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LIVE PM – Mirabelli: “Donnarumma? Raiola mi ha fatto i complimenti. Ibra? Non lo prenderei”

Massimiliano Mirabelli Milan
Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, ha parlato a 7 Gold della sua esperienza rossonera. Ecco tutte le sue dichiarazioni

Salvatore Cantone

Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan ha parlato in esclusiva a 7 Gold: "Yonghong Li? E’ il pensiero di tutti. È strano che il Milan venga acquistato e venduto in poco tempo. Ci sono da pensare tante cose ma ci ha lasciato tutti sorpresi".

Su Paqueta: "Paqueta? Un'altra domanda..."

Sulla differenza tra Italia e Inghilterra: "L'Italia è l'Italia anche se l'Inghilterra sta prendendo un piede importante nel mondo del calcio".

Sul suo futuro: "Al momento seguo in Italia e in Europa le partite, per conoscere i giocatori e sbagliare di meno in futuro".

Su cosa non rifarebbe al Milan: "Io purtroppo, avevo in mente, era una cosa da libro cuore, di unire i due fratelli Donnarumma. Oggi non lo rifarei per come sono andate le cose, dai protagonisti proprio la cosa non è stata capita".

Su Mendes e Raiola: "Sono all'opposto. Con Raiola ci parlavo, ci trovavamo in disaccordo sulle questioni poi lui fa il suo lavoro e il mio. Magari, avrei potuto far scrivere meno cose cattive su di me se me ne fossi fregato del club e avessi fatto l'accomodante".

Su Ronaldo al Milan: "Se avevo pensato a lui? Non rispondo..."

Su Conte: "Non c'è mai stata nessuna trattativa per portare Antonio al Milan".

Su Ibrahimovic: "Se prenderei Ibrahimovic? No".

Su Fassone: "Devo solo ringraziare Fassone per l'opportunità che mi ha dato. Sono in ottimi rapporti con lui a differenza di quanto si è scritto e detto".

Su Raiola: "Telefonata con Raiola per Donnarumma? E' vero, alla fine mi ha fatto i complimenti per come ho condotto il rinnovo di Gigio, anche se la telefonata resta privata. Lui ha detto che la società non esisteva? Bisogna vedere se si riferiva a noi dirigenti o ai piani alti della società".

Sul Milan: "Non abbiamo trovato un terreno fertilissimo. Abbiamo trovato un club che ha vinto tutto ma che negli ultimi tempi vivacchiava. Era assolutamente normale cambiare".

Su Donnarumma: "Chi si occupa di mercato sa che quando un giocatore è in scadenza ci sono commissioni che partono da 20 o 25 milioni. Sono soldi che si danno all'agente o al calciatore. Con Donnarumma era giusto dare uno stipendio importante, anche perchè abbiamo pagato commissioni. Non penso che il contratto ne ha limitato la vendita. Il calcio è cambiato".

Sulla società e i problemi con l'Uefa: ""Sono problemi commessi prima della nostra gestione. Sono ottimista, il Milan ora ha una proprietà solida e importante. Non avrà problemi. Io ricordo i media che ci davano sconfitti per il caso Donnarumma. Abbiamo trovato una grossa difficoltà, ma non era l'unica scadenza. Gestire questa situazione con un agente non facilissimo è stato complicato".

Su Montella e Gattuso: "Valorizzazione dei giocatori da parte del'allenatore? Conta tantissimo. Abbiamo perso cinque punti con il Benevento e tre con il Verona. Quando è subentrato Gattuso si è trovato con mille difficoltà nel prendere la squadra. Lui ha ottimizzato al massimo l'organico, pur arrivando solo all'ultima giornata Cutrone in doppia cifra. Aveva mille difficoltà ma ha sfruttato al massimo la squadra".

