Maldini e gli altri: quando le bandiere non tornano in società
Paolo Maldini, bandiera del Milan per oltre 20 anni (credits: GETTY images)
Paolo Maldini non è l'unico. Tante altre bandiere del calcio italiano non hanno più alcun legame con i club che hanno rappresentato: ecco i casi eclatanti
Edoardo Lavezzari
Maldini e il Milan
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In questi giorni non si parla d'altro: Paolo Maldini potrebbe tornare al Milan, la nuova società lo vuole, ma l'ex numero 3 ha fatto richieste ben precise e le parti sembrano lontane. A oggi, a oltre 9 anni dal suo addio al calcio giocato, Paolo Maldini e il Milan sono separati, nonostante le oltre 900 presenze in rossonero dell'ex capitano, che in rossonero ha vinto tutto, diverse volte peraltro. Maldini, però, non è l'unica bandiera ad aver interrotto i rapporti con il suo vecchi club. Ecco alcuni dei casi più famosi.
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Lo "Zio" e l'Inter
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Beppe Bergomi ha vestito solo due maglie in carriera: quella dell'Inter e quella della Nazionale. In nerazzurro, per 20 anni, ha collezionato 756 presenze, 519 delle quali in campionato. Nessuno come lui, prima del recordman Zanetti. Eppure Massimo Moratti non ha mai voluto puntare su di lui per un ruolo dirigenziale o nello staff tecnico, a parte una breve esperienza nello alla guida degli esordienti dell'Inter, nel 2008. Ormai è da tempo nel mondo della televisione.
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Alex, la bandiera scaricata
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"Voglio ringraziare Alessandro Del Piero per tutto quello che ha fatto, questa sarà la sua ultima stagione in bianconero". Così il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha chiuso, praticamente a sua insaputa, la carriera di Alex Del Piero in bianconero durante un evento pubblico. Un annuncio arrivato dopo un lungo tira e molla per rinnovare, ancora una volta, il contratto da giocatore del numero 10 che una volta finita la stagione ha continuato a giocare...in Australia. Oggi Del Piero lavora in televisione e la Juventus sembra un ricordo lontano.
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Il "Principe" di Roma
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Pochi, pochissimi, possono vantare oltre 300 presenze in carriera con la maglia della Roma e un soprannome "Il Principe" che dice tantissimo sulla classe messa in campo per 15 anni con la maglia dei giallorossi. Eppure Giuseppe Giannini, una volta finita l'avventura in giallorosso nella capitale, non è più tornato. La sua carriera da giocatore è proseguita in Austria, voluto da un altro romanista doc, Carletto Mazzone, prima di una parentesi al Napoli e buon finale di carriera al Napoli. Sfortunata, decisamente sfortunata, la carriera da allenatore. Il suo addio alla Roma, comunque, fu dettato dai dissapori con Franco Sensi, ma anche la nuova proprietà non ha, almeno per il momento, pensato a lui.
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