allenatore di Fusignano reduce dagli ottimi risultati col Parma. Insieme i due festeggeranno uno scudetto, due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali e altrettante Supercoppe europee.

    È lo scudetto del 1988, vinto dal Milan dopo un appassionante testa a testa con il Napoli di Maradona, il primo titolo dell'Era Berlusconi. Si tratta dell’11° tricolore nella storia rossonera. L'anno successivo arriva invece la vittoria della Coppa dei Campioni 1988/89. In finale i rossoneri battono 4-0 la Steaua Bucarest il 24 maggio a Barcellona. Una finale decisa dalle doppiette di Ruud Gullit e Marco Van Basten, straordinari olandesi come lo è stato anche Frank Rijkaard. I tre formano ad oggi probabilmente il trio più iconico della storia del calcio giocato.

    Impossibile però non citare una delle meraviglie del Milan targato Berlusconi, parlando sempre delle Coppe dei Campioni. Ovviamente parliamo del 4-0 al Barcellona nella finale di Atene. Massaro (due volte), Savicevic e Desailly stendono il Barcellona di Cruyff il 18 maggio 1994 e regalano la terza Coppa dei Campioni, prima Champions League a Berlusconi.

    L'ULTIMA CHAMPIONS E L'ULTIMO SCUDETTO

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    Nel 2004-2005, il Diavolo fu artefice di un'altra stagione ad alti livelli, aperta con la vittoria della Supercoppa italiana 2004 contro la Lazio che mancava da dieci anni, vinta grazie ad uno scatenato Shevchenko e chiusa con il secondo posto in campionato.

    Però, è anche l'anno delle disfatta di Istanbul. Vale a dire la sconfitta-beffa nella finale di UEFA Champions League contro il Liverpool, che nel secondo tempo rimontò in soli sei minuti dallo 0-3 e vinse la coppa ai rigori. Una notte che ancora adesso, tra aneddoti e leggenda, non ci dice ancora esattamente che cosa sia successo nello spogliatoio del Milan.

    Si consuma due anni più tardi, il 23 maggio 2007, la vendetta del Milan proprio contro i Reds: l’eroe diventa Pippo Inzaghi che segna due volte e stende gli inglesi. È la settima Champions League per i rossoneri, cinque delle quali vinte con Berlusconi presidente. 

    Per vedere l'ultimo scudetto firmato il Cavaliere, bisognerà aspettare il 2011. La stagione in panchina di Leonardo (2009-2010) non regala trofei a differenza dell’avvento di Massimiliano Allegri: è lui l’allenatore del 18° scudetto rossonero (l'ottavo targato Berlusconi), festa che diventa aritmetica il 7 maggio 2011 dopo lo 0-0 sul campo della Roma. Il Diavolo dovrà aspettare altri 11 anni anni prima di vincere nuovamente il tricolore con Stefano Pioli in panchina.

    L'ULTIMO TROFEO: LA SUPERCOPPA DEL 2016

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    Chiusa l’era Allegri e senza titoli durante le gestioni di Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic, l’ultimo titolo del Milan berlusconiano è la Supercoppa italiana del 2017. C’è Montella in panchina e si gioca a Doha il 23 dicembre 2016: battuta ai rigori la Juventus dell’ex Allegri. Ecco il 29° ed ultimo trofeo della presidenza Berlusconi che, il 13 aprile seguente, cederà la totalità delle quote in suo possesso all'imprenditore cinese Yonghong Li, chiudendo un'era di successi e passione per il club rossonero.

    I CAMPIONI CHE HA PORTATO: DA DONADONI AI TRE TULIPANI

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    Uno dei primi nomi che viene in mente ripensando alla storia di Silvio Berlusconi al Milan è quello di Roberto Donadoni, primo acquisto del Presidente proveniente dal vivaio dell’Atalanta. Donadoni si affermò rapidamente come esterno di estrema qualità: dotato di classe, visione di gioco e grande duttilità, fu elemento chiave nel centrocampo del Milan “totale” di Sacchi e successivamente di Capello, totalizzando 390 presenze e 23 gol tra campionato e coppe.

    Accanto a lui, furono decisive e iconiche le presenze di Ruud Gullit, Marco van Basten e Frank Rijkaard, il celebre trio olandese che trasformò i rossoneri alla fine degli anni ’80. Il tridente dei “tre tulipani”, si impose con potenza: con Gullit e Van Basten arrivati nel 1987-88 e Rijkaard nell’anno seguente, il Milan vinse 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 3 Coppe Intercontinentali tra il 1987 e il 1993. Quel Milan non solo raccolse vittorie, ma rivoluzionò il calcio italiano con un pressing, un gioco di squadra e un dominio totale che rimangono modelli ineguagliati, come ha spesso ricordato la FIFA parlando di quel Milan leggendario. 

    SHEVA E KAKA: PER SEMPRE NEL CUORE

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    Passando agli anni Duemila, non si può fare a meno di citare due talenti cristallini come Kakà e Shevchenko tra i colpi migliori di Berlusconi. L’attaccante ucraino arrivò nel 1999 dalla Dinamo Kiev per circa 23–25 milioni, segnando 24 gol al primo anno e affermandosi come capocannoniere della Serie A e della Champions, prima di vincere il Pallone d’Oro nel 2004. Un cuore d'oro che ha saputo incantare i tifosi fin dalla prima apparizione e che ancora adesso evoca piacevoli nei vecchi cuori rossoneri.

    Kakà è stato anche lui uno dei simboli del Milan degli anni 2000. Arrivato nel 2003 dal San Paolo per una cifra contenuta, conquistò subito tutti grazie alla sua eleganza, velocità e visione di gioco. Al suo primo anno contribuì alla vittoria dello Scudetto 2003-2004, ma il suo apice con la maglia rossonera arrivò nella stagione 2006-2007, quando trascinò il Milan alla vittoria della Champions League. Indimenticabili le sue prestazioni contro il Manchester United in semifinale, culminate con un gol leggendario all'Old Trafford. Quell’anno fu incoronato Pallone d’Oro, ultimo prima del dominio Messi-Ronaldo.

    Questo e altri furono i successi del Cavaliere, che anche oggi ricordiamo come simbolo della passione rossonera e tra i presidenti più iconici e più vincenti della storia del Milan, ma soprattutto della storia del calcio mondiale.

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