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Il giornalista sportivo MIchele Criscitiello (credits: Inter-News.it)
"Il calcio è un mondo a parte, e la Serie C ne è la prova più lampante." Con queste parole lapidarie, il giornalista Michele Criscitiello ha acceso i riflettori sulle drammatiche contraddizioni che affliggono il terzo campionato italiano. Un sistema malato, dove società tecnicamente fallite sopravvivono per inerzia, piazze storiche perdono la bussola per colpa di gestioni scellerate, e chi dovrebbe controllare spesso volta lo sguardo altrove.
Il dito di Criscitiello punta dritto verso le anomalie di un sistema che sembra auto-perpetuarsi nel caos. Emblematico, secondo il giornalista, è il caso del presidente della Lega Pro, Matteo Marani, il cui stipendio annuo da 350 mila euro stride violentemente con la cronica mancanza di liquidità dei club. "Se i calciatori non prendono stipendi e nessuna società produce utile, come è possibile permettersi un dirigente a quelle cifre?", si chiede Criscitiello, sottolineando l'immobilismo del presidente federale Gravina.
Ma le ombre non finiscono qui. Criscitiello riporta anche voci di corridoio su una presunta richiesta di Marani di alleggerire i controlli sulle società di Serie C, un'indiscrezione che, se confermata, getterebbe ulteriore benzina sul fuoco di un campionato già in fiamme. E la riforma Zola, pensata per rilanciare il settore giovanile, viene bollata come inadeguata e distante dalla realtà della categoria.
"La C è morta", sentenzia Criscitiello, evidenziando come nessuno metta mano a un declino che sembra inarrestabile. Mentre Avellino, Padova, Benevento e altre piazze storiche bruciano milioni di euro, la priorità appare quella di mantenere inalterati privilegi anacronistici. Un quadro desolante, quello tratteggiato da Criscitiello, che lascia presagire un futuro sempre più incerto per la Serie C. LEGGI ANCHE: Segui qui il LIVE testuale di Genoa-Milan >>>
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