Nils Liedholm, il Barone: carriera, aneddoti, Milan e Hall of Fame

Nils Liedholm, ha fatto la storia del Milan

NILS LIEDHOLM

CARRIERA E ANEDDOTI SUL 'BARONE' SVEDESE

SCHEDA E PROFILO

Nome: Nils Liedholm

Luogo di nascita: Valdemarsvik (Svezia)

Data nascita-morte: 8 ottobre 1922 - 5 novembre 2007

Altezza: 185 cm

Soprannome: Il Barone

CARRIERA DA CALCIATORE

Centrocampista elegante e preciso, dalla spiccata intelligenza tattica, Liedholm muove i primi passi della sua carriera in Svezia, con IK Sleipner e IFK Norrköping. Nel 1949 si trasferisce poi al Milan, dove resterà sino al termine della carriera e dove comporrà con Gren e Nordahl uno dei trii più famosi della storia del calcio. In rossonero disputa in totale 394 presenze, accompagnate da 89 reti, numero che lo rende il secondo straniero più presente nella storia del club dopo Clarence Seedorf. Con la Nazionale svedese vince invece le Olimpiadi del 1948 e si piazza al secondo posto nei mondiali del ’58.

CARRIERA DA ALLENATORE

Milan

Al Milan è legata in larga parte anche la sua carriera da allenatore. Dopo i primi passi da assistente e il triennio ’63-66, Liedholm torna sulla panchina del Diavolo nel 1977. Nel ’79 conquista lo storico scudetto della stella, poi lascia i rossoneri ma vi fa nuovamente ritorno nel 1984. Vi rimane fino al 1987, quando Berlusconi decide di licenziarlo.

Roma

L’altra panchina importante della carriera di Liedholm è certamente quella giallorossa (’73-77, ’87-89, ’97). Nella Capitale il Barone conquista lo scudetto ’82-83 e sfiora il trionfo in Champions League, dove nella stagione successiva si arrende in finale al Liverpool.

Altre esperienze

Tra le altre squadre guidate da Liedholm ci sono il Verona (’66-68, ’92), il Monza (’68-69), il Varese (’69-71) e la Fiorentina (’71-73). Con il Varese, in particolare, conquista una promozione in A.

Curiosità e aneddoti

È stato il primo allenatore della gestione Berlusconi al Milan.

Suo fratello Karl giocò una partita in rossonero nel 1955.

Nel 2011 è stata fondata un’associazione in suo onore, che ogni anno assegna un premio all’allenatore che più si contraddistingue per signorilità ed eleganza.

Al momento del suo arrivo in Italia rassicurò il padre: "Tranquillo, papà: un anno, massimo due, e poi torno". Rimase nella Penisola fino al termine dei suoi giorni.

Compare nel famoso cult anni ’80 “L’allenatore nel pallone”, dove riveste il ruolo di idolo calcistico di Oronzo Canà.

Nel 2016 è stato inserito postumamente nella Hall of Fame del calcio italiano.

Ipse dixit

Un giorno a San Siro tirai fortissimo, colpii la traversa e il pallone ritornò nella nostra area.

Il possesso di palla è fondamentale: se tieni il pallone per 90 minuti, sei sicuro che l’avversario non segnerà mai un gol.

È meglio un asino zoppo che un cavallo sano.

Gli schemi sono belli in allenamento: senza avversari riescono tutti.

La partita perfetta è quella che finisce 0-0.

Dicono di lui

Il barone Nils Liedholm non sbagliava neanche un passaggio e giocava talmente bene, che durante una partita commise un errore e il pubblico gli dedicò una standing ovation per 5 minuti! (Fabrizio Calzia)

“Quel mona de Baròn. Con lui me toca sempre parlar italiano”. (Nereo Rocco a proposito di Nils Liedholm)

La volta che a San Siro scoppiò un grande applauso perché finalmente, dopo anni, aveva sbagliato un passaggio. O quell'altra che da fuori area colpì la traversa così forte, ma così forte, che il pallone rimbalzò oltre la metà campo e il Milan rischiò di prender gol in contropiede. Quante razioni di buonumore, caro vecchio Nils, e quante lezioni di calcio, in campo e fuori. Con quella maschera alla Buster Keaton e quell'italiano sussurrato che nemmeno dopo cinquant'anni e passa di residenza contemplava i verbi ausiliari e certe consonanti: loro abastansa bene; noi jocato melio. Un signore prima che un campione. Un educatore prima che un allenatore. (Gigi Garanzini)

Liedholm è stato il primo dei miei maestri, e anche il primo Campione che ho incontrato. Lo scriva così, con la c maiuscola. Per noi calciatori giovani era un papà e uno psicologo. Ti insegnava l'educazione e il modo di stare in campo. Noi gli insegnavamo l'italiano. Tutto inutile: non ha mai imparato la pronuncia. L'ultima volta che l'ho visto, alla festa per i suoi ottant'anni [...], si esprimeva con gli stessi suoni gutturali nordici del 1958, l'anno del mio esordio nel Milan. (Giovanni Trapattoni)

Liedholm era molto superstizioso. Sulle maglie, ad esempio. Non potevamo prenderle, doveva consegnarle lui. Una volta, l'ho strappata dal mucchio, tanto sapevo il numero. Mi ha guardato malissimo: "Se succede qualcosa la colpa è tua. Non farlo più, capito?" Un'altra volta mi metto, per sbaglio, il suo cappotto: nelle tasche c'era di tutto. Ma proprio di tutto: sale, ciondoli, amuleti, boccettine, cornetti. Uomo fine e ironico ma credeva a queste cose. (Pietro Vierchowod)

Palmares

Giocatore

Club

Campionato svedese: 2 IFK Norrköping: 1946-47, 1947-48

Campionato italiano: 4 Milan: 1950-1951, 1954-1955, 1956-1957, 1958-1959

Coppa Latina: 2 Milan: 1951, 1956

Nazionale

Oro olimpico: 1 Londra 1948

Allenatore

Club

Campionato italiano di Serie B: 1 Varese: 1969-1970

Campionato italiano: 2 Milan: 1978-1979; Roma: 1982-1983

Coppa Italia: 3 Roma: 1979-1980, 1980-1981, 1983-1984

Di Domenico Abbonandolo