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Ibrahimovic indica la via e il Milan si riscatta: ora servono conferme

Zlatan Ibrahimovic in gol in Cagliari-Milan 0-2 (credits: GETTY Images)

Una vittoria bella e convincente, su un campo difficile. Il Milan di Ibrahimovic è parso una squadra sicura e compatta. Ora bisogna confermarsi.

Stefano Bressi

ULTIME MILAN - 8 dicembre 2019. Più di un mese era passato dall'ultima vittoria e dall'ultimo gol a tinte rossonere. Si giocava in trasferta contro una squadra rossoblù, il Bologna, e la rete era stata realizzata da Giacomo Bonaventura al 46' minuto. Poi tre gare con due pareggi e una - umiliante - sconfitta. Zero gol all'attivo. Oggi, 11 gennaio 2020, il Milan è tornato alla vittoria. Di nuovo in trasferta; di nuovo contro una squadra rossoblù, il Cagliari; con primo gol al 46' minuto. Il Milan ha riallacciato il filo conduttore. E dopo un mese è tutt'altro Milan. È un Milan a immagine e somiglianza di Zlatan Ibrahimovic.

Solo sette undicesimi della squadra che aveva avuto la meglio contro quella di Sinisa Mihajlovic sono scesi in campo. Anche il modulo oggi è stato diverso. Stefano Pioli ha rivoluzionato il Milan e lo ha fatto per far rendere al meglio Ibra. Missione riuscita. La squadra è scesa in campo con un 4-4-2 ordinato, basilare, ma molto efficace. Dove c'era un frizzante ma disattento Andrea Conti oggi ecco un coraggioso e preciso Davide Calabria; dove c'era Giacomo Bonaventura ecco un attaccante in più, Rafael Leao; là dove giocava uno spentissimo Suso ha brillato uno strepitoso Samu Castillejo. Altro? Eccome. Cambia il mondo con Ibra al posto del lontano parente del Krzysztof Piatek dello scorso anno.

Il Milan di oggi è la dimostrazione del fatto che quando le cose non funzionano non ci si deve intestardire e si debba mettere in disussione qualsiasi cosa, anche ciò che fino a poco tempo fa sembrava impossibile discutere. Così senza Suso e con due punte la squadra rossonera si riscopre ordinata. Questa è la parola chiave. Tutti sapevano esattamente cosa fare, tutti erano più sicuri nei propri mezzi. Anche effetto Ibrahimovic, certo. Prendere Franck Kessie come esempio. Una partita a livelli alti come forse mai in rossonero aveva fatto. O Castillejo, instancabile e intelligente nel gioco. Dopo settimane di nero assoluto, oggi è stranamente difficile trovare qualcuno che abbia fatto male. E i tifosi del Milan non ne sono più abituati.

Capitolo a parte merita lo svedese con il numero 21 sulla schiena. Semplicemente perfetto. Ibrahimovic ha catalizzato ogni pallone, ha indovinato ogni scelta: dal passaggio alla giocata, dallo scatto al movimento a venire in contro. Esperienza e qualità al servizio di una squadra che ne aveva enormemente bisogno. Ogni sponda, ogni spizzata di testa, ogni pallone difeso ha dato fiducia e sicurezza ai compagni. Poi, per chi preferisce badare al sodo, anche un gol, un altro annullato e un palo. Niente male per un giocatore finito.

Non può però ovviamente essere tutto rose e fiori adesso. Il Milan è reduce da partite da incubo e da enormi difficoltà. Di certo la strada imboccata può essere e sembra essere quella giusta. Zlatan ha indicato la via da seguire, ora sta al Milan non perdersi. Lungo il percorso si prospettano tre ostacoli non insormontabili, sulla carta. L'occasione perfetta per mettere alla prova la squadra. Fallire non si può più, se gli insegnamenti sono stati appresi è il momento di dimostrarlo. Con la consapevolezza di poter crescere ancora, insieme. Come nei videogiochi, tre missioni da superare. Per prepararsi poi all'ultima, quella nerazzurra, che può finalmente far superare il livello al Milan. Il primo, ovviamente, ma in un'epoca come questa non è il caso di aver fretta di completare il gioco.

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