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PALERMO, la carica degli ex: il vecchio e il bambino

Alberto Gilardino Palermo
Alberto Gilardino e Bryan Cristante, oggi al Palermo, ex milanisti decisi a far male al Diavolo: la squadra di Sinisa Mihajlovic dovrà fare molta attenzione

Daniele Triolo

Tra per la sfida di questa sera, in programma allo stadio 'Renzo Barbera', il tecnico rosanero ha incluso anche Bryan Cristante, 20enne regista prelevato in questa sessione invernale di calciomercato in prestito con diritto di riscatto dal Benfica, ed il 33enne attaccante biellese Alberto Gilardino, arrivato in Sicilia in estate dopo l'esperienza maturata, nella scorsa stagione, nella Fiorentina.

Classe 1982 Gilardino, classe 1995 Cristante, il 'vecchio ed il bambino': i due compagni di squadra sono divisi da 13 anni di differenza, ed hanno pertanto collezionato esperienze diverse finora. Per Gilardino, autore finora di 220 reti in 595 presenze totali, il Palermo è la nona squadra della sua lunga carriera, iniziata, a livello professionistico, nell'ormai lontano 1999 con la maglia del Piacenza. Per Cristante, invece, quella di Palermo rappresenta appena la sua seconda opportunità di mettersi in luce agli occhi delle grandi del nostro calcio, dopo l'avventura in Portogallo che non è andata propriamente secondo le aspettative.

Entrambi, però, sono accomunati da un'esperienza maturata con la maglia del Milan. Gilardino ha vestito rossonero dal 2005 al 2008, mentre il giovane Cristante è un prodotto del settore giovanile milanista, ed ha cominciato a muovere i suoi primi, concreti passi nel calcio nel centro sportivo del 'Vismara'. Gilardino arrivò al Milan, il 17 luglio 2005, per 24 milioni di euro, firmando un contratto da 3 milioni a stagione, e prese la maglia numero 11, lasciata libera da Hernan Crespo, in una squadra, quella rossonera, che doveva riprendersi dallo Scudetto perso in volata contro la Juventus nella stagione precedente e, soprattutto, dalla Champions League sfumata, ai calci di rigore, contro il Liverpool nella tragica notte di Istanbul. 'Gila' era reduce da un biennio al Parma condito da 51 reti in 88 presenze: in lui, i rossoneri avevano visto il centravanti italiano del futuro, quello che, magari, avrebbe scandito i successi del Milan a suon di gol, ed ereditato, un giorno, la maglia numero 9 da Filippo Inzaghi. La sua prima annata rossonera non fu malvagia: Gilardino realizzò 17 reti in 34 partite in Serie A, rimanendo però a secco in Champions League; nella stagione successiva, le reti scesero a 12 e, quindi, nella terza, furono appena 7. Un rendimento calante, unito alle difficoltà caratteriali palesate da Gilardino nel rapportarsi con l'esigente pubblico di 'San Siro', convinse il Milan a venderlo, a maggio 2008, alla Fiorentina, per 15 milioni di euro. A Firenze l'attaccante, sotto la guida di Cesare Prandelli, si è poi ripreso, potendo così archiviare senza troppi rimpianti la sua avventura milanese.

Cristante, dopo tutta la trafila nelle giovanili del Milan, ha esordito in prima squadra il 6 novembre 2011, in Champions League, nel 2-2 dei rossoneri in Repubblica Ceca contro il Viktoria Plzen. In Serie A, il giovane regista di San Vito al Tagliamento ha poi esordito due anni più tardi, il 10 novembre 2013, al 'Bentegodi 'contro il Chievo Verona (pareggio 0-0), mentre, alla sua seconda apparizione nel penultimo Milan di Massimiliano Allegri, il 6 gennaio 2014, Cristante realizzò anche una rete nel 3-0 interno all'Atalanta. I rossoneri, però, non hanno creduto in lui fino in fondo, e sono appena 3 le sue presenze con la squadra del suo cuore: nell'estate 2014, infatti, il Milan lo sacrificò, spedendolo al Benfica del direttore sportivo, ed amico, Manuel Rui Costa, per 6 milioni di euro serviti ad Adriano Galliani per acquistare Giacomo Bonaventura dall'Atalanta. Questa mattina, , ed ha ringraziato il Milan di quanto fatto per lui, non chiudendo le porte ad un suo ritorno in rossonero.

Oggi, però, Gilardino (che partirà titolare) e Cristante (inizialmente in panchina), suoneranno la carica degli ex dell'orchestra rosanero, alla ricerca di punti importanti in chiave salvezza e, anche se non lo diranno mai, anche per una piccola rivincita personale verso il destino. Mihajlovic, attento a quei due.

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