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Guglielminpietro: “Milan, all’inizio fu dura. Poi anni bellissimi. Ma oggi …”

Andres Guglielminpietro, detto Guly, con il Milan nella stagione 1999-2000 (credits: GETTY Images)

Andrés Guglielminpietro, detto Guly, vinse con il Milan lo Scudetto 1999, quello di Alberto Zaccheroni: ecco i ricordi dell'ex esterno di centrocampo

Daniele Triolo

"NEWS MILAN - Andrés Guglielminpietro, detto Guly, vinse con il Milan lo Scudetto 1999, quello di Alberto Zaccheroni: ecco i ricordi dell'ex esterno di centrocampo argentino ai microfoni de 'Il Posticipo'. Queste le dichiarazioni integrali di Guly:

"Sulla sua nuova vita: "Faccio il procuratore, ho cominciato due anni fa. Lavoro con le persone che erano al fianco di Jorge Cyterszpiler, il primo agente di Diego Maradona. Dopo la sua scomparsa, hanno aperto una nuova impresa e mi hanno chiesto se volessi lavorare insieme a loro dato che mi conoscevano da tanto tempo. All’inizio non ero convinto e ho fatto un po’ di fatica, oggi invece sono molto contento".

"Sul suo ambito di manovra: "Argentina o Italia? Faccio entrambe le cose. Mi piace tanto il mio nuovo lavoro. Sogno di portare giocatori in Italia, adesso non penso ad altro. Ancora non ci sono riuscito, ma sicuramente quel momento arriverà".

"Sul post-carriera: "Non ho mai lavorato fuori dal calcio. In Argentina ho due negozi di abbigliamento sportivo, ma sono solo un socio e non lavoro lì dentro".

"Sulla sua scelta di giocare a calcio ad inizio carriera: "Mio padre è ingegnere e voleva che studiassi. Ho due sorelle che fanno l’avvocato. Da piccolo mi è sempre piaciuto il calcio e la mia famiglia ha capito che potevo farcela. Mia madre ha spinto perché ci provassi, mio padre invece remava un po’ contro quando è arrivata la possibilità di giocare con una squadra professionista. Ho fatto questa scommessa e l’ho vinta".

"Sul dispiacere di aver lasciato l'Italia: "Sì, ho ricordi bellissimi. Il valore delle cose si capisce bene solo quando uno le perde e sono lontane. Vengo in Italia spesso e ho ritrovato tanti amici che avevo lasciato. Vengo tre o quattro volte all’anno. Con alcuni giocatori italiani sono andato anche a giocare in Cina e sono in contatto costante con loro".

"Sull'arrivo al Milan: "È stato un passaggio importante per me. Sono passato da una piccola squadra dell’Argentina al Milan: il salto è stato molto grande. All’inizio è stata dura, ma ci si abitua velocemente alle cose belle e così è stato anche per me".

"Sul suo cognome così lungo: "Quando sono arrivato se ne parlava parecchio, ma quasi subito tutti hanno cominciato a chiamarmi tutti Guly come già altrove mi soprannominavano. Oppure mi chiamavano Andrés, nessuno mi chiamava Andrea".

"Sul suo rapporto con Zaccheroni, all'inizio difficile: "Sì, ho giocato solo la seconda parte del campionato: quell’anno abbiamo vinto lo Scudetto. Ho giocato tanto anche nella stagione successiva. Tengo molto a Zaccheroni, è una persona che mi ha aiutato tanto. Non parlo con lui da un po’, l’ultima volta ci siamo sentiti due o tre anni però ho un grandissimo ricordo del mister".

"Sui gol al Perugia, all'andata ed al ritorno, nell'annata 1998-99: "Sì, all’andata ho fatto anche il cross vincente per Oliver Bierhoff e da quel momento in poi ho giocato sempre. Quel giorno è stato espulso Sebastiano Rossi, è entrato Christian Abbiati che è diventato il titolare e poi abbiamo vinto".

"Sullo spogliatoio di quel Milan: "C’erano Alessandro Costacurta, Demetrio Albertini, Paolo Maldini, Zvonimir Boban, Leonardo e George Weah. Con loro mi sono trovato benissimo. Poi sono arrivati Serginho e Gennaro Gattuso. Sono stati anni veramente belli. Era una grandissima squadra, non era semplice stare lì e nemmeno giocare insieme a loro. Però uno realizza di esserci riuscito solamente dopo e questo è un errore".

"Sul Milan di oggi: "Gli investimenti di oggi sono diversi da quelli che si facevano nel calcio di allora. Alla società serviranno un po’ di anni prima di tornare in alto. Oggi l’Inter ha investito per Romelu Lukaku quello che il Milan ha speso in tutto il mercato: queste cose fanno la differenza. Le spese sono aumentate, il Milan non sta investendo come le altre e in campo si vede".

"Su cosa possono dare Maldini e Boban al Milan di oggi: "Prima di tutto sono due persone molto intelligenti. Hanno bisogno di tempo di portare avanti il loro progetto, in queste situazione è fondamentale. Boban è arrivato qualche mese fa, Paolo fa il dirigente da un anno e mezzo. Entrambi hanno tanto da dare a una società così importante che conoscono molto bene. I tifosi devono fidarsi di loro, della loro esperienza e delle loro idee".

"Sul ritornare al Milan un giorno: "Sono in contatto con alcune persone che lavorano nel marketing e sento tanti giocatori: vado a trovarli spesso a Milano".

