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LIVE PM – Festival dello Sport di Trento: il Milan degli immortali

LIVE PM – Festival dello Sport di Trento: il Milan degli immortali

Alessio Roccio

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Carlo Pellegatti: "Soprannomi migliori? Il primo fu Collo d'acciaio Hateley, poi quelli di Baresi. Nessuno lo sa ma il signor Costacurta è stato un Dj, da lì Vibrazioni nell'anima Billy. Ma anche La Carezza del Montenegro Savicevic o Pippo Mio Inzaghi. Ma mi batte il cuore per Smoking Bianco Kakà. Viviamo troppo di ricordi? Si perché noi li abbiamo"

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Baresi: "Loro che giocavano meno va un plauso speciale, perché furono importantissimi".

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Roberto Mussi: "Arrivo al Milan grazie a Sacchi che stravedeva per me ma non ho mai capito perché (ride ndr) Fu un onore per me. Giocai poco ma in quei 2 anni imparai molto, mi tolsi tante soddisfazioni. Dopo due anni decisi di andare via perché volevo giocare e divertirmi".

Stefano Carobbi: "La mia storia è simile a quella di Mussi. Sono molto onorato di essere qui e posso dire a mio nipote di aver fatto parte di quel Milan".

Christian Lantignotti: "Cresciuti grazie a questo mito alle spalle. Grazie al Milan riuscimmo comunque a fare una buona carriera".

Italo Galbiati: "Ringrazio il Milan, Sacchi e i giocatori che sono stati dei grandissimi"

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Angelo Colombo: "Ero consapevole delle mie capacità, sapevo che se al mio posto c'era un altro non cambiava nulla. Io arrivai grazie a Braida e Galliani perché mi conoscevano grazie al Monza. Per fare quello che abbiamo fatto bisogna ringraziare il presidente Berlusconi e il gruppo che era compatto e aveva una grandissima forza".

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Filippo Galli: "Con Sacchi anche le amichevoli del giovedì erano partite vere".

Davide Pinato: "Io arrivavo dal Monza dove avevo vinto tutto. Nel mio mondo mi sentivo forte, ma capii quanto dovessi lavorare per arrivare ad essere come loro. Cercai di fare di tutto e feci il massimo. Il lavoro era massacrante, il doppio di quello che facevamo normalmente. Chi non giocava la gara di Champions il giorno dopo giocava contro la Solbiatese e per me era un incubo. Quell'anno imparai tanto e ho vissuto un sogno".

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Daniele Massaro: "Ringrazio 3 persone. In primis Adriano Galliani che mi prese all'oratorio e mi fece vincere la Champions. Arriedo perché ha convinto Berlusconi a prendermi. E infine Sacchi perché mi insegnò a giocare a calcio. Fu un sogno vestire la maglia della mia squadra del cuore. Al Milan ho capito la differenza tra vincere e partecipare. Grazie perché non avendo il talento di Van Basten sono migliorato giorno dopo giorno".

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Giovanni Galli: "Non era il ruolo più facile il mio, ma era bellissimo perché probabilmente ero il primo tifoso. Toccavo pochi palloni ma ero lì a sostenere la squadra. Rigori di Belgrado? Ricordo quando Arrigo alle 2 di notte fece un incontro con 4-5 persone per chiederci cosa dovevamo fare per vincere quella partita. Fu una nottata indimenticabile, dormimmo poco e giocammo tanto".

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Sacchi sulla mentalità vincente: "Sapevo cosa bisognava fare. Agli altri allenatori dicevo di fare allenare il più possibile i propri ragazzi perché così alla domenica avrebbero voluto vincere a tutti i costi. L'ossessione ci voleva assolutamente, ma l'ambiente era così positivo che pesava molto meno. I miei ragazzi erano dei grandi interpreti. Abbiamo reso facile ciò che facile non era".

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Rijkaard sulla finale di Barcellona: "Gara perfetta della squadra, tutti giocarono alla grande".

