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Cessione Milan: il piano di Berlusconi per tenersi il club. Il closing può slittare

Silvio Berlusconi Milan-Inter
Si sta profilando uno scenario alternativo e clamoroso disegnato da Silvio Berlusconi per il futuro del Milan: un'ipotesi che lo vedrebbe ben saldo in sella

Daniele Triolo

“Closing? E' fatta. Chiudiamo il 13 dicembre. ”. Queste parole, pronunciate in questi giorni da Silvio Berlusconi, , che stanno proseguendo nell'iter burocratico per completare l'acquisto del 99,93% del Milan da Fininvest. Come stabilito dall', cinque giorni prima della data del closing, la cordata cinese dovrà assicurare che i 420 milioni mancanti da versare all'azienda milanese per il club siano già sui conti bancari in Lussemburgo. Qualora, però, vi fosse (ipotesi verosimile), la 'Sino-Europe Sports' starebbe già lavorando al fine di onorare gli impegni con Berlusconi.

In tal caso, Berlusconi, come da preliminare firmato, accetterà la vendita del club. Secondo quanto riportato questa mattina da 'Repubblica', però, si starebbe profilando uno scenario alternativo, clamoroso, disegnato dallo stesso Berlusconi. Obiettivo del Presidente? Rimanere ben saldo in sella alla presidenza del Milan, per perseguire . L'idea sta prendendo corpo, assume i contorni di un progetto concreto. Nel caso in cui 'Sino-Europe Sports' non raccogliesse entro i termini prestabiliti il denaro pattuito, Berlusconi chiederebbe il rinvio del closing di almeno 6 mesi, per mancata raccolta dei fondi promessi, e la negoziazione di un nuovo accordo alle sue condizioni di Berlusconi. I cinesi sarebbero costretti ad accettare: qualora 'Sino-Europe Sports' rifiutasse, .

Spetterà, per 'Repubblica', ai cinesi, ora, rispettare i tempi, altrimenti, per ottenere una proroga, sborserebbero altri 100 milioni ma in cambio sarebbero costretti a dare a Berlusconi , e carta bianca di fatto, . Da un simile negoziato ne uscirebbe un Berlusconi più forte che mai, non solo nel Milan, ma anche in ottica politica. La vicenda, dunque, sarebbe alla stretta finale. 'Sino-Europe Sports', al di là degli effettivi ritardi nelle autorizzazioni per l’espatrio dei capitali da Hong Kong, ha un solo modo per respingere le illazioni e mettere a tacere ogni sospetto sull’operazione: forte di un contratto firmato, , soprattutto se ne fanno parte società a controllo statale.

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