Alfredo Magni, preparatore dei portieri rossonero, ha rilasciato una lunga e interessante intervista al Corriere della Sera. In questa ha parlato del progetto del Milan sui portieri, e in particolare su Gianluigi Donnarumma.
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MAGNI: “Gigio su Peres con la sigaretta in bocca. Quando lo fa Neuer è un fenomeno…”
Magni, preparatore dei portieri rossonero, ha parlato ampiamente del progetto del Milan su Donnarumma
Queste le sue parole sul progetto tecnico: "La cosa più importante è il tempo: il portiere deve diventare un atleta e per questo devi avere i ragazzi tanto tempo a disposizione per lavorarci e conoscerli. Qui stanno almeno sei ore al giorno e la parola d’ordine è rispetto. Lavoriamo su tre macroaree: fisica, tecnica e tattica. Partiamo dalla fisica: prevenzione, compenso, supporto alla struttura, sostegno, forza funzionale. Usiamo anche yoga e pilates. Solo la continuità dà la performance. Per quanto riguarda la tecnica, tutti gli allenamenti vengono filmati e finita la partita c’è un sistema di match analisi molto sofisticato. Parte tattica? Il portiere non è mai solo, basta con questi psicologismi, quello che fa è sempre in funzione della squadra: per esempio deve sapere andare incontro ai compagni nel modo giusto. Hanno la palla gli altri? Deve distinguere se l’avversario è in zona tiro e allora coprire la porta o in zona assist e allora coprire gli spazi. Deve studiare gli stili di corsa; sapere che il primo passo orientato verso la palla è fondamentale".
Sull'uscita di Donnarumma su Bruno Peres: "Gigio ci è andato con la sigaretta in bocca su Bruno Peres: era sicuro di prenderla, perché era orientato nel modo giusto e in allenamento impara a fare le scelte corrette. Se lo fa Neuer è un fenomeno, se lo fa lui lo criticano perché dicono che ha rischiato il rigore. Ma noi stiamo costruendo, i nostri portieri si devono prendere responsabilità! Gigio poteva restare fermo in porta e prendere gol e nessuno l’avrebbe criticato, ma vedrete la strada è quella, Gigio sarà preso a modello".
Sul percorso migliore per i giovani portieti: "Tra la Primavera e la prima squadra il gap è devastante; tra la serie B e la A non c’è una categoria ma un abisso, sia a livello fisico, sia di conoscenze. Come lo colmi? Mandi i ragazzi in giro? Molto meglio cercare di aumentare le loro conoscenze qua".
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