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ESCLUSIVA PM – Silva: “Mandare via Pioli un errore. Giampaolo? Io lo so cosa ha pagato…”

Massimo Silva, qui sulla panchina dell'Ascoli in Serie B (credits: GETTY Images)

L'ex milanista Massimo Silva ha parlato di passato, presente e futuro tornando anche sull'esonero del suo amico e collaboratore Marco Giampaolo

Peppe Gallozzi

ULTIME MILAN- Un cuore rossonero in tutti i sensi. Massimo Silva, al Milan nella stagione 1976-1977, non ha mai nascosto la sua fede milanista nel corso della sua carriera da giocatore e da allenatore. Il suo modo di vedere il calcio lo ha portato a toccare con mano tante piazze lasciando sempre un bel ricordo. In esclusiva per PianetaMilan.it, ha raccontato pensieri e aneddoti del passato, del presente e anche del futuro.

Silva, partiamo dalla stretta attualità, si tornerà in campo per terminare questa stagione?

"Io lo spero tanto perchè il calcio manca alla gente. Sicuramente c'è ancora qualche timore ma noto che c'è molta unità nel voler raggiungere quest'obiettivo tra le varie parti. Spero veramente che si possa ripartire".

Qual'è lo stato d'animo dei calciatori secondo lei?

"Penso che vogliano tornare a giocare anche se si rendono conto che non è facilissimo. L'importante è che la stagione venga giocata sul campo, lo stimolo non mancherà nonostante la paura. L'auspicio di tutti è che le cose possano andare nella giusta direzione".

Parlando di Milan, come giudica tutte queste chiacchiere sulla panchina rossonera?

"Mandando via Pioli si potrebbe fare un errore alla Giampaolo. Pioli è un buon allenatore, stava anche cementando la squadra che cresceva partita dopo partita. Forse al Milan vogliono qualcosa di diverso, un allenatore con altre caratteristiche".

Lei con Marco Giampaolo ha collaborato in prima persona ai tempi di Ascoli, anche nella massima serie. Le è dispiaciuto il suo esonero?

"Moltissimo. Per come lo conosco io è un gran lavoratore e, con la crescita fisica e di condizione, i risultati sono arrivati"

Era pronto per una sfida come il Milan?

"Sì, l'ho sempre ripetuto. In alto sono arrivati tecnici anche meno preparati di lui. Lui ha una metodica molto particolare, in pochi possono vantarla. Nel corso della preparazione settimanale è uno dei più bravi. Però, forse, so cosa gli è stato fatale".

A cosa si riferisce?

"Alla tournèe estiva negli Stati Uniti. La squadra, nonostante poche settimane di lavoro, volava. Avevo già intravisto il gioco di Marco, considerando che mancavano ancora dei giocatori. Proprio a fronte di quelle partite, la condizione è calata e nella prima parte di campionato c'è stata una netta involuzione. Con una preparazione tradizionale diciamo forse sarebbero andate diversamente le cose".

In sede di mercato potevano essergli dati altri giocatori?

"Sicuramente qualcosa può avere inciso. Lui vuole i giocatori funzionali, così ama definirli".

Andando appunto sui giocatori, uno come Ibrahimovic lo terrebbe anche il prossimo anno?

"Ha entusiasmo e faceva crescere tutta la squadra. Con la sua rigidità ha trasmesso personalità e le motivazioni erano quelle dei giorni migliori"

Se le dico 28 novembre 1976, Milan-Inter 1-1, lei cosa mi risponde?

"Feci un eurogol, lo faccio vedere tuttora ai miei amici e fu il gol del pareggio. Feci una bella annata, vincemmo la Coppa Italia dove segnai gol determinanti, anche in Coppa Uefa marchiai la qualificazione. E poi, come detto, il derby. Stavamo perdendo e rimontammo e ricordo ancora un particolare interessante"

Cioè?

"Quel periodo ero molto in forma e il tecnico dell'Inter, l'allora Giuseppe Chiappella, mise Lele Oriali a marcarmi. Nonostante la marcatura di uno dei migliori giocatori del calcio italiano riuscì a fare un gol incredibile, anche Lele si ricorda quando ci vediamo. Persino Gianni Brera, che solitamente non era gentile nei suoi commenti, quella volta spese parole d'elogio per me".

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