"Sul suo trasferimento all'Inter: "Ho bei ricordi, c’erano grandissimi giocatori. È stata una grandissima esperienza per me. Nell’Inter di oggi c’è anche Javier Zanetti. Ho un grande rapporto con lui, è un fratello, una persona che ammiro tanto.  Siamo spesso insieme, quando lui viene in Argentina ci vediamo. Le nostre famiglie sono molto amiche".

"Su Héctor Cúper decisivo per il suo approdo all'Inter: "Sì, siamo arrivati  all’Inter nella stessa estate. Il mister mi ha dato una grossa opportunità. Siamo stati vicinissimi a vincere lo scudetto quella stagione, il 5 maggio 2002 però ci ha tagliato le gambe. Ricordo quella giornata: è impressa nella mia testa. Se l’Inter avesse vinto quello scudetto sarebbero cambiate tante cose. Però il calcio è fatto così, a volte dà e a volte toglie".

"Sui rapporti mutati con il tempo con Cúper: "Cúper è stato molto onesto e corretto con me, non ho niente da dirgli. Non siamo riusciti a costruire un grandissimo rapporto perché l’anno dopo le cose sono cambiate. Cúper però mi ha detto sempre la verità: quando mi ha voluto mi ha voluto davvero, due anni dopo mi ha detto che non aveva più bisogno me e lo ha fatto nel momento giusto".

"Sulla semifinale Champions 2003 contro il Milan: "Non ci siamo qualificati in finale per due pareggi. Io ho giocato all’andata, nel quarto d’ora finale della gara di ritorno San Siro stava esplodendo. È stata una serata storta: una di quelle partite che ti restano dentro. All’andata era finita 0-0, al ritorno giocavamo in casa, abbiamo pareggiato 1-1 e siamo stati eliminati. Poi il Milan ha battuto la Juve in finale col rigore di Andriy Shevchenko: ho giocato per due anni con lui, a volte ci vediamo. Siamo andati quattro o cinque volte in Cina per giocare insieme".

"Su Shevchenko, un giorno, sulla panchina del Milan: "Penso di sì considerando quello che sta facendo con l’Ucraina. Sheva potrebbe avere una possibilità al Milan magari in futuro: è un tipo tosto, è un ragazzo intelligente e sta facendo un grande lavoro".

"Sull'Inter di Antonio Conte: "Un anno e mezzo fa hanno fatto il loro migliore acquisto portando Lautaro Martínez in Italia. Avevo detto a Piero Ausilio e ad Javier Zanetti che le persone non avevano idea del suo valore: loro due erano d’accordo con me. In quel momento era sottovalutato, anche se aveva fatto grandi cose in Argentina. L’Inter lo ha preso nel momento giusto, lo ha fatto lavorare e ne raccoglie i frutti. Lautaro aveva bisogno di adattarsi, nei prossimi anni sarà al top in Europa".

"Su Lautaro, un giorno, Pallone d'Oro: "Sì, è un giocatore che può arrivare in alto perché ha tanto talento, sa segnare e si sa muovere in campo. Lautaro è incredibile".

"Sulle possibilità di qualificazione dell'Inter in Champions contro il Barcellona: "Sì, ce la può fare: l’Inter è una squadra che sta crescendo. Ha la coperta un po’ corta, ma ha una bella rosa e ha tante possibilità di vincere questa partita che vale una finale. Per l’Inter sarebbe molto importante riuscire a qualificarsi".

"Sull'Inter di oggi: "Mi ha impressionato, sono andato a vederla a San Siro e ha vinto bene, poi la squadra è migliorata giornata dopo giornata e ora è prima in classifica. L’Inter di oggi ha grandi giocatori e un tecnico molto preparato. Ho visto anche un allenamento di Conte: è uno che lavora tanto ed è il valore aggiunto di questa squadra".

"Su Lionel Messi Pallone d'Oro meritato: "Sì, certo. Lo ha vinto sei volte ed è sempre una grossa gioia per tutti noi. Mi dispiace che non sia ancora riuscito a vincere qualcosa con l’Argentina perché è un ragazzo che lavora tanto. Messi ci ha sempre messo la faccia nei momenti belli e in quelli brutti. Per noi qui è meraviglioso vederlo giocare. Fa sempre gol bellissimi e spesso decisivi, come l’ultimo contro l’Atletico Madrid: sembra davvero che non si stanchi mai".

"Su Diego Maradona allenatore: "Sì, al Gimnasia La Plata, la squadra della mia città. Diego ha preso la squadra in un brutto momento, ma arriva il mercato e potrà rinforzarsi per provare a conquistare la salvezza. La situazione però è molto difficile. Qui la gente impazzisce per Diego, ogni volta che gioca lo stadio è pieno. Il Gimnasia aveva bisogno di questo entusiasmo, ma fa fatica a conquistare punti in casa dove c’è tanta pressione. Quando gioca in trasferta invece riesce a farne qualcuno in più".

"Su Daniele De Rossi al Boca Juniors: "Siamo andati a prendere un caffè insieme: per me è stato un piacerlo conoscerlo. L’ho visto felice, qui la gente lo ama perché ha una grande personalità ed è un giocatore carismatico. Parla già lo spagnolo e chiacchiera con tutti. Speriamo di vederlo in campo il più possibile fino alla scadenza del suo contratto".

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