Sul lavoro nel Milan: "Da quando siamo arrivati avevamo la necessità di fare quasi una rivoluzione per dare un’impronta alla squadra. Il secondo mercato, che non abbiamo fatto, sarebbe stato dedicato al puntellare la squadra, in modo renderla più forte. Non era facile fare il lavoro che abbiamo fatto noi, ripulire e dare un’impronta. Ora il Milan ha valore, ha tanti giovani. Abbiamo avuto difficoltà con dei rinnovi che abbiamo completato. Ora il Milan ha un’ossatura giovane su cui si può lavorare”.

Su Reina: "Abbiamo colto un opportunità, sapevamo che potevamo cedere Donnarumma o meno, con Reina siamo stati chiari. Lui ha qualità straordinarie con mani e piedi, ma soprattutto ha grande personalità e sa fare gruppo. Volevamo un giocatore di esperienza a prescindere dalla cessione di Donnarumma".

Su Bonucci: "Di questi tempi, è normale, dire qualcosa per giustificarsi. Bonucci, oltre ad essere un grande professionista, è stato con noi un grande uomo, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene da Milanello. È stato un campione vero. Spostare gli equilibri? Era un difensore centrale. Gli equilibri li cambia la squadra o al massimo il centravanti. Pensavamo chiudesse la carriera al Milan".

Sulla scelta di andare al Milan: “La sfera di cristallo non l’ho. Vivere anche solo un giorno il mondo Milan è stato un onore. Sono stati 15 mesi di grande impegno. Vivere giornalmente di questo mondo Milan è da pochi, lo auguro a tanti, è bellissimo. Sono stato orgoglioso di fare parte, se anche in breve tempo, della storia di questo grande club”.

Su Kalinic e André Silva: “Andrè Silva, a mio avviso, è un giocatore di indubbio valore anche per i prossimi anni. Abbiamo fatto questa scelta ma sapevano che non era facile per un giovane portoghese giocare nel campionato italiano. Un solo anno forse è stato poco, ma lo è stato per tutti. Mi auguro torni al Milan, perchè di lui ne sentiremo parlare”.

Ancora su Yonghong Li: "Non voglio sviare alla domanda. Io ne so meno dei giornalisti. La proprietà era qualcosa di superiore a quello che facevo io al Milan. Prima di fare qualsiasi passo al Milan ci volevano le garanzie giusta, prima di spendere denaro. C’era un amministratore delegato che aveva i rapporti con la proprietà. Avevamo una proprietà assente nella comunicazione, avevano un’idea non europea, non italiana. Loro, per quanto ci riguarda, quando dovevano fare i bonifici, tranne l’ultimo da 30 milioni, non ci hanno mai fatto mancare niente”.

Sul rimanere milanista: “Il mondo Milan mi ha preso tantissimo. Sono professionista, tifo per la squadra per cui lavoro ma il Milan mi è rimasto dentro”.

Sul rimpianto Aubameyang: “Questo può essere un piccolo rimpianto per cosa penso e pensavo di Aubameyang. In quei mesi avevamo la necessità di rivoltare la squadra. Il conto si fa con acquisti e cessioni, noi abbiamo speso 160 milioni nella campagna acquisti. Una squadra però non si costruisce mai in un solo mercato, ma in un percorso più lungo".

Su Gattuso: “In quel momento era giusto portarlo in Primavera, Montella aveva conquistato l’Europa League, era giusto dargli fiducia. Gattuso, che è un campione dentro, quando ha smesso di giocare si è subito dimenticato di quello che era stato da calciatore e si è rimesso in gioco da allenatore facendo le sue esperienze. Rino, dal mondo Milan e da tutti, era visto come grinta ma in realtà è un allenatore innovativo. È uno dei più bravi allenatori al mondo, è sottovalutato, lo si esalta poco. Il Milan gioca un bellissimo calcio: se ripensate al secondo gol al Napoli, è qualcosa di bellissimo. Il cammino di Gattuso è stato da terzo posto, sa insegnare calcio. È un grandissimo allenatore, ma sottovalutato". A proposito di Gennaro Gattuso, c'è un rossonero che ha speso grandi parole di elogio per lui: per saperne di più!

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