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Scaroni: “Gattuso stia tranquillo: il fantasma di Conte non esiste”

Paolo Scaroni Milan
Paolo Scaroni, Presidente del Milan, ai microfoni del 'Corriere della Sera': “Ambiente sereno, programma a medio termine, obiettivo Champions”

Daniele Triolo

Oltre ad aver parlato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' (clicca per le sue dichiarazioni integrali), Paolo Scaroni, Presidente del Milan, ha rilasciato delle dichiarazioni al 'Corriere della Sera'. Questa l'opinione di Scaroni:

Sui suoi primi due mesi nel calcio: “Ho capito che ci sono due montagne da scalare: una squadra che vince e un conto economico che sta in piedi. Vanno scalate assieme perché una sorregge l’altra. Quella sportiva è la più importante: credo che su questa abbiamo fatto passi da gigante portando a casa Leonardo e Paolo Maldini, che sono persone competenti, di qualità e sono milanisti”.

Su chi dei due frequenta di più: “È raro che veda uno in assenza dell’altro, adesso forse Leonardo è più impegnato nel corso di direttore sportivo, altrimenti si muovono in perfetta sintonia”.

Su cosa gli ha dato, finora, maggiore soddisfazione: “L’arrivo di Leonardo e Maldini ha dato fiducia all’ambiente, che si è tramutata in un incremento degli abbonamenti. Poi però la verità la dice il campo. A noi la squadra sembra giovane e forte, speriamo dia risultati. Il secondo successo è che abbiamo creato una società forte finanziariamente. Nell’ultimo anno la maggior parte degli articoli parlava di soldi. “Arrivano 10 milioni, non arrivano...”. Ora lo stato patrimoniale è solido e tutto in ottemperanza alle regole UEFA, la nostra stella polare. Resta il terzo grande tema: l’aumento dei ricavi”.

Sull'Italia indietro anni luce sulla questione: “Mi viene da dire che l'Italia negli ultimi anni ha accumulato ritardo in molti ambiti, non ho capito bene cosa ci sia successo. Da 15 anni il Milan non aumenta i ricavi: nel 2003 facevamo 200 milioni, nel frattempo gli altri li hanno triplicati. Io quando leggo che il Manchester United ricava 800 milioni mi sento male. Perché noi abbiamo vinto più di loro, e abbiamo una base straordinaria per avere successo: 400 milioni di tifosi nel mondo”.

Sugli obiettivi che il Milan si è prefissato per quest'anno: “Sul piano sportivo non ci siamo posti di andare in Champions League quest’anno anche se credo che è lì che il Milan debba stare. Mi sono fatto l’idea che, per come si è evoluto il calcio, lo scudetto sia diventato meno importante, per il Milan sarebbe meglio essere e fare bene in Champions”.

Sulla Juventus possibile vincitrice della Champions League con Cristiano Ronaldo: “Glielo auguro. Hanno fatto uno sforzo titanico per costruire una squadra e una società forti. In questo sono poco tifoso, tengo sempre per le squadre italiane, non gufo mai”.

Sugli obiettivi societari del Milan: “Dotarci di un’organizzazione che sia in grado di tirare le reti”.

Sugli sviluppi nella trattativa con Ivan Gazidis: “Prosegue. Il processo di selezione dell’amministratore delegato deve essere fatto con calma e bene. Ogni volta che c’è qualche rallentamento, rassicuro tutti dicendo che intanto ci sono io, passo già metà del mio tempo qua, ce la metto tutta. L’A.D. deve avere un profilo che si sposi con i nostri obiettivi: il primo è aumentare i ricavi. È il punto di partenza: se noi fatturassimo 800 milioni potremmo permetterci Ronaldo”.

Sul piano di Elliott per il Milan: “Il piano è a medio termine, diciamo dai tre ai cinque anni”.

Su chi si occupa di Milan nel concreto: “I manager Franck Tuil, Stefano Cocirio e Giorgio Furlani, quest’ultimo è quello con cui parliamo di più”.

Su Gordon Singer: “Ha altro da fare, ma è venuto a Milanello, ha incontrato due volte Gattuso, siamo andati a cena al ristorante di Rino: abbiamo mangiato troppo, ma bene”.

Su Silvio Berlusconi: “Non mi permetterei mai come lui di dare consigli ai giocatori, suggerirei delle stupidaggini, lui sa di calcio molto più di me”.

Su Gennaro Gattuso ed il 'fantasma' di Antonio Conte: “Assolutamente non deve agitarsi, ma non credo che si agiti. È il mio allenatore, intanto perché ha fatto bene. Poi mi piace perché prende il suo lavoro con una serietà totale, ha un’aria che dice a tutti che con lui non c’è niente da ridere. Lo trovo simpatico e utile”.

Sul suo rapporto con Berlusconi: “Berlusconi l’ho conosciuto meglio nel 2002, quando ero a Londra, mi è stato presentato dall’ambasciatore italiano. Cercava un a.d. con esperienza internazionale per l’Enel: nei miei 12 anni tra Enel e Eni ogni tanto ci vedevamo. Oggi lo sento raramente, l’ho invitato alla partita, ma non è che mi chiama per darmi consigli. Ogni tanto ceno con Adriano Galliani e ne approfitto per chiedergli qualcosa. Adesso poi si sono lanciati nell’avventura del Monza...”.

Su Cerchione e D'Avanzo, consiglieri d'amministrazione, vicini a Berlusconi: “Sono vicini a Berlusconi? Davvero? Io non lo so. Queste voci a me non risultano assolutamente, ma io quando si è svolto il passaggio di proprietà a Yonghong Li facevo tutt’altro, non sapevo neanche se ne occupasse Rothschild. E in un anno di consiglio non ho mai sentito parlare di Berlusconi”.

Su cosa ha capito dell'esperienza cinese: “Cosa non ho capito, più che altro. Gli aumenti di capitale di cui il Milan aveva bisogno erano noti, ed erano stati deliberati da Li, non da nessun altro. Per quale ragione li abbia deliberati se non aveva i soldi, non lo so. E per quale ragione non abbia venduto alla fine, di nuovo non lo so. Ma a questo punto neanche m’interessa”.

Sulla sanzione UEFA: “Intanto ci muoviamo su un territorio sconosciuto, non ci sono precedenti simili al nostro. Abbiamo un problema del passato, perché la violazione era sui bilanci pre-cinesi: ora la UEFA aspetta la motivazione del TAS che ha detto serve una sanzione equa e mi auguro ci sia comminata la più piccola possibile. Poi c’è il triennio che parte dal 20172018 per il quale il Milan dovrà fornire un piano credibile. Ci stiamo attrezzando”.

Sullo stadio: San Siro ammodernato con l'Inter o impianto di proprietà? “Non c’è dubbio che uno stadio moderno contribuisca in modo decisivo ai ricavi. Che poi sia un San Siro rinnovato o un nuovo stadio sarà oggetto dello studio che abbiamo affidato a consulenti indipendenti. Io cerco di mettere all’interno di questo studio un po’ di buon senso, di uno che conosce l’Italia e sa che certe operazioni possono richiedere dieci anni. La ristrutturazione di San Siro è un’ipotesi che c’è, anche perché la coabitazione con l’Inter è stata di successo”.

Intanto, Milan e Inter hanno intenzione di incontrare il Comune di Milano per ottenere una concessione 'secolare' di 'San Siro': .

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