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Superlega, Enrico Letta: “Milan, pensaci. Non fare questo errore” | News

Enrico Letta, segretario del PD (credits: Getty images)

Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ha parlato della nascita della Superlega ai microfoni della Gazzetta dello Sport

Salvatore Cantone

Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Letta, grande tifoso del Milan, ha parlato della nascita della Superlega. Ecco cosa ha detto: "Quella della Superlega è un’operazione che snatura l’Europa. L'Europa è diversa dagli Stati Uniti! È l’Europa delle 40 capitali diverse che spesso si raggiungono fra loro con mezz’ora di aereo, delle 40 bandiere, delle 40 lingue, delle 40 storie. L’Europa è l’emozione di vedere la maglia a strisce orizzontali del Celtic Glasgow, è seguire le imprese dell’Atalanta e quelle del Leicester, è entusiasmarsi per il fascino di un derby di Lisbona fra Sporting e Benfica. Dobbiamo difendere tutto questo".

Lei sarà uno dei tifosi privilegiati visto che la sua squadra dovrebbe giocare nella futura Superlega.

«Fra i tifosi c’è la consapevolezza che si stia percorrendo una strada sbagliata. E da tifoso del Milan mi appello al Milan: non si faccia quest’errore. I club della Superlega riceveranno pure, forse, 350 milioni a testa, ma così distruggeranno tutto ciò che hanno intorno. Ed è proprio ciò che sta intorno che alimenta il fascino del calcio».

C’è un varco per la mediazione?

«Ho un dubbio che mi fa pensare sia possibile. Vorrei verificare se dietro questa vicenda si possa nascondere un negoziato in una vertenza nata da un cambiamento della formula della Champions League, che ai grandi club non piace. Potrebbe essere una possibilità. Per il resto si tratta di una cosa tanto enorme quanto irrealizzabile, quando ho letto le prime informazioni sono rimasto senza parole. Un progetto profondamente sbagliato. Tanto più in un momento drammatico come questo».

Si riferisce alla pandemia?

«Ecco, mi colpisce il “tempismo” di questa operazione. Di fronte a una crisi così grande come quella che stiamo vivendo, non c’è lo stare tutti sulla stessa barca, la cooperazione, il cercare di dare una risposta comune, ma l’esatto contrario. L’Europa ha risposto alla pandemia con la solidarietà e il programma Next Generation Eu, quest’Europa della Superlega è una lussuosa scialuppa di salvataggio che salva solo pochi e butta a mare gli altri».

Però i grandi club dicono: servono novità, il prodotto va svecchiato, certe partite di secondo piano non attraggono più il telespettatore.

«Ma ci sono tanti modi per lavorarci. E poi parliamo di novità? Questo progetto sarebbe un eterno clasico, sfide sempre uguali con un gruppo ristretto di squadre che si sfidano a ripetizione. E scusate, le novità del calcio non sono venute spesso dalla periferia. Chi non ricorda il Foggia di Zeman? E gli inizi di Arrigo Sacchi prima del Milan? E pensiamo alla serie A di questa stagione alla storia del Sassuolo, del Benevento, dello Spezia».

Che ruolo può giocare l’Unione Europea in questa partita?

«Intanto può giocare un ruolo di moral suasion per convincere i club a tornare sui propri passi. Ci troviamo di fronte a un danno economico, sociale e culturale proprio mentre l’uscita della pandemia ci dovrebbe imporre il massimo della solidarietà». Intanto l'avvocato Grassani, nella nostra intervista esclusiva, ci ha spiegato cosa può accadere.

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