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Stile, gioco, vittorie: ora sta a noi difendere il dna del Milan di Berlusconi

Stile, gioco, vittorie: ora sta a noi difendere il dna del Milan di Berlusconi - immagine 1
Silvio Berlusconi ha passato 31 anni alla guida del Milan e lascia un'eredità da custodire e coltivare. Ecco la mia lettera aperta a lui e a tutti i tifosi rossoneri
Matteo Ronchetti Direttore responsabile 

Caro Presidente Silvio Berlusconi,

Non sembra vero. Sapevamo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato, ma non eravamo pronti. Non ci siamo preparati abbastanza, in fondo tutti noi abbiamo nutrito e coltivato l'idea un po' folle che Lei fosse eterno, invincibile. 'Ma tanto poi ce la farà, come sempre'. 'E' immortale', ci si diceva. Come la Regina Elisabetta. Perchè chi fa la Storia non passa mai, resta nel tempo.

Grazie, di cuore. Per quello che ha saputo realizzare, ma soprattutto per quello che ha saputo trasmettere. Concretezza e idee, coraggio, visione e programmazione. Ha saputo vedere oltre, andare oltre. Oltre a tutto. Alle vittorie e alle sconfitte. Ai piccoli passaggi a vuoto della vita, alle piccole e grandi meschinità. In fin dei conti, l'ha sempre detto: occorre essere sempre "più forti dell'invidia, della sfortuna e dell'ingiustizia". Ho sempre apprezzato tantissimo la sua carica vitale, il suo ottimismo, il suo essere sempre accogliente e sorridente. Inclusivo, si direbbe oggi.


Un genio visionario, sempre moderato, sempre ottimista. "Chi ci crede combatte. Chi ci crede supera tutti gli ostacoli. Chi ci crede vince". E Lei ha vinto tanto, ha vinto tutto. Resta il presidente più vincente della storia del calcio. Ma lei non ha solo vinto, ha fatto di più: ha conquistato il cuore della gente. Ha ammaliato e convinto. Anche i più scettici, anche gli avversari, che ci ha insegnato a rispettare, sempre.

Grazie perchè ci ha regalato qualcosa di più di 31 anni indimenticabili alla guida del Milan. Ha preso una squadra smarrita e l'ha riportata sul tetto del Mondo. L'ha fatta entrare nella storia, l'ha resa eterna. La sua eredità non è e non sarà mai soltanto quella dei 29 trofei, degli 8 Scudetti e delle 5 Champions. E' un'eredità più ampia, più pervasiva. Vincere non le bastava, il Milan doveva vincere e convincere.

Quanta differenza da quell'altro motto: 'Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta'. No, conta il modo, il gioco, lo stile. Conta l'obiettivo, certo, ma anche come ci si arriva. Non è qualcosa di secondario. Grazie, grazie anche per questo. Per avercelo insegnato. Per ogni milanista questo è un mantra che è entrato dentro, sottopelle. Non esiste vittoria senza lavoro, sudore, condivisione e giusti comportamenti.

Grazie per aver accompagnato la vita di ognuno di noi, in mille modi diversi. E' entrato nelle nostre case con la TV, poi con il calcio, la politica, l'imprenditoria. In qualche modo si è sempre parlato di Lei, era sempre presente. Come uno di famiglia. E con la regola del Buon padre di famiglia ha sempre trattato tutti. Ha plasmato così anche il Milan, come una famiglia appunto. No, i giocatori non si vendono, perchè rientrano nella sfera degli affetti. Si resta insieme. E così sarà per Sempre. Perchè Lei è Storia. Come il suo Milan. E resta Immortale, come quel suo Milan lì.

Per molti di noi non era mai esistito un Milan senza di Lei. Da qualche anno lo stiamo sperimentando, con alterne fortune. Si fa fatica. Ma Lei lo sa, il Milan resiste a tutto. Ha ereditato questa grande passione da suo padre e ha gettato un seme. Starà a noi portare avanti le sue idee, depositari del suo credo, del suo mantra, del suo dna. Starà a noi custodire e difendere la sua eredità, insegnare e tramandare ai nostri figli cosa è stato fatto e cos'è l'AC Milan. E cosa dovrà rimanere in futuro.  GRAZIE PRESIDENTE!

 

 

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