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LIVE PM – Milan-Fiorentina: segui con noi la conferenza stampa di Giampaolo

LIVE PM – Milan-Fiorentina: segui con noi la conferenza stampa di Giampaolo

Peppe Gallozzi

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Su Calhanoglu: "Mi è piaciuto, è forte non è uno qualunque. Sa giocare, cucire, ha spirito. Mi è piaciuto. Quello che il Milan ha fatto in percentuale lo deve moltiplicare ed è quello che ho detto ai ragazzi. Dobbiamo moltiplicarle nel tempo. In 95 minuti c'è il momento della sofferenza, avere spirito e aiuto reciproco perchè la partita lo richiede come fanno tutte le squadre. Alcune volte devi soffrire tenendo palla, non forzando sennò ti allunghi e devi rincorrere. Migliorare quella serie di cose che nascono dalla ripetitività di alcuni concetti"

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Sul Milan di Giampaolo e le critiche a Donnarumma: "La squadra la sento mia ma la squadra è dei tifosi. Gigio è un professionista di alto livello, personalità da vendere. Ricordo in passato che ha subito critiche pesanti e ha saputo reagire con spirito e serietà, giocatore freddo. Un fuoriclasse a quell'età. Siamo sottoposti alle critiche, sempre, anche quando vinciamo se non lo abbiamo fatto in modo convincente. Fa parte del nostro mestiere, lo sai che è così. Non  è un optional è tutto compreso"

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Sul ritorno al 4-3-3: "La produzione offensiva a Torino è stata buona anche per caratteristiche. Hernandez va sempre anche quando non dovrebbe, va disciplinato in questo senso. E' un grande giocatore, lo diventerà ma lo è già. Ha bisogno di giocare e acquisire equilibri che lo renderanno più forte. Calabria e Conti ce l'hanno, Rodriguez è più attento e razionale. Hanno sviluppato entrambi bene ma devi comunque avere equilibri e garantire solidità difensiva. Il primo goal lo abbiamo preso su una ripartenza quando potevamo fare il secondo. Il secondo su una ripresa di gioco non ci siamo messi apposto regalando giocatori sopra la linea della palla. Sono tutti dettagli che spostano l'esito. Il Milan deve difendere con l'aiuto collettivo, se giocassimo individualmente lo posso capire ma non siamo così. Il fallo? Lo abbiamo subito" 

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Sugli errori dei singoli a Torino e le critiche: "Malumori e critiche le capisco. Il Milan non è una cosa così, raccoglie milioni di tifosi, ha storia e bacheca imporante. Capisco i malumori e le critiche, io ho il dovere di continuare a lavorare con impegno, serietà, cercando di migliorare le performance. Mi limito a quello che è il mio compito"

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Sulle condizioni della squadra: "I parametri fisiologici e biologici sono molto positivi. Significa che la squadra ha recuperato poi è stata fatta una comparazione con lo storico dei calciatori di cui il club ha a disposizione i dati ma su quelli dove è stato possibile farlo sono positivi, buoni, ottimi, migliori di quello che è lo storico di ognuno di loro" 

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Su Paquetà e chi sta trovando meno spazio: "Si è allenato con la squadra e non ha avuto nessun danno. Sta bene. Chi gioca meno non è contento guai se lo fosse ma ha un atteggiamento professionalmente di un certo livello. Sono ragazzi attenti che fanno le cose per bene, ci sta che non siano contenti ma nessuno che manifesta insoddisfazione plateale"

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Sulle reti subite a Torino: "Dettagli ma voi vi focalizzate sugli ultimi frame. Nella fattispecie dei due goal Musacchio è l'ultimo responsabile, sul primo nessuna responsabilità ma viene focalizzato il frame di Belotti nell'1vs1. Musacchio ha avuto un comportamento difensivo ottimale, abbiamo sbagliato qualcosa prima ma non vi dico cosa. Musacchio è esente da colpa, sul secondo goal quando abbiamo perso i riferirimenti che avevamo inizialmente non siamo stati capaci di adattarci perdendo filtro davanti alla linea difensiva ed è scaturito da una palla verticale ma mancavano una serie di preventive in grado di non far ricevere a Belotti in quella condizione. I goal subiti sono figli di un lavoro collettivo non fatto bene che ci hanno penalizzato oltremisura. E' impensabile non far fare un tiro in porta alla squadra avversaria, è raro". 

