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Zlatan Ibrahimovic: “Futuro nel Milan? Ci stiamo conoscendo” | LIVE NEWS

ritiro Zlatan Ibrahimovic AC Milan Milan-Verona 3-1 Serie A 2022-2023
Uno degli ospiti più importanti della sesta edizione del Festival dello Sport, dal palco di Trento ecco Zlatan Ibrahimovic leggenda del Milan

+++ LE PAROLE DI IBRA +++

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- 15 ott

Sul suo futuro

"Sono passati tre o quattro mesi da quando mi sono ritirato. Non ho un programma, prendo tempo. Faccio cose per me stesso, per capire cosa voglio fare. Ci sono offerte, ovvio, ma dipende da ciò che voglio fare. Se entro in qualcosa voglio fare la differenza e non voglio entrare in una situazione in cui mi guardano come un simbolo. Vediamo cosa succede, qualcosa troviamo. Ho avuto qualche meeting con il Milan, parliamo, ci stiamo conoscendo, vediamo dove si arriva. Se uno può portare qualcosa fa effetto, se non porti qualcosa non fa effetto".

- 15 ott

Sulla lite con Lukaku

"Mi dispiace che sia mancata una sfida finale. Lo conosco, ci ho giocato insieme. Non mi aspettavo quell'atteggiamento, lui si è sentito il re di Milano, del campionato. Non è un ragazzo cattivo, poi è successo quella cosa, ma non era personale".

- 15 ott

Su Paolo Maldini

"Ho un buon rapporto con Paolo. Dal primo giorno in cui sono tornato al Milan ho conosciuto la sua persona, fra momenti positivi e negativi. Lui cresceva come dirigente e non era una situazione facile. Non si capiva bene come stavano le cose. Lui queste cose però non le portava nella squadra, era con noi, parlava con tutti. Tutti i giorni era presente. Ha fatto un grande lavoro, abbiamo vinto. Mi dispiace ciò che è successo, perché è una bandiera del Milan. Nel calcio un giorno è così e un altro le cose cambiano".

- 15 ott

Sullo scandalo di calcioscommesse in cui Tonali è coinvolto

"So poco di questa storia. Non ho mai visto Tonali in difficoltà, ma bisogna capire prima la situazione. Se è malato di gioco, di scommesse, bisogna aiutarlo. Purtroppo non so niente, ma bisogna capire se ha giocato al casinò o ha fatto scommesse sul calcio".

- 15 ott

Su Tonali

"Il suo sogno era arrivare al Milan ma nel suo primo anno era troppo tifoso. Gli dissi di fare la differenza di non essere tifoso. Nel secondo anno si è sbloccato, era molto importante per noi. Aveva talento, si vedeva che era forte. C'è grande differenza fra giocare al Brescia e giocare al Milan, hai altre pressioni".

- 15 ott

Sul ritorno al Milan e la vittoria dello Scudetto

"Ho avuto più soddisfazione con quest'ultimo scudetto che con tutti gli altri. Era una situazione in cui la squadra non era la favorita, c'erano giocatori non da superstar. Noi però eravamo uniti, pensavamo passo per passo. Chi non era pronto a sacrificarsi è andato via da quella squadra. Si è formato un gruppo mai avuto così forte e collettivo. C'era un'atmosfera troppo forte, non erano fenomeni ma ognuno è cresciuto. L'anno in cui abbiamo giocato senza tifosi ha aiutato e fatto crescere. Quando siamo arrivati al top il pubblico è tornato e da lì abbiamo avuto una spinta in più. Dicevano fosse un Milan fortunato ma alla fine abbiamo vinto e quando fai una grande cosa lo senti e lo vedi negli altri. Dopo la partita con il Sassuolo vedo due o tre persone che piangevano e da lì capisci cosa hai fatto. Una cosa incredibile, alla quale nessuno credeva. In quel momento ho capito che ero riuscito a fare ciò che avevo promesso al mio ritorno. Una soddisfazione diversa, si sente quando c'è qualcosa che può durare. Io ho avuto alcuni infortuni e ho provato ad aiutare la squadra. C'era Tomori e gli dissi che vincere qui a Milano è un'altra cosa. Rimarrà nella storia per sempre".

