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Trofeo TIM, il Milan cresce bene: progressi nel gioco ma la difesa allarma

Milan Trofeo TIM 2016
Il Milan è arrivato ultimo nel 'Trofeo TIM' dietro Celta Vigo e Sassuolo: i rossoneri, però, dimostrano di avere basi più solide rispetto al passato

Daniele Triolo

Dopo due successi consecutivi, il Milan è costretto a rinunciare alla tripletta nel 'Trofeo TIM', vinto ieri sera dal , alla sua prima partecipazione alla manifestazione. Niente di grave, però, perché, come ricordato da 'La Gazzetta dello Sport', nonostante il passo falso dei rossoneri contro il Sassuolo (), la squadra rossonera dimostra di avere basi più solide rispetto al passato.

Sebbene ieri sera al 'Mapei Stadium' non si sia visto in campo nessun nuovo acquisto, la squadra di si è dimostrata aggressiva, desiderosa di ricercare la qualità, con tanta voglia di attaccare, anche con tanti uomini, ed a costo di rischiare qualcosa nelle ripartenze. In più, ha trovato un : se dovesse compiere il tanto sospirato salto di qualità, ha evidenziato la 'rosea', il Milan si ritroverà in casa l'acquisto più importante.

Tutti si aspettavano , ma il colombiano ha latitato, sprecando due colossali palle-gol contro il Celta. Poco male, perché il Milan comincia ad applicare alla lettera i dettami di Montella, con un pressing alto, chiamato quasi sempre da , e via libera agli inserimenti dei centrocampisti dalle retrovie, con un 'corridoio speciale' garantito a : il numero 5 rossonero, ha spiegato 'La Gazzetta dello Sport', così facendo avrà l'occasione per completare il suo percorso professionale, diventando un centrocampista da almeno 10 gol a campionato.

Qualcosa da perfezionare, in casa Milan, però c'è: , per esempio, è apparso spaesato ed avulso dagli schemi di Montella (molto meglio Suso nella seconda gara contro il Sassuolo), ed alla squadra manca un vero leader, capace di alternare momenti di possesso palla a rapide accelerazioni. Allarma la difesa: clamorosi gli svarioni in fase di copertura, soprattutto dello svagato , che ha suscitato, in tribuna, le ire di Adriano Galliani nei confronti del direttore sportivo Rocco Maiorino.

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