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Suso: “Ho detto no all’Inter. Derby? Sogno un assist decisivo”

Suso Milan
Jesús Suso, fantasista iberico del Milan, ha dichiarato: “Gennaro Gattuso top come passione. Alessio Romagnoli la sorpresa”. Tutte le sue parole

Daniele Triolo

Jesús Suso, esterno offensivo del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'. Queste tutte le dichiarazioni di Suso:

Sul derby dei due gol: “E' la partita più emozionante della mia vita. Al secondo posto l'esordio in Premier League con il Liverpool ad Anfield Road. Al terzo posto la Supercoppa vinta a Doha contro la Juventus”.

Sulla possibilità di passare all'Inter: “In estate mi hanno fatto un’offerta. Io avevo appena cambiato procuratore e loro hanno parlato con lui. Poi quello che ha risposto il Milan al mio agente non lo so, io avevo le idee chiare: volevo stare qui e rinnovare. Futuro? Potevo andare via anche prima di rinnovare, ma qui sto bene e sono molto contento. Poi nel calcio non c’è “per tutta la vita”, e ora è importante finire bene la stagione”.

Sul derby di Milano: “San Siro è sempre pienissimo, poi ha quella coreografia. Anfield è molto bello, ma lì non ho mai visto coreografie così. Poi certo, la partita è molto importante per la città e i tifosi. Io ho fatto venire la mia famiglia e quattro amici. Sono venuti quando ho segnato due gol, ora devono esserci sempre...Mi piacerebbe essere decisivo con un assist”.

Su chi toglierebbe all'Inter: “Tutti dicono Mauro Icardi. Io però ho giocato nelle nazionali giovanili con Rafinha, prima che scegliesse il Brasile: se sta bene, è un grandissimo giocatore”.

Sul momento dell'Inter e del Milan: “A me se l’Inter va in crisi con una sconfitta nel derby non interessa, ma se vinceremo sarà bellissimo: avremmo una possibilità di entrare in Champions. Ora siamo in un buon momento e così le gambe non pesano tanto. Quella più difficile da raggiungere è la Lazio. Non è una squadra che gioca così vistosamente bene, ma sa quello che deve fare e lascia pochi spazi. È la più regolare.”.

Su cosa sceglierebbe tra vincere l'Europa League o arrivare quarto in campionato: “Quarto posto. Se vinci l'Europa League e poi in campionato arrivi decimo che senso ha?”.

Sulla Juventus come avversaria in finale di Coppa Italia: “Le finali non si giocano, si vincono. Sappiamo che la Juventus è abituata alle finali, ma in partite così è 50-50. Possiamo vincere noi, possono vincere loro. Come nel derby”.

Su Alessio Romagnoli e Patrick Cutrone: “Alessio mi sta piacendo tantissimo. Ha avuto problemi fisici ma ora ha un livello molto alto. Patrick è molto intelligente dentro l’area, poi ha quel po’ di fortuna... È sempre dove serve per il gol e questo non si insegna. Guardate il gol contro la Roma, neanche vede la palla eppure la mette in porta. Magari mesi fa quel pallone avrebbe preso il palo, la faccia del portiere e sarebbe uscito”.

Su Vincenzo Montella e Gennaro Gattuso: “C’era bisogno di cambiare ma io dovrò ringraziare per sempre Montella. Ognuno ha il suo modo di allenare e magari lui a Siviglia vincerà la Champions, di sicuro lavorava in maniera diversa. Quando vincevamo con lui, nessuno diceva nulla sul metodo. La qualità principale di Gattuso è la passione. Ha vinto tanto e sa come funziona tutto questo. La caratteristica del suo Milan è la concentrazione. Mi ha colpito per la voglia di lavorare, gli piace quello che fa e mette molta intensità. Se ti alleni così, in partita è più facile. A me piace il modo in cui entra nelle persone. È molto sincero, parla tanto. Urla sempre anche in partita? Ci avvisa su quello che stiamo sbagliando, a volte non noti una cosa e lui ti aiuta perché te lo dice. Io però voglio giocare il primo tempo sulla fascia dove c’è lui. Così mi urla per tutto il tempo ma almeno, nel secondo, sono tranquillo...”.

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