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Gattuso: “Sogno di restare al Milan, a casa mia. Farò di tutto per meritarlo”

Gennaro Gattuso Milan
Gennaro Gattuso, tecnico rossonero, si è raccontato per i suoi 40 anni: “Sento grande responsabilità e non sarò mai un peso”. Le parole del mister

Daniele Triolo

Oggi Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, compie 40 anni e 'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina gli ha dedicato degli interessanti approfondimenti. Il primo riguarda le parole che l'allenatore rossonero ha rilasciato, ieri, in esclusiva, all'agenzia di stampa 'ANSA', a 'Premium Sport' ed al canale tematico del club di Via Aldo Rossi, 'Milan TV'.

“Sogno di restare al Milan – ha detto Gattuso -. Mi ha dato grande responsabilità e fiducia, da parte mia c'è rispetto e farò di tutto per continuare. Ma non voglio essere un peso per il Milan. Anzi. Sono l'ultimo problema. E' normale che mi piacerebbe continuare, mi sento ancora a casa mia, con ancora più responsabilità nei confronti del club rispetto a quando giocavo”.

Gattuso ha anche rivelato qualche aneddoto del suo recente passato: “Nel 2016 avevo firmato con la Nazionale del Kazakistan, ma a Creta e Sion la mia famiglia non si era trovata bene, quindi ho portato mia moglie Monica ad Astana, ho provato le temperature rigide e ho capito che era meglio fare un passo indietro. A 30 anni non avevo alcuna voglia di fare l'allenatore, mi è scattata a 33-34 anni, quando ho avuto il problema agli occhi. Oggi ho grandissima voglia di fare questo mestiere: mi fa sentire vivo”.

L'allenatore del Milan ha poi continuato: “Nella vita mi sono goduto poco le vittorie, mi ricordo di più le sconfitte. Ho vissuto male i trofei persi, mi sentivo responsabile. Ho lasciato il Milan per un mese, nel 2012: Adriano Galliani mi ha chiamato ogni notte per un mese ogni mezzanotte mettendo la canzone 'Se mi lasci non vale'. Io però pensavo che fosse finita un'epoca, il Milan mi ha dato di più di quanto gli ho dato io”.

In questo momento storico, però, è ritornato da tecnico: “Mi piace Maurizio Sarri e mi rivedo un po' in Antonio Conte, anche se a me manca tanto per raggiungere certi livelli. Quando c'erano Paolo Maldini ed Alessandro Nesta potevamo permetterci Cafu e Serginho, oggi no e dobbiamo giocare da squadra. I giocatori danno tutto: mancava solo che chiedessi loro di mettere gli scarponi e penso che qualcuno di loro lo avrebbe pure fatto. Vedo altrove campioni che rincorrono avversari, Suso o altri devono fare lo stesso. Per la sosta – ha incalzato Gattuso – ho dato i compiti: non credo che qualcuno darà il Gps ai parenti, anche se io avrei portato la squadra in ritiro a Dubai”.

Chiosa con il regalo di compleanno: “Vorrei essere meno incazzoso. Mia moglie dice che sono un pazzo da rinchiudere!”.

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