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Inter, Pavard: “Theo e Giroud amici. Ma speravo che il Genoa segnasse”

intervista Pavard Inter
Benjamin Pavard, difensore dell'Inter, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco le sue dichiarazioni
Daniele Triolo Redattore 

Benjamin Pavard, difensore francese trasferitosi nell'ultimo calciomercato estivo dal Bayern Monaco all'Inter per 32 milioni di euro ha parlato, in esclusiva, a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni del numero 28 nerazzurro.

Inter, Pavard in esclusiva alla 'rosea'

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Pavard sul suo trasferimento all'Inter: «È stata la scelta giusta. Sono stato accolto molto bene da tutti, da mister Simone Inzaghi ad Javier Zanetti fino ai compagni di squadra. Ho scoperto un bello spogliatoio. Dopo sette anni in Germania volevo una nuova sfida, nuovi stimoli. L’Inter mi voleva già a gennaio con un progetto che è quello che cercavo».


Sull'amico Olivier Giroud che ha provato a farlo andare al Milan: «Ah si (ride, n.d.r.). Più che del Milan, Olivier mi parlava dell’Italia e della Serie A, del tifo negli stadi. Un punto sensibile: mi piace il fervore dei tifosi. All’Inter ho trovato proprio quello che cercavo».

Su quanto è contato il contatto con Javier Zanetti per il suo approdo all'Inter: «Zanetti è una leggenda. Se pensi all’Inter, pensi prima a lui. È rispettato da tutti, una bella persona. Era felice della mia scelta. Mi ha spiegato cosa significa essere all’Inter, la passione dei tifosi».

Su come ha vissuto il derby Inter-Milan 5-1, pur non avendolo giocato: «Bellissimo: quando ho visto i fumogeni, i nostri tifosi che sbattevano i pugni sui vetri del nostro pullman per caricarci, i cori in un 'Meazza' pieno, avevo i brividi. Gioco a calcio per questo genere di emozioni. A me piace il pubblico caldo, perché anch’io sono così: con i tifosi ci capiremo».

Sul perché ha scelto di arrivare in Serie A anziché andare in Premier League: «Per il progetto sportivo che mi permette di giocare nel ruolo che prediligo. Seguo la Serie A da anni, anche per la tattica. L’Italia poi è la patria dei difensori, quindi per me c’erano tutte le condizioni per questa scelta. Anche se alla Playstation prendo sempre Adriano».

Sui difensori di Serie A che l'hanno ispirato in carriera: «Tanti, da Laurent Blanc a Walter Samuel, e più in generale le leggende da Paolo Maldini a Lilian Thuram. Sono tutti fonte di ispirazione: ho 27 anni e posso migliorarmi e imparare molto. All’Inter posso realizzarmi».

Sulle differenze tra Bundesliga e Serie A: «La Serie A è un campionato molto più tattico. Le avversarie si difendono molto bene, in blocco, così diventa più difficile affrontare anche squadre di medio livello».

Su quanto è cambiato il lavoro quotidiano rispetto alla sua esperienza nel Bayern Monaco: «Si corre molto di più. Mi ha sorpreso l’intensità degli allenamenti anche nelle sedute che precedono la partita. Facciamo molto lavoro tattico. L’approccio è diverso».

Su come si trova con i suoi nuovi compagni di reparto: «Imparo qualcosa di nuovo ogni giorno. Nello specifico, lavoriamo molto con i video e mi confronto con lo staff per capire dove migliorare, anche riguardando le partite che abbiamo giocato. C’è molto dialogo con Francesco Acerbi ed Alessandro Bastoni, come con Stefan de Vrij e Matteo Darmian. Sono dei Nazionali ed è facile capirci. C’è una sana concorrenza tra di noi, e la difesa a tre mi permette di esaltare le mie qualità».

Pavard sul giocare da difensore centrale nell'Inter: «Anche se era un mio obiettivo giocare da difensore centrale in un club, ho sempre detto che nella Nazionale francese sono al servizio della squadra e mi adatto senza alcun problema. L’Inter mi ha proposto esattamente il ruolo che cercavo. Poi vedremo se davvero il C.T. Didier Deschamps pensa di farmi giocare diversamente: lui sa che io gioco volentieri ovunque vorrà lui».

Su cosa gli chiede Inzaghi: «Un condottiero, un gran motivatore in partita come in allenamento, un grande allenatore che non sottovaluta nessuna squadra. Un esempio di cosa mi chiede di diverso: l’appoggio al terzino destro per poi avanzare in profondità, cosa che non facevo al Bayern dove invece mi dicevano di restare dietro, soprattutto in una difesa a tre. Con il mister c’è un buon rapporto, ma devo imparare rapidamente l’italiano perché lui sa solo qualche parola di francese».

Su Marcus Thuram: «Si è integrato subito perché il club crea le condizioni ideali per sentirci a nostro agio. Sono molto felice per lui, è un ragazzo speciale, spero continui così, e ho molto rispetto per suo papà. Marcus mi aiuta perché parla italiano. Pure Henrikh Mkhitaryan e Yann Sommer, che invece usano il francese».

"Dopo il derby non ho esagerato con Giroud e Theo, ma ..."

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Sui suoi obiettivi: «Sono venuto qui per mettere la seconda stella sulla maglia e restituire ai tifosi l’affetto che mi hanno dato fin da prima che firmassi, con i tanti messaggi che ho ricevuto sui social. Si meritano grandi trofei».

Sul vincere lo Scudetto con l'Inter più difficile che vincerlo con il Bayern: «In realtà la scorsa stagione abbiamo rischiato di perdere il campionato, ma è vero che qui le rivali non mancano: Milan, Napoli, Juventus, Lazio, Fiorentina. Ma la stagione è lunga. Anche per questo non ho esagerato troppo con Giroud e Theo Hernández dopo il derby stravinto. Casomai mi rifaccio alla fine, se vinciamo il campionato».

Sulla possibilità che l'Inter vinca la Champions League: «Tutto è possibile, ma bisogna pensare a noi stessi, focalizzarsi sul nostro gioco e continuare a lavorare duro durante ogni allenamento».

Sulla sua vita milanese: «Milano la conoscevo un po’ e mi piaceva già. Da voi si mangia bene anche se ho poco tempo per i ristoranti. Per ora vivo in hotel. Giroud e Theo mi hanno dato qualche consiglio: sono amici, ma non quando arriva il derby ...».

Su Giroud portiere: «(ride, n.d.r.) In realtà speravo che il Genoa alla fine segnasse. Ha fatto una bella uscita, magari lo mettono in porta anche in Nazionale». Nuovo Stadio Milan, c'è già un'idea per il nome >>>

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