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Redondo: “Milan, allenamenti troppo pesanti. L’infortunio e l’elicottero”

Giacomo Giuffrida

Fernando Redondo ricorda il suo trasferimento non particolarmente felice dal Real Madrid al Milan. Ecco le dichiarazioni dell'argentino a Marca

NEWS MILAN - La storia di Fernando Redondo con il Milan non è particolarmente felice. Il suo arrivo in rossonero nel 2000, dopo le straodinarie prestazioni con il Real Madrid con il quale aveva anche vinto una Champions League, fu subito sfortunato. La rottura del legamento crociato anteriore lo costrinse a stare fermo ai box per parecchio tempo, esordendo addirittura due stagioni dopo.

La sua cessione non fece felici i tifosi Blancos, i quali organizzarono addirittura una manifestazione per impedire la sua partenza: "Il Milan offriva 18 milioni di euro, era una bella cifra per un calciatore di 31 anni - racconta Redondo ai microfoni di Marca.com -. Il club mi ha detto che avrebbero accettato l'offerta. Mi ha colpito un po’ nell’orgoglio che il Real abbia voluto vendermi. Però si parlava del Milan e c’era Berlusconi che mi chiamava personalmente".

Redondo spiega i motivi dell'infortunio, dovuto ai carichi di lavoro eccessivi in Italia, in confronto a quelli spagnoli: "Sono arrivato a Milano e il sistema di allenamento era diverso, con un sacco di carico fisico e un sacco di lavoro di forza. Non ho detto nulla, un po' per orgoglio, ma ero morto muscolosamente. E mi sono rotto i legamenti del ginocchio destro, non ho potuto giocare neanche una partita per due anni. Pensa, andare al Milan e poter esordire solo due anni dopo. Una pazzia".

Il fantasista argentino poi racconta un'episodio legato a Silvio Berlusconi: "A Milanello ci allenavamo, e all'improvviso arrivavano macchine con i vetri oscurati, un elicottero... Era Berlusconi, che sarebbe sceso e ci avrebbe salutato, e poi tenuto una specie di discorso tecnico".

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