Van Basten: "La cosa più bella di quella serata è che tutti gli 11 in campo e le riserve che sono entrare erano in grandissima forma. Vincere in quel modo credo non succeda spesso. Si è visto dopo la gara quanto eravamo felici. E' una cosa da non dimenticare".

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Sacchi su Ancelotti ala sinistra la gara di ritorno: "Io ho sempre pensato che il calcio nascesse dalla mente così come la passione. Carlo mi garantiva tutto questo. Io gli dicevo che poteva anche non toccare la palla ma l'importante era che si muoveva nel modo giusto. Cambia qualcosa al ritorno, ad esempio all'andata Rijkaard giocava dietro con Baresi. Diedi la 11 ad Ancelotti per farlo sembrare più veloce (ride ndr)".

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Galliani: "Con Arrigo e Ariedo cercammo i giocatori più adatti. Comprammo in porta Galli e rifacemmo centrocampo e attacco. Va detto della precedente proprietà che la difesa la trovammo già fatta. Gran merito di Berlusconi di aver intravisto il talento di Sacchi e di tutelarlo. Real-Milan del 1989? La prima partita più importante di quel Milan".

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Van Basten: "Vittoria in casa del Real? Quella serata fu bellissima e speciale per tutti. La finale fu ancora più importante e particolare".

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Galliani: "Quell'anno fummo bravi perché ci tolsero un sacco di gol regolari come a Belgrado, a Brema e a Madrid. Benearrivata VAR".

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Sacchi: "Io non avevo esperienza per la Champions. Organizzammo degli incontri come quelli contro Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester United. Loro avevano visto che eravamo competitivi. In campionato pagammo il lavoro fatto in Europa. La differenza la fece non le vittorie ma il modo in cui si vinceva. Non vincevamo con il singolo o sfruttando l'errore, ma come conseguenza logica della superiorità che avevamo"

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Foto di squadra con le coppe e Franco Baresi alza la Champions League vinta!

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Braida: "Acquisto di Rijkaard dallo Sporting Lisbona? Arrivò un gruppo di tifosi che non voleva la sua cessione. Buttarono giù una porta e io presi il contratto di Frank e me lo infilai dentro i pantaloni (ride ndr)".

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Costacurta: "Il primo mese pensavo di essere capitato in un mondo di pazzi. Sacchi ci chiese delle cose strane, tipo lezioni di tattica dopocena. Credo che un paio si addormentavano, uno di questi era Gullit (ride ndr). Io però sapevo che lì dovevo solo imparare. Arrivai a 13 anni grazie a Galbiati e il libero titolare era Baresi. Sacchi mi disse che non dovevo aspirare a lui ma a Filippo Galli e lo iniziai a studiare per 3-4 anni".

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Baresi: "Tutti eravamo curiosi e volevamo metterci alla prova. Credo siano stati fondamentali i calciatori, il mister e la società. Sacchi fondamentale per la tipologia di allenamento che ha portato. Ha fatto la differenza e lo ringrazio".

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Rijkaard su quel Milan: "Prima di tutto ringrazio Sacchi per aver giocato in una grande squadra come il Milan. Per me fu facile adattarmi perché era una squadra di campioni. Ancelotti mi ha insegnato tutto quello che dovevo fare, l'ho sempre reputato un maestro. Quando lo vedo mi batte il cuore. Poi Franco Baresi. E' stato ed è il mio capitano. E' sempre stato in forma, non parlava troppo e sapeva sempre cosa si doveva fare. Lo ringrazio ancora. Sacchi per me è stato un uomo che ha cambiato il calcio italiano. Il suo era un gioco sempre all'attacco per la gente e i tifosi che ci sostenevano. Sacchi ci ha insegnato il pressing che ha funzionato in maniera meravigliosa. La tattica è importante ma lo sono anche i campioni e loro lo sono tutti".

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Ancelotti sul calcio di Sacchi: "La grande novità di quel Milan è stata la metodologia di lavoro. Dall'arrivo di Arrigo cambiò tutto non solo a livello fisico ma anche tattico. C'era un gran talento da parte di tanti. Se facciamo la conta io, Massaro e Colombo eravamo i più scarsi (ride ndr)".

