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Sacchi: “Milan, Okafor completamente differente da Giroud. Ma …”

intervista Sacchi AC Milan Okafor
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha commentato l'acquisto di Noah Okafor come vice di Olivier Giroud nel 4-3-3 dei rossoneri
Daniele Triolo Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato, in esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport', dell'acquisto di Noah Okafor, attaccante svizzero classe 2000, da parte dei rossoneri. Il giocatore elvetico, che ha scelto la maglia numero 17, avrà il compito di dividersi tra il ruolo di vice di Rafael Leão e quello di vice di Olivier Giroud.

Milan, le parole di Sacchi su Okafor e sul mestiere del centravanti

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"Il centravanti è importante, anzi importantissimo, a patto che ci sia una squadra con un gioco in grado di rifornirlo. Sennò là davanti possiamo anche metterci il più bravo del mondo, ma non risolveremo nulla", ha esordito Sacchi sulla questione. "Innanzitutto è necessario capire che tipo di centravanti serve all'allenatore. Un killer, spietato in area di rigore e con il gol nel sangue? Oppure un giocatore più manovriero che ama partecipare alla costruzione dell'azione e dialogare con i compagni? O forse serve uno bravo di testa perché si ha intenzione di mettere tanti cross nell'area avversaria? Questa scelta, che spetta principalmente all'allenatore, è fondamentale. Al Milan io avevo Marco van Basten che era un fenomeno e nel suo DNA era sia un killer sia un manovratore, e poi avevo Pietro Paolo Virdis che era soprattutto un killer, però grazie al suo lavoro, alla sua volontà e al suo impegno è migliorato tantissimo ed è riuscito pure a fare un gol in un derby rubando il pallone in pressing".


"Okafor ha nello spunto in rapidità il suo pezzo migliore"

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Quindi, passando alla disamina, nello specifico, sul Milan di Stefano Pioli con Giroud e Okafor, Sacchi ha evidenziato: "I rossoneri, perlomeno in questo inizio di stagione, stanno privilegiando il 4-3-3. Quindi, due ali e un centravanti. Okafor ha nello spunto in rapidità il suo pezzo migliore, svaria bene sulle fasce, è un attaccante di movimento. Completamente differente da Giroud, tanto per intenderci. Se dovrà prendere il posto del francese, è logico, il Milan dovrà variare il modo di servire la prima punta. Ma io non trascurerei il giovane Lorenzo Colombo. L'ho seguito nello scorso campionato al Lecce, secondo me si muove bene, ha prestanza fisica, buona tecnica ed è adatto a giocare in mezzo a due ali che scodellano in mezzo all'area palloni per lui. Però, anche in questo caso, è necessario che tutta la squadra lo sostenga, alimentando di continuo la manovra, con un pressing costante e offensivo. Vedete che, alla fine, si parla sempre di collettivo e non soltanto di un individuo (il centravanti in questo caso) perché il calcio, nonostante molti se ne dimentichino, è uno sport che si pratica in undici, dove tutti devono contribuire alla riuscita dell'impresa". Milan, scelto il nuovo bomber: ecco quanto costa >>>

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