ULTIME MILAN - Era consuetudine da parte del Milan regalare champagne a Natale. Casse rossonere, chiuse e spedite da uno sponsor molto milanista della Franciacorta. Che nel dicembre del 2006 partisse una confezione molto elegante per la Versilia, in fondo, ci stava. Marcello Lippi aveva vinto da pochi mesi il titolo mondiale e al CT iridato era giusto che un grande club italiano tributasse un doveroso omaggio nel periodo delle Feste. La cura con la quale venne recapitata quella confezione era però particolare.
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Natale 2006: champagne per Lippi, Champions League per Ancelotti
I retroscena di un regalo natalizio che aprì le porte al trionfo di Atene con Ancelotti grande protagonista e condottiero. Ecco il racconto.
Molto particolare, quasi sospetta. L'episodio non arrivò sulle homepage dei siti e dei giornali. Ma le bassissime frequenze dell'ambiente della squadra lo vennero a sapere. Forse non per caso. Nella sensibilità del Milan, in quella pausa natalizia 2006-07, venivano tenuti presenti due aspetti. Se la squadra non fosse uscita con decisione dalla crisi di risultati, legata a molti fattori, di ottobre e di novembre e dalla quale aveva appena iniziato a riprendersi a dicembre, era pronta una soluzione di enorme prestigio per la panchina del Milan come quella rappresentata dal CT campione del mondo.
Se invece la squadra, l'altra metà del messaggio subliminale di quel regalo con le bollicine, aveva così a cuore come noto a tutti Carlo Ancelotti ed era disposta a fare di tutto pur di tenerlo ancora a Milanello, sapeva bene cosa fare. Ecco allora che si capiscono molte cose di quella partita di ritorno dei Quarti di finale fra Bayern Monaco e Milan. All'andata era finita 2-2 e i rossoneri erano sull'orlo dell'eliminazione. Proprio a Monaco, proprio sullo stesso suolo tedesco di Berlino dove Lippi...
Ma all'Allianz Arena il Milan vince, proprio con i gol di due "pretoriani" di Carlo Ancelotti, ovvero Seedorf e Inzaghi. E il primo abbraccio con sorriso che Sandro Nesta va a cercare verso la panchina al fischio finale dell'arbitro, è proprio quello con Ancelotti. Da quel momento la squadra e il proprio allenatore sono un tutt'uno.
Nonostante in semifinale ci fosse il Manchester United che aveva appena battuto 7-1 la Roma, che era avanti al Milan nella classifica del primo campionato italiano dopo Calciopoli. Ormai la strada era tracciata e Ancelotti sapeva alla perfezione quali corde toccare. Il giorno stesso del ritorno della semifinale contro il Manchester United, nella piovosissima mattinata del 2 maggio 2007, proprio il tecnico radunò la squadra di primo mattino nella sala del Camino di Milanello.
Ragazzi, il ginocchio del Capitano non ce la fa. Dobbiamo promettergli che lo porteremo ad Atene per l'ultima finale della sua carriera. E ci pare di vederli gli occhi fiammeggianti della squadra in quel momento. Nonostante l'umidità di quell'abbrivio del mese di maggio. A proposito, Milan-Manchester United, la Partita perfetta, finì 3-0 a favore dei rossoneri.
di Mauro Suma
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