DALLA TIPOGRAFIA RIBOLDI ALLE OLIMPIADI
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#TBT: 1963, l’anno d’oro di Trapattoni
Nato il 17 marzo 1939, in arrivo il compleanno numero 78 del Giuan rossonero, Trapattoni. Ecco un viaggio nel 1963, suo anno d'oro.
Alle porte dei 78 anni di età, risuona ancora quella frase di qualche decennio fa: "Te capì el Giuan...", tipico modo di dire milanese, una espressione del popolo in riferimento ad uno che ce l'ha fatta. Lo conoscevamo, era qui coi calzoni corti in mezzo a noi e guarda adesso cosa è diventato... questo il senso. Lui, il Giuan, entra sulla "scena" di Cusano Milanino (città giardino incardinata nella cintura industriale a nord di Milano) come tipografo 14enne della cartotecnica Riboldi. Bisognava dare una mano alla famiglia, a papà Francesco e a mamma Romilde che a loro volta dovevano pensare a lui, ma anche ai fratelli: Antonio, Maria, Elisabetta e Angela. Il giovane Giovanni non si tira indietro, ma il tempo per giocare a pallone lo trova sempre fino a che, come spesso accadeva nella periferia milanese di quegli anni, lo nota Mario Malatesta, mediano ligure divenuto osservatore delle squadre giovanili milaniste. Nel giro di pochi anni, esordisce in Coppa Italia nel giugno 1958 in un Milan-Como 4-1, in Serie A nel gennaio 1960 in uno Spal-Milan 0-3 di Campionato (doppietta di Altafini e rete di Liedholm) e affronta con la Nazionale olimpica i Giochi di Roma durante i quali conosce la moglie Paola.
IL TRAP SCALA LE CIME PELE' E WEMBLEY
La stagione dell'Ottavo Scudetto del Milan, annata 1961-62, trova il Trap perfettamente a suo agio nel ruolo di titolare: 32 presenze in 34 partite, poi anche l'esordio europeo a Novi Sad, sempre con la maglia rossonera, in Coppa delle Fiere. Ma il suo mese, il mese per eccellenza della sua carriera, è il maggio 1963. In quel mese, il Giuan gioca tre partite ma tutte pesantissime: il 5 maggio a San Siro contro la Spal, la squadra dell'esordio, 4-0 per il Milan; il 12 maggio sempre a San Siro, Italia-Brasile 3-0, la celeberrima partita nella quale marca e annulla Pele (dopo quella partita chiamerà il suo gattino "Perla Nera" proprio in omaggio ad Edson Arantes do Nascimento); il 22 maggio questa volta a Wembley la Finale di Coppa dei Campioni vinta 2-1 dai rossoneri di Rocco, Rivera e Altafini contro il Benfica del grande Eusebio. È l'anno della consacrazione di Giovanni Trapattoni che finalmente può comprarsi un'autovettura, visto che nei primi anni di Milan andava a prendere il suo amico Gigi Radice per andare insieme in Lambretta agli allenamenti. Ma a metà degli anni Sessanta, Radice esce di scena causa infortuni e Trap diventa molto amico di Giovanni Lodetti: parlavano sempre e qualcuno li chiamava le "cocorite".
DOPO IL 1976, TRAP RITROVA MILANELLO NEL 2002
Al termine della sua 351esima gara ufficiale disputata nel Milan, la sfortunata Finale di Coppa Italia persa ai rigori dal Milan contro il Torino a Genova, il Paròn Rocco affronta un discorso serio con il suo Giuan: dobbiamo fare lo scambio noi e il Varese, Sogliano viene qua e tu vai là un anno, poi torni qui e inizi a fare l'allenatore. Andò proprio così e molti anni dopo, Trapattoni racconterà: "Mantenne la promessa il Paròn, lo ricordo ancora spesso nelle mie preghiere". Quindi, dopo aver vinto in rossonero 2 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 1 Intercontinentale, 1 Coppa delle Coppe e 1 Coppa Italia, Trap chiude con il campo e dopo quattro anni di apprendistato in panchina lascia definitivamente il Milan. Nell'estate 1976, Giampiero Boniperti lo chiama a Torino. Il Milan invece aveva scelto Pippo Marchioro per guidare la squadra... Da allenatore, i colori di Trap sono stati tutt'altro che rossoneri: prima bianconeri, poi nerazzurri, poi ancora bianconeri. I tifosi lo identificano come avversario e lui si lascia scappare: "Prima di farmi i cori contro, i tifosi milanisti dovrebbero sapere quanto ho amato e tutto quello che ho sudato io per quella maglia lì...". Trap ritrova Milanello nell'estate 2002, quando ci porta la Nazionale azzurra prima dei Mondiali di Corea e Giappone: "Mi sembra ieri, quanti ricordi...".
Tanti auguri in leggero anticipo, caro Giuan.
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