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Sul recuperare gli attaccanti: "Piatek lo scorso anno ha segnato venti e passa goal. Ognuno ha le sue caratteristiche e non ci sono paragoni da portare avanti o da fare. Realtà diverse, situazioni diverse, ambizioni diverse. Io a miei attaccanti faccio rivedere i loro video e cosa producono loro"

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Sulla difesa della società e i nuovi: "Hernandez è stato un mese e mezzo fuori, il ragazzo ha spessore fisico e impeto, molto propositivo ma è stato fuori un mese e mezzo. Non siamo stati in codnizione di scegliere, uguale con Bennacer e Leao stesso discorso. Nessun rammarico e ribadisco che chi ha giocato prima non è da meno, mi preoccuperei se fosse il contrario perchè vorrebbe dire che il Milan ha undici giocatori e siamo morti con undici giocatori. La fiducia non è qualcosa che ti regalano perchè sei bello, la fiducia è un discorso più complesso da affrontare, per voi è il risultato per altri significa dare importanza ad un processo di lavoro. Io 22/23 anni fa nel mio piccolo ho fatto il dirigente e so come pensano i dirigenti e il club e qualche volta sono stato anche interpellato. I discorsi sono semplici, se l'allenatore ha un progetto non naviga a visto o se l'allenatore non ha più seguito e va a tentoni. Le valutazioni sono diverse da una vittoria e sconfitto. Vanno sui contenuti e se si sono espressi su questo ci sarà un motivo"

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Sull'inserimento dei nuovi: "I nuovi devono ancora entrarci bene, sono disponibili ma continuare a fare allenamenti specifici. Ma anche i vecchi, c'è da lavorare tanto. Ci riferiamo alla condizione fisica, alla possibilità/capacità di giocare una partita come performance fisica non tecnica. Le sintonie devono essere sviluppate ancora e c'è tanto lavoro da fare"

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Sul modulo: "Si prende una strada e si porta quella. Non mi piace cambiare, si perdono i riferimetni e si gioca più individualmente che collettivamente. Proseguire in una direzione. 4-3-3 o 4-3-1-2 sposta poco sono le caratteristiche dei giocatori che determinano poi un certo modo di recitare dentro la partita. Non vince il modulo, la Juventus di Allegri ha vinto sette scudetti giocando con vari moduli e sistemi di gioco e ha vinto. NOn vince il modulo"

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Sul cambio modulo sul 4-3-3: "Ho mangiato un risotto (risata nda). Devi riuscire a coprire bene il campo, a Torino abbiamo avuto un'ottima contrapposizione fino a quando la partita l'avevamo preparato in un senso, la squadra e la linea difensiva hanno lavorato bene. Quando sono mancati i riferimenti li abbiamo persi e non siamo stati bravi a riorganizzarci mettendo la linea a rischio. Come giocavamo prima avevamo il corpo centrale coperto e giocare laterali, qui dobbiamo essere bravi a portare un giocatore vicino a Piatek. Sono dinamiche diverse, aspetti tattici ma la squadra vive di equilibri. La partita è fatta di tanti, piccoli dettagli per non aspettare l'avversario e far giocare i difensori in linea mediana. Dietro tutto questo c'è un lavoro certosino e straordinario che i giocatori sono attenti a perseguire. Gli equilibri si sostengono da tante piccole cose. Giustificazioni? Rispondevo alla produttività offensiva, perchè offensivamente non eravamo riusciti a produrre a portare giocatori avanti in maniera pericoloso. Se ci arriviamo male è così, a Torino non è successo perchè ha prodotto male non si può collocare cinque partite sullo stesso piano. Sulle prime quattro erano giustificate le critiche su quella di Torino no, al di là che l'abbiamo persa".

