Sono passati 1785 da quel 25 settembre 2013. Una data che ai più dirà poco, e continuerà a dire poco anche se aggiungiamo un'informazione. Quella sera, il Milan era di scena al Dall'Ara di Bologna. Di acqua sotto i ponti, come si dice in questi casi, ne è passata tanta. Cinque anni sono tanti e diventano tantissimi quando si parla di calcio. Basta leggere l'undici iniziale scelto dall'allora tecnico Allegri: Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, Constant; Poli, De Jong, Nocerino; Birsa, Matri, Robinho. Appare evidente come - tolti Abate e Zapata - di quel Milan non sia rimasto niente. Ciò che appare curioso, però, è il tabellino: nel 3-3 finale, due reti portano la firma di Diego Laxalt. Un inserimento preciso alle spalle di Zapata e un colpo di testa al centro dell'area: questi i timbri dell'uruguaiano sulla partita.
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Dalla doppietta al Milan alla maglia rossonera: Laxalt, duttilità uruguaiana sulla fascia
Nessuno, probabilmente nemmeno lui, sapeva cosa avrebbe riservato il futuro. Prima il passaggio all'Empoli, poi il definitivo trampolino di lancio al Genoa. Un'esperienza, quella in rossoblù, fatta di 111 presenze e 7 gol dal 2015, ma soprattutto di tanta sostanza e una crescita continua. Una crescita che, ora, lo premia con un biglietto di sola andata destinazione Milano, destinazione big. Dopo la positiva esperienza di Russia 2018 con la Celeste, Laxalt prova ora a prenotare il suo posto sulla corsia sinistra del Milan.
Diversi motivi, infatti, potrebbero indurre Gattuso a sceglierlo come titolare. Giocatore dotato di una grande corsa e di un mancino educato, rappresenta il tipico terzino moderno in grado di coprire tutti i ruoli della fascia. Le prestazioni altalenanti e poco convincenti di Rodriguez e gli acciacchi fisici di Strinic potrebbero convincere Gattuso a puntare su di lui che - viste le esperienze appena citate - conosce a memoria il nostro campionato. La sua propensione offensiva, inoltre, potrebbe vederlo giocare anche a centrocampo o - perchè no - nel trio di attacco. Insomma, un colpo duttile e interessante, con un uruguaiano pronto a volare sulla fascia del Milan. Quel Milan (in realtà molto cambiato) che cinque anni fa fu ferito da due suoi gol.
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