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AMARCORD – Terim: l’infelice campagna italiana dell’imperatore

Arrivato al Milan con ambiziosi piani di gloria, Fatih Terim è stato uno dei più grandi flop dell'era Berlusconi. Ecco la sua storia

Mariano Messinese

 Fatih Terim, l'Imperatore. A Milano non ha certo lasciato il segno (fonte foto www.goal.com)

Era l'Imperatore e per questo era abituato a governare uno spogliatoio di sudditi più che di giocatori. Funzionava così anche con la stampa nazionale, più avvezza a incensarlo che a metterlo in discussione No, la disponibilità al dialogo non era la qualità migliore di chi, come Fatih Terim, concentrava tutto il potere nelle sue proprie mani. Ma al Galatasaray era un'altra storia, del resto era il padre padrone di queslla squadra che aveva portato a vincere la Coppa Uefa nel 2000. Già a Firenze, con Cecchi Gori, Luna e la corte dei miracoli, le cose andarono diversamente: si racconta di un Vittorio furioso che entrò negli spogliatoi e di un modulo tattico imposto dalla dirigenza. No, questo era troppo per l'Imperatore.

Fece le valigie e si dimise dall'incarico. Ma non tornò in Turchia, perchè lo ingaggiò il Milan nell'estate del 2001, anche se l'accordo era stato forse raggiunto qualche mese prima.Quel Milan cercava il rilancio dopo l'ultima stagione, iniziata con Zaccheroni e finita con Cesare Maldini in panchina. I rossoneri ripartivano dalla Coppa Uefa e soprattutto da un mercato sontuoso: a Milanello arrivarono campioni come Rui Costa e Inzaghi, la promessa Pirlo, il discreto Laursen e gli immancabili pacchi come Javi Moreno e Contra. E in questa sarabanda di arrivi trovò posto anche Umit Davala,il figlioccio di Terim. Nonostante gli investimenti, il Milan made in Turkey debutta in campionato con il freno a mano tirato: 2-2 a Brescia. Un pareggio in rimonta, perchè alla fine del primo tempo era sotto di due gol, realizzati entrambi da Tare. Nell'intervallo Terim dà la scossa ai suoi. Al rientro in campo è un altro Milan quello che riesce a pareggiare il match con i gol di Brocchi e Shevchenko su rigore. Ma il pareggio non basta, perchè il giorno dopo la critica si diverte a crocifiggere il tecnico. Anzi, già si vocifera di un Carletto Ancelotti pronto a prendere il posto del turco. E come se non bastasse, Rui Costa  si infortuna e deve rimane fuori 40 giorni. Ma la squadra fa quadrato intorno al suo tecnico e si compatta.

Nelle 3 partite successive il Milan   strapazza la Fiorentina 5-2 a San Siro, vince in trasferta contro l'Udinese per 2-1 e batte anche l'ambiziosa Lazio, allenata da Zaccheroni, ex con il dente allenato. Dopo 4 giornate il Milan è in testa, con Juve e Inter. E ha anche recuperato Rui Costa. Persino le critiche lasciano il posto agli elogi, mentre  lo spettro dell'esonero, che aveva assunto le sembianze e  il volto pacioso di Ancelotti, si allontana.Insomma, martello alla mano, Terim è riuscito a saldare la sua panchina. Grazie anche ai gol di Sheva, e di Inzaghi.

Ma la gloria è effimera. Anche per gli Imperatori. E Terim lo impara presto. Già dal match successivo contro il Perugia. Finisce 3-1 per gli umbri e il Milan conosce la prima sconfitta in campionato. Tutti aspettano il riscatto a Bergamo contro l'Atalanta, ma il Milan non va oltre l'1-1. Peraltro in rimonta. E neanche contro il Venezia, desolatamente ultimo in classifica, i rossoneri riescono a ingranare la marcia. Finisce ancora 1-1. E inevitabilmente si apre la stagione dei dubbi e delle critiche.Ormai  il derby contro l'Inter è alle porte, e qualche maligno parla già di ultima spiaggia per Terim.  Dopo 12 minuti Ventola porta in vantaggio l'Inter. Si va al riposo sul punteggio di 1-0 per i nerazzurri e con il destino del tecnico turco che  sembra segnato. Invece ancora una volta il Milan si esalta nei momenti difficili. Infatti nella ripresa è tutta un'altra storia. E un altro Milan. In 19' fa 4 gol all'Inter: segnano Shevchenko,due volte, Contra (sic) e Inzaghi. Accorcia le distanze Kallon al 90'. Ma è un gol inutile, perchè il MIlan stravince il derby. E' il giorno del trionfo dell'imperatore. E anche della vendetta contro i suoi detrattori che avevano osato criticarlo. Dopo due mesi, il bilancio del Milan di Terim può considerarsi positivo. Più o meno.

La sua squadra amoreggia con il gol, segna tanto, 18 reti in 8 partite, ma ha una relazione complicata con la fase difensiva per via dei  12  gol subiti. Ma Terim ne è consapevole. E alla vigilia del match contro il Bologna ammonisce in conferenza stampa:” Non aspettatevi che la partita finisca 0-0”. E invece è proprio quello il risultato finale. Ma la situazione precipita la settimana successiva. Il Milan è impegnato al Delle Alpi contro il Torino nel posticipo serale. I granata passano in vantaggio con C.Lucarelli. E sulla panchina di Terim si iniziano a sentire preoccupanti scricchiolii. Al 90' il Milan potrebbe anche pareggiare il match. Ma Inzaghi sbaglia il rigore, spedendo il pallone alle stelle e il suo allenatore in Turchia. Il giorno dopo, infatti, Terim viene esonerato e al suo posto arriva proprio Ancelotti.E per il Milan inizia un ciclo positivo,più in Europa che in Italia.  Terim, invece ritorna al Galatasaray e viene  accolto a braccia aperte. Ancora oggi sul Bosforo l'Imperatore è una divinità. Invece a Milano, sponda rossonera, era solo l'ultimo degli allenatori esonerati da Berlusconi. Fino a ieri.

Mariano Messinese

@MarianoWeltgeis

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