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Il Milan si prepara alle 7 fatiche, ma Gattuso non ha paura

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Stasera si apre il mini ciclo da sette partite consecutive del Milan. Gattuso è sereno: ha una rosa ampia, che sta tutelando al meglio.

Stefano Bressi

Per Ercole si dice che furono dodici, il Milan si accontenta di sette. I rossoneri sono pronti ad affrontare "le sette fatiche", ovvero sette partite di fila, tutte a distanza di tre giorni l'una dall'altra. Si parte stasera contro il Cagliari in trasferta. Gennaro Gattuso sembra pronto: in Sardegna non ha mai perso, scrive La Gazzetta dello Sport. Né da giocatore, né da allenatore lo scorso anno, quando Franck Kessie con una doppietta ha ribaltato il risultato. Da quel momento a fine stagione, il Milan è andato sempre a punti in trasferta (tranne il k.o. dello Stadium). Oggi però il Milan si gioca più della vittoria. Per una volta, dopo diversi anni, il campionato rossonero può iniziare senza dover rincorrere, visto che mentre la Juventus è già in fuga le altre arrancano. Rino però chiede ai suoi di giocare per se stessi. Nessun segnale da mandare a nessuno, anche perché i giudizi sono già cambiati più volte dopo sole due partite.

Il filo conduttore della conferenza stampa di Gattuso di ieri è stato sempre lo stesso: continuità e sofferenza. Rino vuole vedere una squadra che sa soffrire nei momenti di difficoltà, senza sbandamenti, concentrata per tutti i 90'. La sua squadra ama tenere palla e cercare trame convincenti, ma rischia spesso di subire quando non riesce più a farlo. I pericoli principali, secondo Gattuso, arriveranno "dall'alto": Leonardo Pavoletti è uno dei giocatori più pericolosi di testa in Serie A e quindi bisognerà fare attenzione a non concedergli opportunità. Ovviamente bisognerà anche segnare e il Milan non potrà contare sull'aiuto dalla panchina di Patrick Cutrone, infortunato. Così, Rino è costretto a studiare altre soluzioni.

Si parte dal Cagliari, dunque, per poi continuare giovedì in Europa League contro il Dudelange e quindi di nuovo campionato con Atalanta, Empoli e Sassuolo; di nuovo Europa con l'Olympiacos e infine il Chievo Verona. Non servono dunque imprese titaniche per presentarsi alla fine del ciclo con un buon bottino e contare su una rosa ampia e in salute (Andrea Conti è l'unico indisponibile) è sicuramente un buon punto di partenza. . Nell'indecisione, dunque, per ora si affida al blocco collaudato.

Gattuso avrebbe anche voluto provare qualcosa di nuovo nel corso delle due settimane di sosta, ma erano troppi i giocatori assenti. Tra questi c'era Mattia Caldara, massacrato secondo Ringhio dopo la partita contro il Portogallo. Ecco perché finora ha preferito tenerlo fuori: per non esporlo a eccessive critiche in attesa che entri perfettamente negli schemi. Rimasto a Milanello invece Tiemoue Bakayoko, che però non conosce ancora bene la lingua e il cui inserimento dunque è un po' più complicato. Al posto del francese ci sarebbe potuto essere Nicolò Barella, che oggi invece è un avversario. Il cagliaritano, ha ammesso Gattuso, è stato uno dei nomi fatti con la vecchia dirigenza.

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