INTERVISTE

Milan, Gazidis: “Superlega? Abbiamo scelto con responsabilità”

Matteo Mosconi

L'amministratore delegato del Milan Ivan Gazidis, intervistato dal Guardian, ha parlato del progetto Superlega, analizzando diversi aspetti.

L'amministratore delegato del Milan, Ivan Gazidis, ha parlato ai microfoni del Guardian, sottolineando diversi aspetti della sua avventura in rossonero.

Gazidis ha voluto parlare anche della Superlega, idea che inizialmente appoggiò salvo poi, come le altre squadre coinvolte, fare un passo indietro.

Questa la visione dell'ad del Milan: "La vera Superlega è la Premier League che ha un pubblico globale e si sta allontanando dagli altri campionati europei. Se non facciamo nulla, quello sarà il futuro del calcio. Ho vissuto in quella ‘bolla’ e la Premier League ha fatto un lavoro fantastico. Ma la proposta della Superlega è stata vista in modo molto diverso in Italia rispetto all’Inghilterra. Un tifoso dell’Atalanta avrebbe accettato di buon grado la Superlega? L’Atalanta è una favola meravigliosa, così come il Leicester è una storia fantastica. La nostra scelta difficile al Milan è stata semplicemente quella di essere in una Superlega o di non esserci. Abbiamo dovuto fare una scelta responsabile per il club. Non era il Milan a guidare quell’idea. All’Arsenal mi sono opposto con veemenza alla Superlega e l’ho bloccata, perché la Premier League è completamente in ascesa".

Gazidis ha poi concluso così: "Si sta creando pressione in Europa perché, gli altri campionati, non potranno competere con la Premier League in futuro. Non basta dire: “La Superlega è brutta quindi continuiamo così”. Se lo facciamo, queste tensioni e pressioni non faranno che aumentare. Dobbiamo parlarne. La cosa più importante è avere un modello sostenibile per il calcio europeo. Il fair play finanziario ha quell’obiettivo, ma non è del tutto efficace. Dobbiamo pensare collettivamente in modo responsabile al futuro del calcio. Un futuro dominato dalla Premier League, a livello globale, va bene se vivi in Inghilterra. Ma il resto d’Europa ha bisogno di una visione più positiva".