Il mondo del calcio è in continua agitazione, e le recenti notizie arrivate in orbita rossonera non fanno assolutamente eccezione. Dopo settimane di diverse speculazioni, si può dire che ormai la scelta è stata fatta. Con il ruolo di DS assegnato, il prossimo step da fare rimane quello legato alla panchina del Milan. Diversi nomi orbitano attorno ai colori rossoneri come possibili successori di Sergio Conceicao, ma uno su tutti suona con molta insistenza: Maurizio Sarri.


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Milan, dichiarazioni forti: senti Tare cosa diceva di Sarri
In merito al nome di Maurizio Sarri, il direttore sportivo albanese ha rivelato ai microfoni di Radio TV Serie A di avere avuto un rapporto alquanto 'difficile' con il tecnico napoletano al di fuori del campo. Ecco, di seguito, le sue parole:
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—"E' un allenatore diciamo che sul campo è molto bravo, lo considero una persona capace. Fuori dal campo è difficile creare un rapporto, diciamo, di comunicare, ma non è una novità quello che sto dicendo io perché ovunque lui è stato, ha avuto questo lato qui caratteriale che non era facile da gestire, ma eravamo consapevoli di questo fatto, perciò anche la scelta fatta all'epoca, tre anni fa era perché si chiudeva l'era di Simone Inzaghi, che era la storia della Lazio, era un uomo che, se non mi sbaglio, ha passato più anni nella storia della Lazio, e quella scelta era basata sul fatto che dovevamo creare un progetto completamente opposto di quello che avevamo con Simone Inzaghi, cambiando a 360 gradi anche sulla scelta dell'allenatore diciamo, però è stata una scelta mia di portarlo alla Lazio condivisa insieme al presidente per il fatto che poteva dare qualcosa in più a questa piazza."
Il rapporto fuori dal terreno di gioco
—"Non ho mai avuto problemi con lui, è stato detto tante cose anche da giornalisti che non rappresentano al meglio questo mestiere, non ho mai avuto un problema con lui, questo me la conferma anche in una cena prima dell'ultima partita dell'ultima stagione che abbiamo avuto in modo dove anche lui stesso diceva che non abbiamo mai avuto un problema personale, le vedete fanno parte del nostro mestiere perché lui ha il suo modo di vedere il calcio, io ho il mio modo di vedere il calcio.
L'unica cosa che noi dobbiamo essere bravi a fare è che la sua e la mia visione devono combaciare per il bene della società, per raggiungere degli obiettivi e a volte qualche frazione può creare diciamo delle discussioni ma alla fine conta l'obiettivo perché non possiamo andare tutti d'accordo sempre ma abbiamo un obiettivo in comune e l'anno scorso è stata anche la dimostrazione che non era una casualità quel secondo posto, non era perché gli altri non hanno saputo di cogliere il momento ma era frutto di un lavoro di una squadra forte con giocatori forti con un allenatore che è saputo guidare fino a questo secondo posto. i meriti vanno alla squadra e lo staff dell'allenatore che hanno raggiunto questo obiettivo."
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