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Milan, i #3motivi di una difesa tornata finalmente una certezza

Leonardo Bonucci Milan
Nelle ultime 7 partite disputate il Milan di Gennaro Gattuso ha subito appena 4 reti: ecco perché, secondo noi, i rossoneri hanno blindato la retroguardia

Daniele Triolo

DIFESA BLINDATA

Il Milan, nelle prime 23 giornate di campionato, ha già incassato 30 reti. Troppe, per una squadra che punta a risalire la classifica ed a dare l'assalto alle zone della graduatoria che profumano di Europa. Ma, se si prendono in esame soltanto le ultime 7 gare, ci si accorgerà come il Milan abbia incassato appena 4 gol, contro Fiorentina (da Giovanni Simeone), Cagliari (Niccolò Barella), Lazio (Adam Marušić), e Udinese, lo sfortunato autogol di Gianluigi Donnarumma. Quali sono i #3motivi di questa tanto attesa inversione di tendenza? Scopriamolo insieme.

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CONTINUITÀ

Nelle ultime sette gare, quelle prese in esame, hanno sempre giocato titolari, al centro della difesa, il capitano Leonardo Bonucci ed il prode Alessio Romagnoli. Entrambi hanno alzato sensibilmente il livello delle loro prestazioni e, di conseguenza, tutta la squadra ne ha risentito, ovviamente in positivo. Qualche sbavatura, certo, ancora c'è, basti guardare i gol subito contro Fiorentina e Udinese, soprattutto, ma la strada tracciata da Gennaro Gattuso è certamente quella giusta. Proprio per l'intoccabilità di Bonucci e Romagnoli, i sudamericani Cristián Zapata e Mateo Musacchio sono costretti a guardare dalla panchina, Gustavo Gómez ha chiesto (invano) di essere ceduto e Gabriel Paletta ha rescisso il contratto.

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COMPATTEZZA

Si sta creando, ormai, un blocco consolidato tra i centrali Bonucci e Romagnoli ed il 'filtro' a centrocampo, operazione svolta con incredibile maestria da Lucas Biglia e straordinario atletismo da Franck Kessié. L'argentino e l'ivoriano, infatti, rappresentano il primo ostacolo da superare, per gli avversari, prima di arrivare alla retroguardia rossonera. E non sempre ci riescono: è usuale, infatti, nelle partite del Milan, assistere agli avversari che tentano la manovra avvolgente dalle fasce o, alle brutte, provano il lancio lungo dalle retrovie a cercare la prima punta. Un Milan così compatto e solido, nel suo asse centrale, non lo si vedeva da tempo. Che Gattuso sia stato, nella sua carriera da calciatore, uno splendido interprete di questa fase, ha di certo aiutato in fase di trasmissione alla squadra di questo concetto di gioco.

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STIMOLI e AFFIDABILITÀ

Gattuso ha saputo dare, a tutti, uno stimolo importante, qualcosa per cui credere, degli obiettivi per cui lottare. Tratta tutti allo stesso modo, titolari e riserve; si avvale del supporto di tutti gli elementi del suo organico, lascia a tutti libertà di contestazione e di confronto, anche a muso duro (lo ha ammesso nella conferenza stampa post-Udinese), ma, al contempo, chiede a ciascun suo giocatore 'veemenza e veleno', tanto in allenamento quanto in partita. Forse è anche per questo motivo che Davide Calabria, Ignazio Abate e Luca Antonelli, una volta chiamati in causa, hanno risposto 'presente', dimostrandosi terzini 'da Milan'. E persino Fabio Borini, nato prima punta e scivolato gradualmente sull'esterno, sempre in attacco, sta ripagando il suo allenatore con prestazioni soddisfacenti da terzino sinistro d'emergenza. Con il recupero di Ricardo Rodríguez, il lavoro di 'Ringhio' sarà finalmente completo.

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