Ci sono partite che segnano il tramonto di un'epoca e l'inizio di un'altra. Quella del 5 gennaio 1992 pose fine per sempre alla sfida Milan-Napoli che aveva caratterizzato gli ultimi rantoli degli anni 80 e consacrò definitivamente nella storia gli invincibili di Fabio Capello. Da quel momento non si parlò più di diarchia, ma di monarchia, anzi di tirannide rossonera, perchè il Milan dominerà il calcio italiano per un quinquennio.
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AMARCORD – Milan, Napoli e quella lezione di calcio
Amarcord di oggi ci porta ad una delle pagine più belle della storia rossonera, una vittoria contro il Napoli che indimenticabile di un Milan stellare
Alla vigilia del match, il campionato era apertissimo. Il Napoli accusava in classifica un ritardo di 5 punti. Distacco importante, ma comunque riducibile. Certo, non c'era più Maradona, squalificato per doping e in procinto di volare a Siviglia. Quindi spazio a Zola, il folletto di Oliena, in coppia con Careca. Ma Ferlaino non si limitò a promuovere solo soluzioni interne: la difesa fu sistemata con gli arrivi di Blanc e Tarantino. Per la linea mediana arrivò Stefano De Agostini e in attacco il talentuoso Padovano. Il cambio più significativo riguardò la panchina: via Bigon, l'ultimo tecnico a portare lo scudetto sotto al Vesuvio, dentro Ranieri. Obiettivo della stagione: ritornare ai vertici del campionato. Ma per farlo bisogna superare il Milan, un'impresa non da poco. Perchè la squadra sembra una fuoriserie con i 3 olandesi e la vecchia guardia. L'unico dubbio è su Capello, piombato a Milanello senza avere molta esperienza, se non quella da dirigente della Publitalia Mediolanum, la holding sportiva della Fininvest. Insomma, uno yesman catapultato sulla panchina più ambiziosa del campionato per volere del Cavaliere. Accolto con scetticismo da quel mondo a cui aveva dato tanto. Qualcuno come Scoglio storse il naso parlando di “offesa alla categoria”, qualcun altro come Donadoni entrò a gamba tesa:” E' fermo da quattro anni: per il calcio moderno è come se non allenasse da venti anni". Invece il sergente di ferro conquista tutti, critici compresi. Più con i risultati che con il bel gioco. Ma non si può avere tutto dalla vita. Almeno fino alla vigilia dell'Epifania '92
Il Napoli rappresenta la prova del nove per i rossoneri. Vincere significa mandare Careca e compagni a -7, un'enormità per un torneo che assegna ancora due punti per vittoria. Ranieri invece vuole riaprire i giochi. E restare aggrappato al treno scudetto. Ma quel treno gli sfuggirà, proprio come capitava con il bus al ragionier Fantozzi.
Basta un minuto per capire una cosa: tira una brutta aria per il Napoli. Anzi, è un vero e proprio tsunami quello che si sta per abbattere. Dopo 60” il Milan è già avanti: su cross da calcio d'angolo, Maldini prende l'ascensore per il piano superiore e trafigge Galli. Il Milan non si accontenta. Continua a macinare gioco e sprecare occasioni. E' il preludio al raddoppio: un'azione stupenda, quasi tutti tocchi “di prima”, fino alla sponda di Van Basten a premiare l'inserimento centrale di Rijkaard che batte per la seconda volta Galli. Il Napoli è tramortito. E aspetta solo il colpo di grazia. Ci pensa Massaro a rifilarlo al 42': assist di testa di Maldini e inzuccata dell'attaccante rossonero per il 3-0. Tutto facile. Troppo. Quasi fosse un allenamento. Il primo tempo si chiude così: è un dominio rossonero, in terra e in cielo. E se ci fosse il mare a San Siro, i rossoneri vincerebbero anche lì.
Il secondo tempo è pura accademia. Anche se il Milan non rinuncia a divertirsi. Donadoni si beve come un cocktail mezza difesa avversaria e supera Galli con un diagonale forte e chirurgico. Alla festa manca solo Van Basten. Gli basterebbe solo un gol per volare in cima alla classifica dei cannonieri. E l'olandese viene accontentato a 9' dal termine: Maldini ,sugli sviluppi dell'ennesimo calcio d'angolo, prolunga per il cigno di Utrecht che, indisturbato, di testa, chiude i conti. Poi può iniziare la festa rossonera. Il Milan ha mosso un passo decisivo per lo scudetto. Al di là della vittoria, ha mostrato una superiorità schiacciante. Sarà così fino alla conquista dello scudetto. Il Napoli invece è fuori dai giochi. Definitivamente. Addio sogni di gloria. All'orizzonte si intravedono nuvoloni neri.
Mariano Messinese
Twitter:@MarianoWeltgeis
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