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Scanzi: “Milan non favorito per lo scudetto. Su Ibra scriverei un libro” | Esclusiva

Redazione

Andrea Scanzi, noto giornalista, ha rilasciato delle dichiarazioni sul Milan in esclusiva ai microfoni di 'pianetamilan.it'

Archiviata la sosta per le Nazionali, il campionato di Serie A ripartirà da domani, mentre il Milan scenderà in campo lunedì sera. I rossoneri, al primo posto in classifica e che sognano di vincere lo scudetto, affronteranno il Bologna a 'San Siro'. Inoltre non mancano le notizie di mercato, con diversi calciatori che usciranno ed entreranno dal cancello di Milanello. Abbiamo parlato di tutto ciò con Andrea Scanzi, il quale ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.

Il Milan è la favorita numero uno per lo scudetto?

“A mio avviso, no. Ho sempre sostenuto, fin da inizio campionato, che le favorite fossero Inter e Juventus. Anche adesso, continuo a pensarlo. Forse l’Inter è più forte della Juventus, vedremo. Ma continuo a pensarlo”.

Tuttavia il Milan è primo in classifica…

“Io ho espresso soltanto una mia considerazione, poi quello che avviene è un altro conto. Il Milan è meritatamente primo in classifica e, se si trova al vertice ai primi di aprile, è chiaro che abbia tutte le carte in regola per provarci fino alla fine. Dobbiamo considerare un fattore…”.

Quale?

“Si è primi con merito, dopo un lungo percorso. Ogni tanto, vale la pena ricordarsi da dove siamo partiti…”.

Quali fondamenta, più o meno solide, si celano dietro al primato dei rossoneri?

“Il Milan è semplicemente straordinario per via dell’ottimo lavoro che sta riuscendo a fare Pioli. Con lui, molti calciatori sono stati valorizzati. Penso a Calabria, a Kalulu e a Tomori. E poi ci sono da sottolineare i meriti della società…”.

Ossia?

“La società è stata in grado di effettuare acquisti oculati e di grande livello. Guardate Maignan: a mio avviso, la sua stagione è stata – sin qui – superiore al rendimento di Donnarumma”.

Qual è la sua valutazione su Ibrahimovic? Ha ancora cartucce da sparare?

“Ibra è straordinario. Sono molto affezionato a lui. Appartiene a quella categoria di sportivi che godono di un alone epico unico nel loro genere. Da giornalista e scrittore – dovessi scrivere un libro – lo comporrei su di lui. Attualmente potrebbe essere paragonato all’Altafini degli anni 60’: quando entra, nei minuti finali, fa ancora la differenza. Personalmente ho un “piccolo” sogno…”.

Prego.

“Sarebbe magico se, questa stagione, il Milan riuscisse a vincere qualcosa. In quel caso, Ibra potrebbe pensare di chiudere in bellezza e restare al Milan, con un ruolo in società. Certi campioni possono smettere solo e esclusivamente in grande stile. E non sempre ci riescono: si pensi, per esempio, all’addio al calcio di Totti…”.

In caso il Milan non riuscisse a vincere nulla?

“Scenario che è assolutamente probabile. In caso il Milan non vincesse nulla, io non sarò tra coloro che invocheranno a gran voce l’addio di Ibra. A fine stagione, ci si potrebbe sedere tranquillamente intorno a un tavolo e decidere di proseguire insieme, anche nella stagione 2022-2023”.

L’ha stupita l’addio di Kessie?

“Onestamente, a livello umano, alcuni passaggi mi hanno lasciato perplesso. Dalle Olimpiadi, disse che per il rinnovo con il Milan sarebbe bastata una semplice stretta di mano. Alla fine, ha scelto di andare via. Dopodichè ci sono da fare molte considerazioni riguardo al suo rendimento…”.

Ossia che non è più lo stesso rispetto alla scorsa stagione….

“A mio avviso, è calato molto a livello tecnico. Personalmente, da tifoso, non dormirò sonni tranquilli quando non avrò più nella mia squadra Ibra, Maignan o Tomori. Per Kessie me ne faccio tranquillamente una ragione. Così come, al tempo, non avevo vissuto negativamente l’addio di Donnarumma…”.

Intravede analogie “negative” tra l’addio di Kessie e quello di Donnarumma?

“Il futuro non si può prevedere. Tuttavia, al momento, è innegabile che né Donnarumma né – per esempio – Calhanoglu stiano facendo faville nei rispettivi club. Con Kessie, il Barcellona si è sicuramente assicurato un centrocampista di alto livello. Dopodichè vedremo. Potrebbe anche essere che, dopo un paio di stagioni, la sua scelta si rivelerà sbagliata”.

Quali direttrici seguirebbe in ottica mercato, al fine di alzare l’asticella?

“Negli ultimi due anni, il Milan si è mosso molto bene. Bisogna insistere sui giovani, italiani e non. Però è innegabile che servano anche calciatori già pronti come Ibra e Giroud”.

In quali ruoli specificamente?

“Uno degli obiettivi del Milan potrebbe essere allungare la panchina. Soprattutto in Champions League è fondamentale: bisogna fare tesoro dell’esperienza di questa stagione, nella fase a gironi. I miracoli, come quello avvenuto a Madrid, non possono avvenire sempre. A mio parere, al Milan serve un attaccante già pronto. Dopodichè prenderei anche un difensore centrale in più e un altro centrocampista. Tornerà Pobega e sarà molto interessante, ma – a livello numerico – ne occorre un altro”. Intanto il Milan pensa a un colpo dal Barcellona. Ecco chi è.

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