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Renzo Rosso: "Io sono un grande tifoso e ho anche sofferto, ad esempio a Istanbul, ma ho anche goduto tanto. Grazie a tutti voi per quello che ci avete dato, ce ne vorrebbe un po' anche oggi".

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Van Basten e il suo rapporto con Sacchi: "All'inizio era difficile perché non stavo tanto bene fisicamente. In Italia era difficile perché appena dicevi qualcosa i giornalisti scrivevano che era un attacco al mister. Il primo anno è stato difficile per la caviglia e per il campionato nuovo. L'anno dopo mi sono ambientato e le cose sono migliorate". 

Sacchi: "Marco è stato un grandissimo calciatore, credo che il Milan gli abbia permesso di esprimere tutte le sue potenzialità. Da allenatore era bravo: credo che lui insieme ad un altro si avvicinava maggiormente al mio calcio. Mi disse allora: "Mister ho capito quanti problemi le creavo". E io risposi che però me ne aveva anche risolti tanti".

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Galliani: "Devo dare merito a Braida sull'acquisto di Ancelotti. La sera prima della fine del mercato organizzò una cena…".

Sacchi: "Mi chiamò Adriano e mi disse che lui avrebbe fatto e se era in grado di convincere Berlusconi (era l'una di notte). Gli dissi che se noi prendemmo Ancelotti avremmo vinto il campionato, Berlusconi era scettico per il suo infortunio".

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Ancelotti sulla lettera che scrisse Sacchi al suo arrivo (regole di comportamento): "Ebbi la fortuna di non essere presente su quella lettera (ride). Alla fine persi 4-5 chili e mia madre quando tornai mi chiese cosa mi fosse successo".

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Entrano nell'auditorium anche Franck Rijkaard e Marco Van Basten!!

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Sacchi: "Mi è dispiaciuto per Giampaolo. Lo vidi quando era all'Ascoli e rimasi impressionato. Lo volevo al Parma quando ero dirigente e in Nazionale per allenare l'Under 21. Dispiaciuto che sia andato via, ma non sono lì e non conosco i problemi che ci sono".

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Galliani: "La storia comincia quell'anno quando giocammo un'amichevole contro il Parma e vediamo questa squadra giocare molto bene. Ci venne un dubbio. La buona sorte di Arrigo fu quella che ci incontrammo nel turno di Coppa Italia (girone) e perdemmo. Poi la incontrammo ancora agli ottavi e perdemmo ancora. Il ragionamento di Berlusconi fu semplice. Prendemmo l'allenatore che faceva la differenza".

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Si inizia con il racconto della squadra, quando Silvio Berlusconi rimase affascinato dal Parma di Arrigo Sacchi che batté il Milan. 

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Giovanni Galli, Davide Pinato, Filippo Galli, Roberto Mussi, Billy Costacurta, Stefano Carobbi, Angelo Colombo, Christian Lantignotti, Daniele Massaro, Renzo Rosso (presidente OTB), Carlo Ancelotti, Franco Baresi!

Infine, Ariedo Braida e Adriano Galliani a rappresentare la dirigenza di quegli anni. 

Ultimo ma non per importanza… Arrigo Sacchi!!

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Tutto pronto! Entra Carlo Pellegatti a presentare la squadra che ha fatto e scritto la Storia!

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Direttamente dal Festival dello Sport - Auditorium Santa Chiara di Trento - seguiremo LIVE l'evento "Il Milan degli Immortali"

Ospiti dell'incontro: Carlo Ancelotti, Franco Baresi, Zvonimir Boban, Ariedo Braida, Stefano Carobbi, Angelo Colombo, Alessandro Costacurta, Filippo Galli, Giovanni Galli, Adriano Galliani, Ruud Gullit, Christian Lantignotti, Daniele Massaro, Roberto Mussi, Davide Pinato, Arrigo Sacchi.

Con la partecipazione di Renzo Rosso, presidente OTB.

Presentano Luigi Garlando e Andrea Schianchi, giornalisti de La Gazzetta dello Sport