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FIGC, Uva: “Milan? Non potevamo fare nulla per evitare la sentenza UEFA”

Uva FIGC
Michele Uva, direttore generale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha commentato l'esclusione del Milan dalle coppe europee

Daniele Triolo

Il direttore generale della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Michele Uva, è intervenuto su 'Radio1', nell'ambito della trasmissione 'Radio Anch'io Lo Sport' e ha parlato della per la violazione dei parametri del Fair Play Finanziario nel triennio 2014-2017.

“Il FFP? La Roma e l'Inter non erano adempienti, la UEFA gli ha dato un percorso e lo stanno rispettando in modo straordinario. Nei prossimi anni le regole saranno ancora più rigide, e varranno per tutti, Milan compreso. Il Milan, ora ha dopo che la UEFA non ha considerato il suo un percorso virtuoso per le regole del FFP – ha commentato Uva -. La FIGC non può fare niente, il vicepresidente della UEFA a maggior ragione. Da un punto di vista politico non parliamo di peso politico”.

Uva ha quindi spiegato cosa succederà nel momento in cui il Milan presenterà ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna: “Cosa farà il TAS? Da tifosi italiani ci auguriamo . Nel caso non dovesse essere così, sarà un momento di riflessione: le regole vanno sempre conosciute e rispettate – le sue parole -. I controlli? Sopra di noi ci sono delle leggi dello Stato. Il passaggio di quote da un proprietario a un altro non può essere controllato dalle leggi dello Stato e la FIGC non ha poteri investigativi finanziari sui flussi. Noi abbiamo messo una regola con Carlo Tavecchio su chi comprava più del 10% delle quote ma di natura generale, ovvero su pendenze penali, su problemi di natura finanziaria, deve avere una lettera di patronato di due banche. Di più non potevamo fare, se uno volesse comprare quote di un club non potremmo impedirlo”. Il Milan, nel frattempo, prepara la memoria difensiva per il TAS: .

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