Nello scacchiere del calciomercato, poche mosse sono capaci di raccontare un cambio di visione come quella che il Milan sta imbastendo per il suo centrocampo. Non è solo un restyling, ma una vera e propria rivoluzione generazionale, che vede il club rossonero puntare sulll'esperienza, e non più solo sulla scommessa giovane. Al centro di questo ambizioso progetto c'è un nome che risuona con molta forza: Granit Xhaka.


CALCIOMERCATO MILAN
Dal Leverkusen al Diavolo: Xhaka, il metronomo che insegna a vincere al Milan
Il centrocampista svizzero non è mai stato un comprimario nel panorama europeo. Per molti anni, ha vestito la maglia dell'Arsenal, un'esperienza che, pur tra tanti alti e bassi, lo ha forgiato nel crogiolo della Premier League. Poi, la vera e propria rinascita nel Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, dove è diventato un leader carismatico e inamovibile, protagonista di una Bundesliga storica, vinta da imbattuti, e di una doppietta con la Coppa nazionale.
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La nuova strategia: esperienza al potere, l'arrivo di Xhaka al Milan
—La notizia del possibile arrivo di Xhaka (che ha già dato il suo si, in attesa che i club definiscano l'intesa) si inserisce in un contesto di mercato in ebollizione. Il Milan ha appena salutato Tijjani Reijnders, volato al Manchester City, e contemporaneamente ha messo le mani su Luka Modric, in attesa della firma dopo il Mondiale per Club negli Stati Uniti. Due colpi in entrata e uno in uscita.
E cosa significa? Negli ultimi quattro anni, l'era post-Elliott e l'inizio di quella RedBird di Gerry Cardinale hanno visto il Milan puntare su una strategia ben chiara: investimenti su giocatori giovani, preferibilmente nel pieno della carriera, con l'obiettivo di farli esplodere e aumentare il loro valore di rivendita. Un modello virtuoso, ma che in una stagione disastrosa come quella appena passata ha mostrato i suoi limiti.
Ora, qualcosa è cambiato. L'affidamento a un uomo di calcio esperto come Igli Tare e il ritorno in panchina di Massimiliano Allegri (che, come sappiamo, ha sempre saputo valorizzare al meglio i campioni esperti) suggeriscono una direzione assolutamente diversa. La gioventù ovviamente non sarà abbandonata, ma verrà mixata con una iniezione di esperienza e personalità. Xhaka, che compirà 33 anni a settembre, rientra perfettamente in questo identikit: non è più un giovane prospetto, ma ha ancora diverse stagioni ad altissimi livelli da offrire, come dimostrato dall'ultima esaltante annata in Germania.
Che cosa porterebbe in rossonero?
—Cosa porterebbe Granit Xhaka alla rosa di Massimiliano Allegri? Innanzitutto porterebbe quella mentalità vincente e quella leadership che all'interno dello spogliatoio rossonero sono mancate nell'ultima stagione. Le "scosse" e le difficoltà di gestione dei due allenatori precedenti (Fonseca e Conceicao) hanno evidenziato ancora di più l'urgenza di avere delle figure carismatiche all'interno dello spogliatoio.
Xhaka ha respirato a pieni polmoni l'aria degli spogliatoi di Arsenal e Bayer Leverkusen, portando il club tedesco a risultati storici. Xabi Alonso, suo ex allenatore e ora al Real Madrid, lo ha definito "un giocatore fantastico e un leader in campo", sottolineando la sua costante voglia di imparare e la sua propensione a diventare un grande allenatore.
La sua duttilità è un altro punto a favore: Xhaka può ricoprire il ruolo di regista davanti alla difesa, ma può anche giocare come mezzala, spostandosi maggiormente verso l'esterno. La sua capacità di stare in più posizioni e in più assetti di gioco (dal 4-2-3-1 a un possibile 4-3-3) è ciò che cerca un allenatore pragmatico come Allegri.
Il Milan sta cambiando pelle. Non più solo un laboratorio di giovani talenti, ma un mix sapiente di freschezza e saggezza. L'esperienza di Xhaka non è un semplice obiettivo di mercato, ma un pilastro di una strategia più ampia e approfondita che mira a riportare il Diavolo ai vertici.
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