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Sentenza UEFA: Milan nel club delle escluse come Galatasaray e Stella Rossa

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Negli ultimi 5 anni, il Milan è la 17a squadra estromessa dalle coppe europee per violazioni sul FFP. Il Partižan Belgrado fu ripescato dal TAS

Daniele Triolo

'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina ha ricordato come, con 18 titoli conquistato in Europa e nel Mondo, il Milan, dalla Camera giudicante dell'Organo di Controllo Finanziario dei Club di Calcio UEFA (CFCB), sia un gigante rispetto, per esempio, a Galatasaray e Stella Rossa, due tra i club più conosciuti e vincenti tra quelli puniti, in passato, a Nyon con l'esclusione dalle coppe.

Dal 2014 ad oggi, il Milan è la 17esima squadra a ritrovarsi fuori dalle competizioni continentali per non aver rispettato i parametri del Fair Play Finanziario (FFP): quattro anni fa, insieme a Cluj (Romania), Bursaspor (Turchia) ed Ekranas (Lituania), all’inferno era finita anche la Stella Rossa, una Coppa Campioni e un’Intercontinentale nel ’91. Per i serbi e le altre, ha sottolineato la 'rosea', il capo di accusa era simile: debiti non saldati (con altri club o di natura fiscale) o mancato adempimento delle richieste UEFA. Le pene furono durissime: due stagioni ai lituani, tre a Cluj e Stella Rossa, addirittura quattro ai turchi. Nel 2015 poi è toccato ai romeni del Targu Mures, agli azeri dell’Inter Baku, ai finlandesi del Pallohonka ed agli ucraini del Dnipro, che pochi mesi prima avevano perso la finale di Europa League con il Siviglia: per tutte tre anni senza coppe. Porta sbarrata anche ai bulgari del CSKA Sofia, che invece non aveva rispettato gli accordi del settlement agreement: due stagioni di stop per loro.

Tra i casi, però, citati dall'amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, nell'udienza dello scorso 19 giugno a Nyon ci sono quelli di Dinamo Mosca nel 2015 (niente Europa per 4 anni) e nel 2016 (un anno), le cui condizioni, secondo Fassone «erano molto diverse da quella del Milan». La Camera giudicante punì i russi per non aver soddisfatto il requisito di pareggio di bilancio e i turchi, vincitori di Coppa UEFA e Supercoppa Europea nel 2000, per non aver rispettato il settlement agreement. Tra marzo ed aprile scorso, infine, la UEFA ha colpito Panathinaikos (Grecia, 3 stagioni), Irtysh (Kazakistan, 3 stagioni) e Sion (Svizzera, 2 stagioni); un anno prima, il Karabükspor (Turchia, 2 stagioni): ancora una volta, nel mirino sono finiti bilanci disastrosi e insolvenze di ogni tipo.

Diverso invece il caso del Partižan Belgrado: nel dicembre del 2016, ha concluso 'La Gazzetta dello Sport', il verdetto dei 5 giudici lo escludeva dal 2017 al 2020 per aver accumulato una somma pari a quasi 2,5 milioni di versamenti non effettuati, essenzialmente in contributi previdenziali e fiscali. I serbi si misero in regola e a segnare il gol della clamorosa rimonta, tre mesi dopo, fu il TAS che ribaltò la sentenza: l’11 luglio scorso il Partižan era regolarmente in campo per il secondo turno preliminare di Champions League. Il TAS, ora, aspetta anche il Milan:

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