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Sulla fragilità della squadra e i cambi in formazione: "Io credo che si possa anche difendere migliorando il possesso palla. Se la palla la ho io le occasioni per l'altro sono minori. Dobbiamo essere bravi, la squadra ha temperamento, nel gestire meglio il possesso quando l'avversario può esprimere una reazione. Non ricordo gare dove domini dal 1' al 95' a meno che non fai quattro goal nel primo tempo. Devi placare l'avversario per le qualità tecniche perchè è una nostra caratteristica. Più guerriglieri metti e meno giochi. Per domani abbiamo valutato le risposte di ogni singolo calciatore, trascorso, abitudini, oggi facciamo un'altra valutazione, domani deciderò sarò attento alla loro risposta fisica".

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Sull'intesa Piatek-Leao: "Piatek in quella posizione ritrova il suo habitat, è abitutato a giocare lì. Leao è facile che giochi dall'altra parte. La capacità di trovarsi è figlia delle loro qualità, noi dobbiamo avere la capacità di portare tanti giocatori nella metà campo offensiva. Molte volte le azioni da goal arrivano su una riconquista palla, vicino alla metà campo dell'avversario. Diventa difficile quando trovi squadre che si chiudono e che difendono con dieci giocatori. Entrambi i giocatori hanno la capacità di trovare situazioni consone alle loro caratteristiche. L'intesa c'è come pure da parte degli altri, perchè loro due non escludono gli altri. Voi guardate i singoli io sono più attento a quello che danno in principio di calcio collettivo" 

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Sulla sterilità offensiva: "Prima della partita di Torino questo aveva la sua giustificazione perchè le occasioni per tirare in porta non le avevamo create e non eravamo stati bravi. A Torino ne abbiamo avute diverse, con buona supremazia territoriale giocando palloni in area avversaria. Non si può ricavare la stessa sensazione da tutte e cinque le partite perchè a Torino siamo stati imprecisi. Non c'è un problema attaccanti per me"

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Sulla Fiorentina: "Le partite sono tutte complicate,  non ci sono semplici e te le devi sudare tutte come il campionato sta dimostrando ma da diversi anni è così. La mentalità deve fare la differenza, con tutto il rispetto che ho per l'avversario e lo dico sempre a tutti i miei calciatori al di là della classifica. Giocare con mentalità offensiva, non con il braccino corto, mentalità offensiva vincere negli atteggiamenti" 

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Sulla quadra trovata: "Al di là delle scelte, voi siete sempre molto attenti ai singoli calciatori, io meno. Mi preoccupo della squadra nel suo complesso, di come recita la parte. L'obiettivo dal primo giorno è quello di giocare a calcio, fare la partita e gestire i tempi. Avere il controllo della partita, percentuale di possesso superiore agli avversari che ne determina sul piano emotivo e indirizza la gara in una certa direzione. Per buona parte l'ho visto e l'atteggiamento mi è sembrato di grande convinzione nel fare certe cose. Il dettaglio molte volte può far saltare il banco ma lo andiamo a cercare anche nel momento in cui prendi atto che l'hai persa perchè non l'hai chiusa prima perchè abbiamo avuto tante occasioni per certificare la superiorità. NOn siamo stati capaci di punire in quel caso" 

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Sulla partita di Torino: "Abbiamo avuto il torto di non chiudere la partita e ammazzarla. Era quella la strada per portare a casa la vittoria. C'è stato un momento in cui abbiamo perso le coordinate e non siamo riusciti a fare un buon filtro per mettere la linea difensiva nella maniera giusta di lavorare complici alcuni dettagli che hanno spostato la partita in altra direzione. Per buona parte della gara mi sono divertito e intendo dire che la squadra giocava e trovava certezze nel giocare. La gestione di alcuni momenti non è stata ottimale per alcuni dettagli. Poi il giudizio risente del risultato finale come sempre" 

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Sulle sensazioni dopo le dichiarazioni di Donnarumma di vicinanza: "Sicuramente mi hanno fatto piacere ma parto dal presupposto che ai calciatori non puoi mai mentire perchè l'allenatore trasmette non solo con le parole ma anche con i sentimenti. Evidentemente lui ha un recepito di un certo tipo e se si espone e dichiara alcune cose è perchè le sente e ci crede" 

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Tra circa venticinque minuti, dalla sala stampa del Milanello Sports Center, parlerà Marco Giampaolo nella consueta conferenza della vigilia che precede Milan - Fiorentina di domani sera a San Siro