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Squinzi, rossonero sì ma quante frecciatine…

Redazione

Giorgio Squinzi, presidente del Sassuolo, non ha mai nascosto la sua fede rossonera, tuttavia non ha mai risparmiato critiche alla squadra e alla società

Il passaggio storico della proprietà del Milan da Fininvest ai Cinesi si avvicina sempre di più. Così come si avvicina anche la partita, di Domenica prossima, della squadra rossonera contro il Sassuolo. Due considerazioni che hanno apparentemente non avrebbero nulla in comune se non fosse che l’attuale proprietario della squadra neroverde più volte era stato ipotizzato tra i papabili acquirenti del Milan. D’altronde, Giorgio Squinzi non ha mai nascosto il proprio amore per i colori rossoneri e, data la caratura della propria azienda, aggiungendo anche i buoni rapporti con Silvio Berlusconi, molti tifosi avrebbero visto di buon occhio un passaggio di consegna tra i due. Sì perché tra il Cavaliere e il numero uno della Mapei il legame confidenziale non è mai mancato a tal punto che lo stesso Squinzi ha più volte confidato delle chiacchierate telefoniche tra lui e Berlusconi con argomenti calcistici. Il presidente del Sassuolo però, negli ultimi tempi, non ha risparmiato anche alcune frecciatine alla dirigenza rossonera affermando diverse volte che “continua a metterci soldi e passione, ma non ha strategia” ed anche a seguito di alcuni episodi arbitrali nel match della sua squadra contro i rossoneri arrivando a dire, forse esageratamente, “mi vien voglia di non tifare più Milan”. Per la serie ‘amo talmente la mia squadra da criticarla aspramente’.Tuttavia, si può ben dire che il Sassuolo negli ultimi anni ha dato il buon esempio, a tanti dirigenti e squadre non solo italiane, in quanto a strategia: infatti con un budget nettamente inferiore a quello delle principali squadre è riuscito non solo a costruirsi uno stadio di proprietà ma anche togliersi diverse soddisfazioni dando filo da torcere alle grandi, raggiungendo posizioni in classifica molto pregiate e di conseguenza lo storico traguardo dell’Europa League. Tutto questo si deve anche alla lungimiranza del presidente neroverde che nella scorsa stagione, mentre il calcio italiano preferiva dare meno importanza ai propri giovani, affermava di credere “sempre più nel Sassuolo, su 26 giocatori nella rosa abbiamo solo tre stranieri”. Per fortuna da circa un anno il Milan sembra abbia voluto emulare la squadra neroverde puntando, con Mihajlovic prima e con Montella poi, sui giovani italiani del vivaio rossonero e la scelta fin qui è stata abbondantemente azzeccata. Invece, sulla cessione ai cinesi Squinzi ha affermato che “è segno dei tempi. Di sicuro, i cinesi non investirebbero per passione ma solo per business. Vedremo nel medio-lungo termine cosa riusciranno a fare. È chiaro che la spinta emozionale e la passione di Berlusconi non possono avercela. Lui è irraggiungibile. Quando ho visto in tv uno speciale sulla sua vita milanista, ai gol di Van Basten o di Sheva stavo per mettermi a piangere”. “Io resto sacchiano ma il mio cuore tifa Milan dagli anni ’40 – ha inoltre detto più volte – ma non lo avrei mai comprato: io e la mia famiglia non abbiamo lavorato una vita per comprare il Milan specie alla luce delle cifre che si sentono. Non ho mai parlato con Berlusconi di acquistare il Milan”. Anche se Berlusconi il desiderio lo avrebbe avuto, potremmo aggiungere.Dunque, in sintesi, Squinzi ha dato dimostrazione col suo Sassuolo di come, per dar seguito a dei progetti seri ed ambiziosi, non siano necessarie per forza grosse quantità di capitali ma testa e cuore. Poi se i capitali ci sono tanto meglio. La nuova, probabile, futura proprietà del Milan, dunque, non farebbe male se facesse tesoro di tutto ciò.

Antonio Gatto

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