- 15 ott

Sul gol in rovesciata nel match fra Svezia e Inghilterra

"Prima deve esserci il pensiero e poi devi farlo. Mancavano pochi minuti e ho fatto una cosa da genio. La palla è entrata e tutto è esploso".

- 15 ott

Sul Manchester United

"In Inghilterra avevo 35 anni. Volevo cambiare, sfidare me stesso. Si parlava di Manchester per Mourinho, mi chiamò per chiedermi se volessi andare con lui. Non avevo ancora deciso, andare in Premier League a 35 anni. Mi dicevano di non andare, che sarebbe stato difficile. Allora in quel momento ho deciso di accettare quella sfida. Mi stimolava ancora di più, mi dicevano fossi in pensione. Dopo tre mesi erano tutti miei fan".

- 15 ott

Sul suo passaggio al Psg

"Fu difficile. Al Milan ero felice e non volevo muovermi. Prima di andare in vacanza dissi a Galliani 'per favore promettimi di non vendermi', lui disse di si, che non dovevo preoccuparmi. Dopo tre settimane arrivano le chiamate di Mino e pensai che qualcosa non andasse bene. Dissi a Mino che non volevo andare via e lui rispose che era già fatto tutto. Hanno venduto sia me che Thiago Silva. Prima di andare in un club ti immagini con quella maglia, in quello stadio. Guardavo il progetto, cosa pensano, dove volevano arrivare. Spiegavo cosa volevo nel contratto e loro accettavano tutti".

- 15 ott

Su Berlusconi

"Avevo un buon rapporto con Berlusconi. Aveva un carisma che entra nelle persone, era Mister Milan. Ha cambiato la storia del calcio e del Milan. Mi ha ridato la felicità, grazie a lui ero al Milan. Parlavamo spesso, di tante cose. Mi diceva come dovessi giocare, come dovessi muovermi. Mi stimolava come persona e come calciatore".

- 15 ott

Il suo arrivo al Milan

"Era un momento non facile per me. Al Barcellona l'allenatore voleva vendermi a tutti i costi. Poi è arrivata l'amichevole con il Milan e so che parlavano con Mino. Eravamo nel tunnel, prima di entrare in campo, e tutti i giocatori del Milan mi dicevano di tornare a Milano con loro. Mi ricordo, dopo la partita, è arrivato Ronaldinho e mi ha detto 'dai andiamo a casa'. Dopo la partita è venuto Galliani, a casa nostra, e mia moglie mi ha chiesto chi fosse. Lei ha saputo della possibilità di andare a Milano e mi ha detto 'cosa aspettiamo?'".

- 15 ott

Sulla semifinale di Champions League fra Barcellona e Inter

"La partita non era facile, all'andata abbiamo perso 3-1, se c'era var era un'altra situazione. Però non è una scusa, abbiamo perso e loro hanno fatto bene. Al ritorno abbiamo vinto 1-0 ma questo è il calcio. Tutto può succedere, tutti si aspettavano che vincessimo e invece abbiamo perso. Il Barcellona era una squadra troppo forte, avevo la più grande occasione per vincere la Champions".

- 15 ott

Sul Barcellona

"In un anno ho vinto 5 trofei. Era un sogno andare al Barcellona, quindi pensavo se posso giocare qui sono nella squadra più forte del mondo. Quando il Barcellona ha chiamato ero carico, volevo andare avanti per crescere. Cercavo altre sfide per testare me stesso. I primi sei mesi bene, poi gli ultimi mesi è cambiato tanto. Però da qualcosa di negativo esce sempre qualcosa di positivo, di testa diventavo più forte".

- 15 ott

Sul periodo all'Inter

"Mi sentivo più forte, più completo. Facevo quello che dovevo fare aiutando la squadra nel miglior modo possibile. Poi è arrivato Mourinho e sentivo che stavo crescendo piano piano. All'Inter prima di me non aveva vinto lo scudetto, con me lo ha vinto per tre anni di fila. La squadra aveva potenziale, poi va e non va. Ho visto squadre vincere la Champions ma non il campionato".

- 15 ott

Sul paragone fra Leao e Balotelli

"No, no. Leao è un genio e solo lui vede alcune cose. Per questo Leao è in campo e Balotelli è in tribuna".

