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RASSEGNA STAMPA

Gelido silenzio sul Milan Futuro: un progetto fallito chiede risposte

Alessia Scataglini
Alessia Scataglini
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Un'ombra cupa e densa come la nebbia padana avvolge il progetto Milan Futuro. Ibrahimovic e Kirovski finiscono sotto accusa

Un'ombra cupa e densa come la nebbia padana avvolge il progetto Milan Futuro. La retrocessione in Serie D, sancita dalla sconfitta senza appello nel ritorno del play-out contro una Spal cinica e determinata, è una ferita profonda nel tessuto del vivaio rossonero. Il ribaltamento del risicato 1-0 dell'andata, trasformato in un netto 2-0 al "Mazza", non è solo una debacle sportiva, ma un vero e proprio terremoto economico, con oltre 15 milioni di euro investiti in un'avventura naufragata prematuramente.

Ibrahimovic e Kirovski nel mirino: la retrocessione del Milan Futuro impone una severa analisi

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Ora, l'amministratore delegato Giorgio Furlani si trova di fronte a un bivio cruciale: come ripartire dalle macerie di questa ambiziosa, quanto disastrosa, operazione? Le riflessioni si fanno inevitabili, così come l'analisi impietosa di chi ha avuto le redini di questo progetto fin dalla sua genesi.

Inevitabilmente, i riflettori si accendono su Zlatan Ibrahimovic e Jovan Kirovski. I due manager, con le loro firme in calce al Milan Futuro, sono ora sotto il peso inesorabile del giudizio. La "mission" di creare e far crescere talenti competitivi si è infranta contro la dura realtà del campo e di una gestione che, a posteriori, appare quantomeno discutibile.

I presagi di una stagione tormentata si erano manifestati fin dalle prime battute. La clamorosa decisione di Ibrahimovic di esautorare Ignazio Abate dalla panchina per presunte divergenze sulla gestione del figlio Max aveva creato un clima di tensione e incertezza. Ma il vero detonatore fu il siluramento di Antonio D’Ottavio, l'uomo inizialmente indicato come responsabile del progetto. Il suo allontanamento, ufficializzato a novembre, fu motivato da una inconciliabile diversità di vedute con Ibrahimovic e Kirovski. Quest'ultimo, inesperto del calcio italiano e della Serie C, si era inizialmente appoggiato all'ex ds milanista, salvo poi allinearsi alle decisioni dello svedese.


La gestione dei giovani talenti si è rivelata un vero e proprio boomerang. Un Bonera costantemente depauperato dalle continue chiamate in prima squadra di Bartesaghi, Jimenez, Zeroli, Liberali e Camarda, per poi ritrovarsi, spesso all'ultimo minuto, con alcuni di loro a disposizione per le partite del fine settimana. Ragazzi costretti a estenuanti viaggi notturni, percorrendo centinaia di chilometri, senza la necessaria preparazione fisica e mentale per affrontare un campionato competitivo come la Serie C. L'arrivo di Massimo Oddo in panchina, purtroppo, non ha sortito l'effetto sperato della salvezza.

Ora, come riferito da Tuttosport, il futuro del Milan Futuro è segnato: al netto di improbabili ripescaggi per i quali verrà comunque presentata domanda, la squadra parteciperà alla prossima Serie D. Un paradosso, considerando gli ingenti investimenti e il fatto che i contratti dei giocatori, essendo legati alla lega professionistica, rimarranno validi.

Il disastro del Milan Futuro: Retrocessione in Serie D, fallito il progetto di Ibrahimovic

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Le parole di Geoffrey Moncada nel pre-partita, nel tentativo di minimizzare la retrocessione ("Giocare in B, in C o in D non è così importante per noi. Per noi è importante creare talento. È il primo anno, l’importante è creare giocatori. Il Milan Futuro giocherà in Serie D. Anche il Barça B è retrocesso…"), suonano come un magro e poco convincente tentativo di gettare acqua sul fuoco.

Se l'obiettivo primario era la creazione di talento, la retrocessione in un campionato non professionistico rappresenta comunque un passo indietro significativo per la crescita dei giovani rossoneri. Il silenzio gelido che circonda il Milan Futuro è il termometro di una delusione profonda, un fallimento che impone una seria e urgente riflessione sul futuro del progetto e sulle figure che ne hanno avuto la responsabilità.