INTERVISTE

Brasile, Thiago Silva: “Non abbiamo paura di vincere”

Emiliano Guadagnoli

Thiago Silva, difensore del Brasile di Tite, suona la carica in vista dei quarti di finale dei Mondiali. Ecco le sue parole sulla competizione

Thiago Silva, difensore e capitano del Brasile ai Mondiali in Qatar, nonché ex centrale del Milan per tre stagioni dal 2009 al 2012, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco un estratto (INTERVISTA COMPLETA).

Sulla possibilità che il Brasile si senta troppo forte rispetto agli altri: «Noi siamo forti, anche nella testa. Contro la Croazia sarà però un’altra partita e la dovremo rigiocare così. Mi sono arrabbiato con un giornalista perché ha detto che contro la Corea è stato tutto troppo facile. No, aspetta, noi abbiamo studiato e lavorato tantissimo per preparare il match. È una mancanza di rispetto a noi e ai coreani dire che è stata una vittoria troppo semplice. È vero che loro avevano nelle gambe l’incontro di tre giorni prima contro il Portogallo, specie all’inizio, quando la differenza si è vista tutta».

Sull'equilibrio come forza della 'Seleção' verdeoro: «Sette gol segnati e due subiti in quattro partite al Mondiale sono indice di equilibrio tra le due fasi. Qualche critico dice che siamo una squadra ingessata, ma non è una parola che si addice a noi. Davanti abbiamo tanta libertà di creare, una varietà di soluzioni, e dietro cerchiamo di subire il meno possibile. Oltre a Neymar, abbiamo Raphinha e Vinícius sulle fasce e tanti altri forti tecnicamente. La sconfitta contro il Camerun è stata utile perché ci ha fatto capire che non bisogna mai allentare la concentrazione. Contro la Corea abbiamo preso un gol evitabile. Sul 4-0 ci siamo un po’ rilassati, ma sul 4-0 credo che sia normale».

Sul pronostico che vede il Brasile vittorioso dei Mondiali: «Non abbiamo paura, una parola che non ci piace. Rispettiamo tutti, come è giusto. Dobbiamo continuare con il nostro calcio coraggioso e allegro». "Infame, traditore, sbirro", alcuni commenti a De Sciglio sul caso Juventus