- 15 ott

Su Balotelli

"Ha avuto tante occasioni, le ha perse tutte. Ci sono tanti ragazzi che aspettano queste occasioni e lui ne ha avute tante. Ma le ha sprecate".

- 15 ott

Sugli scudetto della Juventus

"Sono 38. Abbiamo lottato tutti i giorni e abbiamo fatto tutto in campo. Abbiamo dimostrato di essere i più forti e per questo dico che sono 38".

- 15 ott

Sul rapporto con Capello

"Lui voleva che fossi più concreto e diretto in campo. Dal primo giorno mi metteva con il suo assistente e tutti i giorni facevamo un lavoro davanti alla porta. Diceva che la mia tecnica fosse migliore di quella di Van Basten, ma lui si muoveva meglio di me in area di rigore. Trezeguet era intelligente, mi diceva girati in campo io ti aspetto avanti, ne approfittava. All'inizio alla Juventus c'era tanta adrenalina, volevo dimostrare chi sono. Mi mancavano i gol, dopo un po' ho capito la mentalità dell'attaccante. Così dissi a Trezeguet: 'aspetto anche io davanti adesso'."

- 15 ott

Sulla malattia di Mino Raiola

"Ero con lui quasi tutti i giorni nel suo ultimo periodo. Non era facile, perché quando vedi una persona in difficoltà è difficile. Parlavamo tutti i giorni e volevo portarlo fuori dalla malattia, portavo positività, energia. Lui pensava ad altri e non a sé stesso, diceva di giocare per giocatori e non per i club. Venivano prima i giocatori e poi lui, metteva me davanti a tutto, senza inserire sé stesso. Mi disse fai ciò che ti rende felice, Mino era forte".

- 15 ott

Sul legame con Mino Raiola

"La mia carriera è iniziata con lui. Mi serviva davvero Mino, poi dopo tre mesi mi ha portato alla Juventus. Eravamo in un ristorante giapponese, arrivo con una bella macchina, la giacca, un orologio. Entro con Mino e lui ordina per otto persone, inizia a mangiare e poi parliamo di tante cose. Porta i fogli con i dati di altri giocatori, Vieri, Inzaghi, Trezeguet, avevano statistiche diverse dalle mie. Io avevo 5 gol in 20 partite e mi ha chiesto dove mi potesse portare, così gli ho detto che mi serviva per questo. Ho conosciuto una persona fantastica, Mino era più di un procuratore per me. Quello che passavo lo passavo con lui. Siamo cresciuti insieme. Siamo diventati forti insieme".

- 15 ott

Il suo trasferimento all'Ajax

"Tutti si aspettavano fossi il nuovo Van Basten, ma non ero ancora al suo livello. La mia prima avventura, la prima volta fuori dalla Svezia. Avevo tanta pressione, tutti si aspettavano magie. Non ero pronto e mi pesava il paragone con Van Basten. Non ho mollato, ho sempre lavorato e avevo fiducia in me stesso. Poi in alcune situazioni non dipende solo da te, ma mentalmente diventavo sempre più forte".

- 15 ott

Sul luogo in cui è cresciuto

"Da dove sei cresciuto rimane un'identità. Poi cresci e crei esperienza, ma l'identità è la stessa".

- 15 ott

Sulla sua infanzia

"Ero sempre in giro, giocavo sempre a calcio. Ovunque andavo portavo il pallone, anche se alcuni dicevano non sapessi giocare. Facevo cose che non si potevano fare ma si impara e si cresce come tutti".

- 15 ott

Inizia la presentazione di Zlatan Ibrahimovic al Festival dello Sport

Nonostante fosse programmata per le 14:00, l'intervista esclusiva a Zlatan Ibrahimovic alla sesta edizione del Festival dello Sport non è ancora iniziata a causa del tanto afflusso all'evento.

Uno degli ospiti più importanti della sesta edizione del Festival dello Sport, dal palco di Trento ecco ZlatanIbrahimovic, leggenda del Milan e del calcio mondiale. Rimanete con noi di Pianeta Milan per seguire in diretta tutte le dichiarazioni del campione svedese.

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